Il G-7 promette un rilancio dell'economia
Il G-7 promette un rilancio dell'economia Si profilano norme e coefficienti rafforzati per operatori e Borse. Miyazawa stanzia 50 mila miliardi Il G-7 promette un rilancio dell'economia E Tokyo finanzia l'Asia in crisi WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO Più regole per la spericolata finanza globale e un accordo di mutuo sostegno tra i principali Paesi dell'Asia: qualche iniziativa concreta si profila, nella «sei giorni» di incontri al vertice che si è aperta ieri con il G-7. Da Washington arriva un messaggio di forte rilancio dell'economie industriali; la tendenza dei tassi è al ribasso. Ci si muove per evitare che i disastri cartacei ed elettronici della finanza (a danno di pochi) diventino anche nel resto del mondo, dopo l'Asia orientale, disastri dell'economia reale (a danno di molti); ma un piano organico è ancora di là da venire. Lo sforzo dei governi dei Sette è mostrare che la cabina di pilotaggio non è vuota; chissà se servirà a calmare le Borse, perché un'altra settimana di crolli sarebbe esiziale. In Asia la crisi è cominciata più.di un. anno fa, i governi dell'Asia finalmente uniscono le loro forze per contrastarla. Prima che il G-7 cominciasse, si sono riuniti nella capitale americana i ministri del Tesoro e i banchieri centrali di Giappone, Corea del Sud, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia, un neonato gruppo dei Sette d'Oriente. Si impegnano a difendere la stabilità delle monete dell'area, a prendere misure di rilancio delle loro economie, a cooperare per il rafforzamento dei sistemi bancari, a prendere misure per proteggere gli strati più deboli delle popolazioni. Tokyo fornirà di suo 30 miliardi di dol lari (50.000 miliardi di lire) per aiuti, e non è poco. «Vogliamo stabilizzare le nostre monete per contribuire a una crescita sostenibile», dichia ra il ministro delle Finanze giapponese, Kiichi Miyazawa. I Sette d'Oriente hanno echeggiato anche loro quella che ormai in questa crisi è diventata la formula di rito: «Il peso relativo dei rischi nell'economia mondiale si è spostato»; non è più l'inflazione il nemico numero uno, le economie devono essere stimolate per evitare una spirale di deflazione Si profila una fase di interessi molto bassi; in discesa anche in quei Paesi dell'Oriente in cui, all'inizio della crisi, il Fondo mo netario internazionale aveva in vece raccomandato tassi alti. L'idea del «soccorso asiatico» data dall'assemblea Fmi di Hong Kong, un anno fa. Lì gli occiden tali la bocciarono, temendo che fosse un tentativo di lavarsi panni sporchi tra consanguinei Ora la accolgono con qualche riserva: il Giappone deve innanzi tutto mettere ordine in casa prò pria, fanno capire gli americani Ma tutto può essere d'aiuto, in questo momento in cui i rischi sono gravi; la stabilizzazione delle monete dei firmatari dell'accordo e il rilancio concordato delle economie, se riusciranno, aiuteranno a impedire che ceda la moneta del Paese più grande dell'Oriente, la Cina. Un piano coordinato mondiale ancora non prende forma. Nel l'incontro dei ministri del Tesoro e dei banchieri centrali del G-7 (Usa, Giappone, Germania, Fran eia, Gran Bretagna, Italia e Ca nada) si è profilata la decisione di disciplinare il mercato dei ca pitali con un irrigidimento delle norme di sicurezza: ovvero dei requisiti patrimoniali e dei coefficienti del «comitato di Basilea» D. crollo del Ltcm, il fondo specu lativo ultrasofisticato dei prò fessori di economia, con le sue ripercussioni du banche impor tanti ha fatto capire che occorre cambiare strada. E' stato troppo facile il contagio che ha propagato nel mondo la crisi finanziaria e minaccia di coinvolgere le economie reali. Il messaggio del G-7 è che la libertà di movimento dei capitali nel mondo può essere limitata da qualche Paese solo per brevi periodi di emergenza. Ma se il mer- cato, nei momenti difficili, appare composto non di compratori e venditori saggi e posati, ma di folle disinformate che agiscono in modo gregario, occorrerà pure fare qualcosa: e si pensa di migliorarne le regole. Forse è poco; ma per progetti più ambiziosi non sembra ancora venuto il momento. Ci sono le proposte americane, ci sono le proposte francesi, ci sono quelle britanniche ancora diverse, tasselli difficili da comporre, e la Germania che è in transizione da un governo all'altro (nessun ministro ha potuto rappresentarla al G-7). Quello che si può fare è intanto sottolineare, ancora una volta, che nell'Occidente l'economia reale è sana. L'hanno fatto, già prima di entrare, il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer e il ministro del Tesoro italiano Carlo Azeglio Ciampi. «E' una situazione densa di preoccupazioni - dice Ciampi, che oggi a Washington per la prima volta eserciterà la funzione di presidente dell'Interim Committee del Fondo monetario - ma occorre guardarla con serenità, perché nelle economie di Europa e Stati Uniti ci sono elementi solidi che danno fiducia. E l'Europa della moneta unica sta facendo blocco, mentre in passato nelle crisi tendeva a frantumarsi». Stefano Lepri m I HONG KONG ■ Hong Seng 10.722 I 11.810 I 7.883 -26,5% -33,3% | LONDRA 1 5.133 ! 6.179 f 4.750 i -7,5% ì -23,1% Ft ioo * • I h ' 11 j • I ;-w PARIGI Cac 2.998 | 4.388 I 3.039 | +1,4% f -30,7% FRANCOFORTE ; 4.315 1 6.171 | 4.019 \ -6,9% ? -34,9% pax m I L ;ì j 1 ZURIGO I 6.265 i 8.412 1 5.256 \ -16,1% I -37,5% Smi 1 i , i v : • 1 ..... .1 • !.. Ù
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Hans Tietmeyer, Kiichi Miyazawa, Miyazawa, Stefano Lepri
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