Ankara a Damasco «L'esercito è pronto»
Ankara a Damasco «L'esercito è pronto» TURCHIA Sui curdi continua la polemica anche con Roma Ankara a Damasco «L'esercito è pronto» ANKARA, Almeno diecimila soldati turchi sono entrati nell'Iraq settentrionale per un'operazione militare contro i ribelli curdi. Lo ha riferito il quotidiano turco Hurriyet aggiungendo che jet turchi hanno compiuto raid su Zakho, Zeli, Haftanin e Sinahd, località situate nell'enclave curda e credute essere nascondiglio di guerriglieri del Partito del lavoratori curdo (Pkk), dichiarato da Ankara fuorilegge. Secondo il quotidiano l'artiglieria turca ha bombardato per l'intera giornata i ribelli curdi che avrebbero subito gravi perdite. La Turchia ha compiuto numerose operazioni militari nell'Iraq settentrionale sulla base del fatto che il vuoto di potere nell'area avrebbe creato un «santuario di sicurezza» per i ribelli curdi. L'esercito turco sta inoltre preparando esercitazioni militari lungo il confine con la Siria e a quanto riferito dai quotidiani turchi alcuni caccia sono decollati dalle basi aeree della provincia meridionale di Malatya e Diyarbakir stanno effettuando voli a bassa quota sul confine turcosiriano. Resa dal giornale turco «Milliyet», che cita il primo ministro turco Mesut Yilmaz, la decisione di compiere manovre militari ha provocato un'escalation della tensione tra Damasco e Ankara, tanto che il capo di stato maggiore turco, il generale Huseyin Kivrikoglu, ha parlato di «stato di guerra non dichiarata». «Stiamo cercando di essere pazienti, ma anche la pazienza ha un limite», ha detto il generale Kivrikoglu, al quale ha fatto eco il premier Yilmatz dichiarando al Milliyet che la data esatta per le esercitazioni non è stata decisa e che i soldati stan no solo aspettando l'ordine». La Turchia accusa la Siria di appoggiare e sostenere il Pkk che da 14 anni lotta contro il governo turco per un'autonomia del popolo curdo nell'Anatolia sudorientale. Damasco ha già smentito tali accuse e questa settimana il quotidiano siriano «Al Baath» ha riferito che la nuova determinata posizione della Turchia è «il risultato di una piena collaborazione tra Ankara e Tel Aviv, nel rispetto di un'alleanza stretta tra Turchia e Israele», che Damasco ha definito «satanica». Ed il premier turco ha risposto che non dà alcuna importanza alla reazione siriana: l'ostilità di Damasco è ovvia. La Siria ha risposto alla minaccia turca inviando soldati ed equipaggiamenti militari al confine. Intanto l'ambasciatore turco a Roma, Inai Batu, richiamato per consultazioni dal suo governo in merito alla crisi per la riunione del Parlamento curdo in esilio, è arrivato ad Ankara dove l'atmosfera di tensione diplomatica con Roma non accenna ad attenuarsi. Al suo arrivo Batu ha detto che la crisi è stata inevitabile poiché la riunione del Parlamento curdo è avvenuta malgrado «iniziative a tutti i livelli» da parte di Ankara. La tensione è trapelata anche dalle parole con cui il presidente del parlamento turco, Hikmet Cetin, ha accolto l'invito a Roma di Luciano Vio laute contenuto in una lettera di spiegazioni sul caso curdo. Cetin ha detto che data la situazione «è prematuro dare una risposta a tale invito». Il vicepresidente del parlamento, Hasan Korkmaczan ha ventilato l'ipotesi di una sospensione di tutti i contatti fra le assemblee dei due Paesi. [Ansa]
Persone citate: Batu, Cetin, Hasan Korkmaczan, Hikmet Cetin, Huseyin Kivrikoglu, Kivrikoglu, Mesut Yilmaz
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