«Prodi non ceda a quel ricatto»

«Prodi non ceda a quel ricatto» «Prodi non ceda a quel ricatto» Fossa: vada a cercare i voti in Parlamento INDUSTRIALI E POLITICA CAPRI DAL NOSTRO INVIATO La crisi, che guaio. Gli imprenditori non riescono a capacitarsi della possibile caduta del governo Prodi a causa del ritiro della fiducia da parte di Rifondazione. Giorgio Fossa, presidente della Confindustria, è preoccupato: «La crisi non può bloccare il Paese; la legge finanziaria deve essere approvata a tutti i costi, così com'è». Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat, manifesta l'inquietudine del mondo produttivo: «Dovrebbe essere ben chiaro che in un momento come questo - un momento che richiede grande prontezza e grande incisività d'azione - aprire una crisi di governo sarebbe quanto di più deleterio ci si possa aspettare per tutti, cittadini e imprese». All'annuale convegno di Capri dei giovani imprenditori, dove Fossa e Cantarella parlano, si respira un'aria mogia. C'è delusione. Ci sono tanti timori: un'eventuale crisi, si dice, farebbe ripiombare l'Italia nell'incertezza, mentre c'è bisogno di stabilità e di una guida ferma di fronte alla difficile congiuntura internazionale. No alla crisi, quindi, ma attenzione: «Concordo con il presidente dei giovani industriali Maicegaglia che afferma che la rinuncia alla crisi non può avvenire a qualunque costo» puntualizza Cantarella. E Fossa incalza: «L'attività di governo non può e non deve essere paralizzata dalla continua ed estenuante ricerca di compromessi con l'opposizione interna alla sua maggioranza». Insomma, niente cedimenti a quelli che sono definiti i ricatti di Bertinotti, replicando il «film già visto» con la crisi rientrata di un anno fa risolta con il varo del contestato disegno di legge sulla riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro. Ma tocca al segretario della Cisl Sergio D'Antoni, anche lui intervenuto al convegno di Capri, far notare quanto sia complessa la situazione: «Sono contrario alla crisi - dice - ma anche contro la paralisi. Chi ha il compito di trovare una soluzione lo faccia e presto. Il Paese ha bisogno di un governo nella pienezza delle funzioni». Auspicando che in questo momento la crisi possa essere evitata, sotto gli occhi del presidente del Senato Nicola Mancino e del presidente di An Gianfranco Fini, Fossa insiste sull'esigenza di approvare la legge finanziaria; poi si vedrà quale possa essere lo sviluppo del tormentato confronto politico. La legge finanziaria è considerata importante, non eccezionale, «il minimo indi- spensabile per non fare un passo indietro e perciò non è possibile fare alcuna concessione a chicchessia». Per Cantarella la finanziaria contiene alcuni elementi di novità, anche se «ancora una volta non scioglie i nodi di sempre della spesa pubblica», sanità e previdenza. Cer¬ tamente «è un dato positivo», a giudizio dell'amministrarore delegato della Fiat, che «per la prima volta da molti anni non si accentua la pressione fiscale nel nostro paese». Inoltre «si deve certamente apprezzare un'impostazione non punitiva per le imprese che anzi vi ritrovano al- cuni stimoli agli investimenti». Per Cantarella, il taglio degli oneri sociali e gli incentivi disposti con la manovra «hanno una portata complessivamente piuttosto limitata» e quindi rappresentano «solo l'inizio di un rientro da una situazione di pressione fiscale abnorme». In par- ticolare gli sgravi e la cancellazione dei contributi per tre anni per i neoassunti nel Mezzogiorno «sono un passo nella giusta direzione». Cantarella avanza qualche riserva poi sulla carbon tax, la nuova imposta concepita per meglio tutelare l'ambiente: è considerata «giu¬ stificata da ragioni ecologiche», ma un fattore di aggravio dei costi energetici dell'industria. A parte i rilievi specifici su singoli punti, il mondo industriale sembra però temere che la crisi possa bloccare le iniziative a sostegno dell'economia che hanno cominciato a concretizzarsi con la legge finanziaria. Servirebbe chiarezza «e invece si rischia di giungere a un orizzonte ancora più confuso» come osserva Fossa ricordando fra l'altro che deve essere rivisto l'accordo del 1993 sulla politica dei redditi. Ma come uscire dalla complicata situazione politica? Alludendo al possibile appoggio a Prodi da parte dell'Udr di Francesco Cossiga, Fossa sostiene: «Il governo trovi il coraggio di cercare i voti in Parlamento, come fece sulla questione dell'Albania o su quella della Nato. Non ceda al ricatto di Bertinotti». Fossa non sa dire se convenga sciogliere il Parlamento: «Con questa legge elettorale temo esca un altro pateracchio». Aggiunge la Marcegaglia: «Se prima avevamo qualche dubbio, oggi abbiamo la certezza che la crisi c'è. Oggi più che mai dobbiamo rivolgere un appello forte perché il Paese ha bisogno di riforme istituzionali, in particolare di quella elettorale. