Bossi, maratona nel Veneto ribelle

Bossi, maratona nel Veneto ribelle Comizi in serie nel Nord-Est. La nuova Liga: basta aspettare la Padania, pensiamo a noi Bossi, maratona nel Veneto ribelle Comencini conta le sue truppe: oggi il congresso REPORTAG LO STRAPPO NEL CARROCCIO TREVISO DAL NOSTRO INVIATO Piero, l'oste del «Bassanello», manda giù l'ultima ombra rossa di Raboso: «Attenti, ragazzi...». Gli vien su un dannato magone: «Li ho visti crescere, la Liga Veneta è nata in questa osteria, Rocchetta, Gobbo, io che servivo ai tavoli... 1984, avevo 50 anni. Io ci credo, magari ci saranno stati errori, caratteri diversi, incomprensioni, ma io ci credo ancora e dico: attenti ragazzi, parlo per me e per il Veneto, con le spaccature dimezziamo la nostra forza». Un minuto prima si era alzato il signor Giovanni, pochi mesi alla pensione: «Bossi? Ma che vada in mona. Ha stufato me e tutti i veneti. Basta con lui, basta con la Lega e con la Liga. Mi no vado più a votar!». Ha sentito, oste Piero? «Lo so, lo so, il danno è grosso. I ragazzi vengono la sera e li vedo tutti nervosi». Alle due del pomeriggio entra Gian Paolo Gobbo. Nervoso? «Mai. Però ho fretta. A Oderzo tra due ore c'è Umberto Bossi». Che l'altra sera era a Padova, ieri tra Udine e Belluno, oggi ancora nel Triveneto. Deve correre, Bossi. Deve capire quanto tiene la sua Lega, quanto può contare lo strappo di Fabrizio Comencini, quanta liga Veneta gli resterà fedele o quantomeno alleata. «Ci vorrà un anno per rimediare a questa sporca operazione - diceva nella notte, davanti a un piatto di prosciutto e insalata in un ristorante del Padovano -. Ma presto sarà tutto più chiaro. I capi uniscono e i capetti dividono, questa è la differenza. Se ne vanno? Forse avrei dovuto farli andare via prima. Adesso, almeno, si vedrà con chi e dove andranno. La loro strada mi sembra obbligata: poltrone!». Gian Paolo Gobbo starebbe bene in Baviera. Grande e grosso com'è, avesse pure un sigaro si sentirebbe uno Strauss. Amici e nemici dicono che è un buono, e con l'aria che tira tra i leghisti non si capisce se è un pregio o un difetto. Fino a giovedì era il capogruppo degli otto consiglieri regionali della Liga. Ora è rimasto solo. Fino al 22 settembre, Comencini segretario e lui presidente della Liga, erano una coppia affiatata. Fine. E' buono e conosce bene Comencini. Che fine farà? «Quello che ha detto. Metterà su il suo partitino veneto sul modello della Svp in Alto Adige, un partito che in Veneto manca, e si candiderà alle elezioni regionali. Sarà un partitino di governo, insomma finirà lì...». Gobbo è buono, non è rude come Bossi. Ma quel «lì» sta per poltrona. A San Martino di Lupari, nel Padovano, questa mattina nasce la Liga di Comencini. Simbolo, il Leone di San Marco. Slogan annunciato da Comencini, «Ecco, noi siamo felici perché abbiamo ritrovato la nostra patria e la nostra bandiera». Comencini verrà eletto segretario, ovvio. Mariangelo Foggiato, già segretario dei leghisti di Treviso, presidente. E poi? «Per prima cosa ci conteremo risponde Foggiato, fino all'altro ieri bossiano ultra -. La previsione è di almeno 500 delegati. E poi cominceremo a mettere in pratica il nostro progetto». Che sarebbe? «Invertire i tempi del film?». Cosa? «Nel primo tempo Bossi ci diceva uniamo il Nord e le specificità del Veneto verranno fuori nel secondo tempo. Noi diciamo di invertire il montaggio, prima