I DUE VOLTI DELL'ISLAM di Igor Man

I DUE VOLTI DELL'ISLAM DALLA PRIMA PAGINA I DUE VOLTI DELL'ISLAM no mossi a Londra come a Torino, e, in precedenza, in Kenya, al Cairo. O negli stessi Stati Uniti, grazie allo scambio di informazioni, sospetti, indizi, soffiate; in forza di un monitoraggio (ventiquattr'ore su ventiquattro) non solo di «informative» ma soprattutto di «segnali» che ovviamente non dicono nulla al cittadino comune di questa o quella località (dalla città balneare alla metropoli) mentre per chi fa intelligence spesso, anche se non subito, si rivelano utili. Che so, un pacchetto vuoto di sigarette di quella tale marca in vendita soltanto in determinati paesi, trovato a Bari; ovvero lo scontrino d'un supermarket asiatico, rinvenuto a Milano eccetera. Certamente non farà piacere agli italiani, soprattutto ai torinesi, in questo caso, e in particolare agli abitanti di via Tonale, apprendere che a ridosso dei propri, pacifici alloggi qualcuno custodisse «materiale terroristico». La «cellula» bruciata dalla Digos non aveva una Santabarbara epperò il semplice fatto che esistesse non può non inquietare la brava gente. Qui va detto subito come l'operazione diretta da un esperto dell'antiterrorismo qual è Antonio De Santis, conferma ciò che da tempo era più di un sospetto: la Gran Bretagna è una sorta di articolata base logistica per quella galassia infausta genericamente definita terrorismo islamista; l'Italia ha qualche base diremo mobile e alcune coperture, è soprattutto un canale di scorrimento usato occasionalmente da persone in varia misura coinvolte nella costellazione terroristica di matrice mediorientale. In fatto tra i quattro arrestati di via Tonale (tralasciando la moglie di uno di loro e un bimbo), il terrorista «professionista» dovrebbe essere uno soltanto. Un membro della Jamaa al Islam) a, la fosca organizzazione integralista egiziana, responsabile di clamorosi attentati, di stragi orribili. Il nostro antiterrorismo gli dava la caccia da tre mesi. L'altra notte lo ha catturato. Il terrorismo islamista è senz'altro una realtà terribile, così come lo è il terrorismo (annoso) nordirlandese, o quello dell'Età per citare i più noti. Tuttavia ad allarmarci è soprattutto quello islamista. Verosimilmente perché in questo campo si hanno molte notizie ma poche informazioni serie, il che genera confusione. E la confusione eccita la paura. Dire, ad esempio, che la Jamaa al hlamya partecipa alla «guerra santa» proclamata dallo sceicco di origine saudita, il miliardario costruttore Osama bin Laden, risponde in qualche modo al vero. E' stato firmato, e recentemente, un patto (scellerato) di mutuo soccorso fra Osama e cinque organizzazioni islamiste basate in Medio Oriente ma anche in Africa e nel subcontinente indiano. Ma non si va oltre, ognuna delle organizzazioni ha i suoi obiettivi che persegue da anni. Non esiste una «internazionale del terrore», così come non esiste una armata islamica tesa alla distruzione dell'Occidente cristiano. I vari gruppi hanno nemici diremo istituzionali: Osama odia la casa reale saudita colpevole, egli afferma, di offendere il dettato di Maometto essendosi alleata con gli Stati Uniti. (Da qui gli attentati anti americani di Nairobi e di Dar es Salaam). I gruppi egiziani ce l'hanno con un governo che giudicano corrotto, così come i terroristi della Già combattono quegli algerini (civili o militari) che secondo loro rifiutano la Repubblica Islamica d'Algeria. E sempre in nome dell'Islam lo sceicco sudanese al Turab si propone guida spirituale del cosiddetto «terrorismo irredenti sta». Ci sono poi i Taliban dell'A fghanistan, già al soldo della Cia quando si trattava di espellere da Kabul la rossa armata sovietica. Ma l'Afghanistan dei Taliban (che impongono un islam straniero mutuato da una delle 72 sette pakistane) è a ben vedere una specie di vassallo del Palei stan. E infatti a proteggere !( sceicco miliardario provvede lo spionaggio pakistano. Ma perché Islamabad coprirebbe uno come Osama che altro non desidera se non di uccidere quanti più americani sia possibile? Forse per paura: paura dell'India atomica e anti islamica, in primo luogo e, poi, nel timore che il riawicinamento dell'Iran all'Europa convinca quest'ultima che la via iraniana è la più sicura ed economica per ricevere il petrolio del Mar Caspio, anziché un oleodotto attraverso Afghanistan e il Pakistan. Certo le varie pedine di Osama, a sua volta «usato», continueranno a predicare la «guerra santa» contro l'Occidente cristiano «massacratore dei musulmani in Bosnia», invocheranno la vendetta suprema, ma i burattinai guardano al sodo: al petrolio, al traffico della droga. Sicché il Pakistan, per salvarsi dalla bancarotta, sostenuto da una grossa congrega petrolifera californiana, reclama dagli Stati Uniti il riconoscimento del regime di Kabul. Il fatto è che negli ultimi trent'anni l'Occidente - e per esso gli Stati Uniti - non è stato capace di distinguere fra l'islam autentico, «liberale», e quello fasullo, ignorante. Oggi l'islam perfido, lautamente foraggiato, sta trasformandosi in un infame boomerang. Ma non serve piangere sugli errori del passato. Piuttosto, poiché l'islam radicalterrorista è frammentato e rozzo, sarebbe be ne puntare su quei paesi islamici che, nel segno di Maometto, pra ticano la tolleranza, il rispetto dell'Altro. Siamo ancora in tempo. Il terrorismo islamista in ogni caso è «sotto controllo» come gli arresti di Torino stanno a confermare. Per sconfiggerlo l'arma mi gliore potrebbe essere il dialogo: con l'islam autentico, quello che esporta sì i vu cumprà ma ricono sce altresì la verginità feconda di Maria e suo figlio il Santo Profeta Issa. Imputare codesto islam di terrorismo, sarebbe lo stesso che dichiarar Gesù responsabile della Santa Inquisizione. Per quanto riguarda il vecchio cronista, a preoccuparlo seria mente è l'imperversare della camorra, non un terrorismo estra neo a una grande religione mo noteista, e destinato fatalmente a suicidarsi non solo politicamente. Igor Man

Persone citate: Antonio De Santis, Gesù, Osama Bin Laden, Profeta