Guerra di camorra sparano i bazooka
Guerra di camorra sparano i bazooka Napoli, nuovo atto nella campagna di terrore dei clan. Sparato un colpo contro una casa, nessun ferito Guerra di camorra sparano i bazooka Masone invia altri365 agenti NAPOLI. E' una guerra che stringe la città nella paura e ogni giorno apre un nuovo fronte di violenza. Ventiquattr'ore dopo l'esplosione dell'autobomba nel rione Sanità, i sicari della camorra imbracciano un bazooka e sparano contro la casa di un esponente della famiglia Lago, quella che per anni ha regnato a Pianura, il quartiere di periferia devastato dal cemento abusivo. Due attentati in rapida successione, la conferma immediata della strategia del terrore inaugurata a Napoli dalle organizzazioni criminali. La ferita di via dei Cristallini, sfigurata dal tritolo, è ancora aperta quando dall'altro capo della città un commando fa partire da un «M 80», un bazooka di fabbricazione russa, un proiettile di 35 cm contro il villino di Vincenzo Lago, l'unico incensurato dei cinque fratelli che hanno fatto fortuna con l'edilizia e sono diventati potenti con il racket. Il colpo sfonda i cancelli, finisce contro un albero prima di cadere accanto a un'auto parcheggiata vicino alla palazzina. Dentro non c'è il padrone di casa, nessuno resta ferito, ma il ricorso a un'arma da guerra a poche ore dallo scoppio del rione Sanità rappresenta una sfida per lo Stato, e la dimostrazione che i clan si muovono secondo una logica di potere, come eserciti alla conquista di pezzi di città. «C'è un'aspra lotta in alcuni quartieri e in alcune zone della provincia, in cui la camorra contende allo Stato il controllo del territorio». Il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano punta il dito sulla «frantumazione» che vede «personaggi di minor calibro» prendere il posto dei vecchi boss finiti in galera senza che questo riduca la pericolosità della situazione: «Anzi - osserva il ministro - dal punto di vista della casuale esposizione al rischio di persone innocenti e dello sconvolgimento della convivenza civile, l'aggrava». E in serata arriva una prima risposta: il capo della polizia Fernando Masone invia a Napoli 365 tra poliziotti e carabinieri «per rendere più incisiva» l'azione delle forze dell'ordine. Lo scontro militare voluto dai clan provoca vittime innocenti, come Vincenzo D'Alessandro, il bidello cinquantotttenne coinvolto nell'esplosione dell'autobomba: ieri è stato operato e i chirurghi gli hanno estratto le schegge che si erano con ficcate nel cranio. E' il più grave dei tredici feriti del rione Sanità e per ora i medici non sciolgono la prò gnosi. Ma via dei Cristallini poteva davvero essere teatro di una strage: se l'attentato non ha avuto conse guenze più gravi lo si deve soltanto all'imperizia di chi ha collocato l'ordigno. Il tritolo è stato sistemato in modo tale da indirizzare la forza esplosiva verso l'alto e non in linea orizzontale: se cosi non fosse stato, pochi si sarebbero salvati nel raggio d'azione della bomba. Era quello che volevano i mandanti Per gli investigatori prende sempre più corpo la pista che porta all'«al leanza di Secondigliano», un cartello di bande che punta a fare terra bruciata nei confronti di chi non si piega ai suoi voleri. Questa matrice potrebbe saldarsi col vecchio scontro tra i gruppi Misso-Pirozzi e Vastarella-Tolomelli, questi ultimi ora legati ai boss di Secondigliano. Nel vicolo deve è saltata in aria la Fiat Uno c'era proprio Giulio Pirozzi, il boss sfuggito già a una sfilza di attentati. Scenari di guerra, come quella che a Pianura da anni oppone i Lago agli uomini di Giuseppe Contino, come quella che ha insanguinato il rione Sanità dove in tempi recentissimi gli agenti hanno bloccato sicari appostati sui tetti armati di fucili di precisione con i quali tenevano sotto tiro esponenti del clan Misso. Mariella Cirillo
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