Un nuovo cartello di bande all'assalto del rione Sanità di Fulvio Milone

Un nuovo cartello di bande all'assalto del rione Sanità Un nuovo cartello di bande all'assalto del rione Sanità NEL QUARTIERE DELL'AUTOBOMBA GNAPOLI LIELO avevano detto e ripetuto: «Va via da quella strada perché prima o poi succederà qualcosa». E per farle capire che quelle non erano parole buttate lì per caso, avevano pronunciato il nome di un uomo pio, padre Franco Rapullino, che otto anni fa davanti alla bara bianca di un bambino di diciotto mesi ammazzato dalla camorra lanciò un grido lacerante dall'altare: «Fujtevenne, scappate, qui non c'è più speranza». Ma Lina, che in via dei Cristallini è nata e cresciuta, non voleva saperne: «Perché devo lasciare casa mia?», rispondeva agli amici che andavano a trovarla nella sua lavanderia e lanciavano occhiate sospettose e preoccupate verso il circolo ricreativo accanto al negozio. «C'è brutta gente, attenta che prima o poi succederà qualcosa», insistevano, e alla fine è accaduto. E Lina, che ora si ritrova a sgomberare il pavimento dai calcinacci e dai vetri polverizzati dallo scoppio dell'autobomba, trema tutta e ogni tanto si passa la mano sul volto pallido. «Dovevo andarmene prima, ora non serve più a niente», mormora. C'è poca rabbia e molta rassegnazione tra la gente del rione Saluta. Sembrerà strano ma è così: è come se la gente qui mettesse nel conto l'eventualità di morire con il petto trapassato da una pallottola vagante, o di vedere un parente o un amico saltare per aria in un tranquillo pomeriggio di autunno, in un vicolo stretto che il sole sembra aver dimenticato. E' sconvolgente nella sua normalità il tono di voce di Alfonso Scuotto, un macellaio che, appoggiato al bancone del- la «Bottega delle carni», spiega la sua filosofia di vita: «Abbiamo dovuto imparare a non guardare, a non chiedere, a non protestare - dice - la polizia? le denunce? caro signore, qui siamo in guerra: quelli si stanno sparando da una trincea all'altra e noi stiamo al centro, a prenderci tutto il piombo senza poter fare niente». Qui tutti conoscono i nomi dei «guaglioni» che si stanno dando battaglia, e sono pronti a raccontare storie che fanno accapponare la pelle. Come quella di un killer che spianò un mitra contro un rivale in una piazza gremita di passanti, a poche decine di metri da un posto di blocco della polizia: la strage fu evitata solo perché l'arma si inceppò. Capi e capetti sfrecciano in moto lungo i vicoli della Sanità, scortati dai guardaspalle, inguainati nei giubbotti neri e sempre sul chi vive. Il boss del quartiere, Giuseppe Misso, il «camorrista nero» coinvolto nell'inchiesta sulla strage terrorista del rapido 904, è in galera. Comandano in sua vece Mario Savarese, che si trovava nel circolo ricreativo al momento dell'attentato, ma soprattutto Giulio Pirozzi: di lui dicono che abbia sette vite come i gatti, perché è sfuggito un'infinità di volte ai sicari. Da mesi ormai Pirozzi e i suoi camminano sul filo del rasoio. Gli avversari di sempre, le famiglie Tolomelli e Vastarella, hanno aderito ad un cartello di bande chiamato «(Alleanza di Secondigliano»: è l'organizzazione più forte in città, con i suoi 20 killer in servizio permanente. «E' come se la Repubblica di San Marino si trovasse improvvisamente a fronteggiare un attacco delle forze Nato», commenta un funzionario della squadra mobile ; della questura, v • Il campo di batta- ; glia è il rione Sanità, con la sua gente che con la camorra non ■•' . vorrebbe avere nulla a che vedere mentre è costretta a guardarsi le spalle quando va a fare la spesa, e ha imparato a evitare certe strade dove la morte è sempre in agguato > «Invece la camorra è una realtà drammati ca con cui tutti dobbiamo fare i conti», spiega Salvatore Barbato, consigliere circoscrizionale del pds che sta organizzando una manifestazione contro la malavita. «Fino a non molti anni fa queste strade erano piene di vita - dice ■ pullulavano di piccole imprese ar tigiane, fabbrichette di borse e scarpe che davano lavoro, precario ma pur sempre lavoro. Le botteghe hanno dovuto chiudere i battenti, Anche Valentino, l'azienda leader nel settore calzaturiero, sarà presto smantellata. Molti abitanti si sono spostati in altri quartieri, e la ca morra ha messo radici portando droga e terrore». Barbato dice che il quartiere ce lebrato nelle commedie di Eduardo e che ha dato i natali a Totò e allo scrittore Sandro Compagnone do vrebbe rappresentare un monito per l'amministrazione comunale «Se con la giunta Bassolino alcune zone della città hanno conosciuto una crescita veloce, rioni come questo sono rimasti al palo». Fulvio Milone ; v • ; ■•' . > Il bazooka «M 80», di fabbricazione russa, che ha sparato un proiettile da 35 contro il villino di Vincenzo Lago

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