Ciampi chiede lumi sul caso Uic di Ugo Bertone

Ciampi chiede lumi sul caso Uic Ciampi chiede lumi sul caso Uic La magistratura è pronta ad intervenire analisi a rischio MILANO. Un atto dovuto, non un giudizio di merito. Così dal ministero del Tesoro è stata confermata l'esistenza della lettera che venerdì sera il ministro Carlo Azeglio Ciampi ha inviato in Banca d'Italia richiedendo una nota informativa sugli investimenti effettuati dall'Ufficio Italiano Cambi nell'«hedge fund» Ltcm, ormai nella bufera. Eppure, l'affaire Uic, che vede l'ufficio italiano cambi esposto per 250 milioni di dollari (410 miliardi di lire) di riserve valutarie nei confronti della Long Term Credit Management è tutt'altro che archiviato, sia per i riflessi nella vita politica italiana che per le polemiche, vivacissime a Washington durate l'assise della Banca Mondiale, sui mancati controlli e le «amicizie particolari» di cui hanno goduto i dirigenti dell'«hedge fund» incriminato. Com'era prevedibile, del resto, anche la magistratura italiana potrebbe occuparsi della vicenda dopo che l'ex ministro Publio Fiori di Alleanza Nazionale ha chiesto al procuratore l'avvio di un'indagine giudiziaria sollecitando al tempo stesso i presidenti di Camera e Senato ad avviare un'indagine parlamentare. Ieri, a difesa dell'Uic, è però tornata a levarsi la voce del ministro degli Esteri Lamberto Dilli, al tempo dell'ingresso di Uic nel fondo per 100 milioni di dollari, direttore generale in via Nazionale. L'Ufficio italiano cambi, dice Dini, potrebbe «non uscire male» dalle polemiche. «Penso - aggiunge - che si tratti di cifre molto modeste rispetto al volume di attività degli investimenti delle riserve*. E Dini conclude, dopo aver ricordato di «essere fuori dalla Banca d'Italia da molti anni», rivelando che «a quanto mi si dice questa operazione era incentrata sulla creazione di un ponte, un'apertura in particolare per i funzionari dell'Uic per avere maggiore conoscenza del funzionamento di questi strumenti iun novativi, come i prodotti deri . vati, dei mercati finanziari». Di opposto parere Giulio Tramonti, ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi: «Chi ha fatto un investimento sbagliato paghi. Nel fondo sono stati bruciati 500 miliardi dal governo italiano, esattamente pari all'elemosina che lo stesso governo fa nella Finanziaria ai pensionati sociali». «E' curioso - incalza Tremonti accennando al terremoto provocato dalla vi¬ cenda ai vertici dell'Ubs - che il presidente di una banca privata si sia dimesso e il responsabile di quello che è un baraccone pubblico non lo abbia fatto. Mi riferisco al responsabile dell'Ufficio italiani cambi...». E le dimissioni non dovrebbero riguardare solo Piero Ciampicali ma l'intero consiglio di amministrazione dell'Uic che «doveva vigilare, anzi, visto che non è solo un organo di vigilanza ma responsabile, avrebbe dovuto investire bene e invece ha investito male. Un investimento che rende il 120% è una follia». Eppure, accanto all'Uic c'erano banche centrali, quella ci¬ nese e quella di Hong Kong, anche loro a fidarsi dell'intraprendenza di mister John Meriwether, promotore dell'Ltcm e, ai tempi di Salomon Brother, al centro di un'inchiesta per irregolarità nelle aste del Tesoro Usa. Un'inchiesta che si copre oggi di qualche sospetto di non poco conto dato che ad indagare era David Mullins, all'epoca vice (e amico personale) di Allan Greenspan alla Fed e oggi membro del «board» di Ltcm. La clientela di Ltcm, del resto, era ben selezionata, al punto che il «Financial Times» parla di «capitalismo degli amici»: David Komansky, numero uno di Merrill Lynch, vanta un in- vestimento personale di 800 mila dollari, mentre gli altri manager del colosso Usa sono esposti, di tasca propria, per ben 20 milioni di dollari; Donald Marron di Paine Webber aveva investito cifre imponenti e lo stesso vale per altre banche (caso più clamoroso la svizzera Ubs, esposta per mille miliardi). Nomi illustri ma il fatto più straordinario, nota il «Financial Times» è «che la Banca d'Italia abbia investito una parte delle sue riserve in valuta estera ih un hedge fund noto per i suoi arbitraggi sul mercato italiano dei titoli di Stato». Ugo Bertone Dini gioca in difesa e Tremonti attacca: Ciampicali si dimetta Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Hong Kong, Milano, Usa, Washington