il Veneto!». Più di Comencini, appunto perché ultra bossiano, Foggiato può spiegare cosa sia accaduto tra Liga e Lega. Come in un film, per stare al suo esempio, un bel giorno si è svegliato e si è messo a far di conto. Dunque noi Veneti di Treviso abbiamo il 43 per cento dei voti, a Savona hanno ì'8 e in tutto il Piemonte il 12. Che facciamo, stiamo ad aspettare che si sveglino anche quelli? E nel frattempo che facciamo? Cantiamo il Va' pensiero in camicia verde? Insomma, la solita storia: tanti voti, ma per fare che? Per aspettare Padania quando mai verrà? «Da noi succede questo: nel '96 e nel '98 abbiamo preso il 43% dei voti. Uno dice che abbiamo tenuto, e invece no. La percentuale è la stessa, ma i votanti sono calati: abbiamo preso 90 mila voti in meno!». L'altra notte, nel ristorante del Padovano, Bossi era impegnato in altri calcoli. Aveva davanti Stefano Stefani, passato dalla presidenza degli orafi di Vicenza a quella della Lega Nord, deputato, ora commissario per il Veneto. Se Comencini tre anni fa è diventato segretario dei veneti lo deve proprio a Stefani. «Ammetto l'errore, sono stato io a proporlo a Bossi. E di errori ne ammetto altri. Era da un anno che Umberto aveva capito le sue mosse. L'ho sempre frenato. L'ho frenato anche questa volta. Ma aveva ragione Bossi, genio politico e carattere di merda». Bossi lo stuzzica: «Racconta cosa ti ha detto Mastella...». Che un bel giorno Gianfranco Fini gli fa: «Quel Comencini è un mio uomo...». E siccome Comencini viene dal Msi, vai con la dietrologia. «Ma no, non serve - dice Bossi -. Il gioco di Comencini l'avevo capito da un bel pezzo, e poi basta leggere le sue dichiarazioni e quelle di certi industriali del Veneto». Comencini: «Da tempo l'aria in Lega era quella della camera a gas». Luigi Arsellini, presidente degli industriali di Venezia: «Con Bossi non si poteva nemmeno parlare. Una Liga Veneta di Comencini può allearsi con altri partiti a suo piacimento e determi¬ nare il superamento di questa instabilità causata dal tripolarismo veneto». Messe assieme le frasi, riletti i giornali, un tocco di dietrologia, un altro di memoria diretta ed ecco che Bossi fa il riassunto: «Non so se si sono mossi scommettendo (anche) sulle elezioni politiche anticipate, ma so che si sono mossi per danneggiare la Lega e far vincere Berlusconi». Comencini oggi farà la conta di chi lo ama e lo segue. Al momento 7 consiglieri regionali su 8, 2 deputati su 18,2 senatori su 9. «Ci porterà via il 25% dei quadri dirigenti - scommette Stefani - tutta gente messa lì da Comencini». E nell'elettorato? «Dai nostri sondaggi la percentuale è infima: a Vicenza lo 0,20...». A sentire Foggiato non sarà così: «Noi punteremo sul Veneto che non si riconosce in Bossi, su chi si è stancato di votare perché in dieci anni di battaglie non abbiamo portato a casa un bel niente». Nemmeno una strada. L'oste Piero guarda fuori e vede le nuvole basse del temporale. «Che tristezza... Bossi martedì sarà qui e lo dirò anche a lui. Ci credo ancora, ma state attenti ragazzi. Questa spaccatura ci taglia a metà». Giovanni Cerniti Il Senatur: cercano solo poltrone Ci vorrà un anno per far pulizia nel partito Nella foto a sinistra il segretario della Lega Nord Umberto Bossi Qui accanto l'ex leader della Liga Veneta Fabrizio Comencini ora esautorato e fondatore del movimento che punta a rifondare la Liga staccandosi dalla Lega