Il Cavaliere: il Polo non sta a guardare

Il Cavaliere: il Polo non sta a guardare Il Cavaliere: il Polo non sta a guardare u N comportamento diverso da questo avrebbe oggi come conseguenza quella di diffondere ancora di più nei cittadini, e non solo in quelli che votano per il Polo, un clima di sfiducia e di disorientamento che sarebbe negativo per la nostra democrazia. E' anche così che una forza politica ciimostra il proprio senso di responsabilità e il rispetto della propria funzione nazionale. D'altra parte, l'opposizione ha dimostrato in più occasioni di avere in masshno grado questo senso di responsabilità di fronte agli interessi del Paese. Lo ha dimostrato in occasione della missione in Albania (e potrà aver presto l'occasione di dimostrarlo nuovamente). In tutti questi casi, tuttavia, il presidente del Consiglio e gli esponenti più autorevoli della maggioranza hanno avuto atteggiamenti e parole di suffi¬ cienza o, addirittura, di beffarda ironia. Ora il governo Prodi è giunto al capolinea. Anche in caso di resipiscenza di Bertinotti, la crisi di questa maggioranza è profonda e irreversibile. Nessun accomodamento dell'ultima ora potrà tenere in vita una alleanza che non ha una effettiva maggioranza né in Parlamento né nel Paese. La sopravvivenza di questo governo produrrebbe soltanto ulteriori gravi danni al tessuto dell'economia, alla possibilità stessa di uscire dalla crisi in cui si trova l'Italia. Per quanto riguarda invece l'affermazione di Berselli, secondo cui la Finanziaria (anche questa Finanziaria con una manovra di così ridotte dimensioni) deve essere approvata in ogni caso, pena «un cataclisma nazionale», essa è non solo infondata, ma tale da apparire addirittura terroristica. Non c'è alcun bisogno di drammatizzare così la realtà. Se la Finanziaria non viene approvata, non accade nulla di sconvolgente o irrimediabile. L'esercizio provvisorio è sufficiente ad evitare ogni possibile ripercussione finanziaria. Non si capisce, inoltre, per quali ragioni Berselli ritenga che non ci siano ragionevoli possibilità di elezioni. Questa è una tesi apodittica, che risponde, forse, solo alle sue personali convinzioni. In un regime dell'alternanza, quando entra in crisi un'alleanza politica voluta dagli elettori, si sciolgono le Camere e si indicono nuove elezioni. Le elezioni sono, in tutti i Paesi occidentali, un evento democratico; anzi, costituiscono il momento più alto della democrazia, a cui si ricorre normalmente senza le speciose resistenze che si registrano in Italia. Paradossalmente, è proprio la sinistra che si oppone con più forza alle elezioni, come accadde nel 1994 dopo la decisione di Bossi di rompere la maggioranza scelta dagli elettori. Anche allora, al popolo italiano venne impedito di decidere Uberamente quale tipo di governo darsi. Alla volontà degli elettori si è preferito imporre la volontà dei partiti e gli interessi di potere della sinistra. Ma fino a quando gli italiani accetteranno che sia loro negato il (iiritto di votare? Silvio Berlusconi Il leader del Polo Silvio Berlusconi

Persone citate: Berselli, Bertinotti, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Albania, Italia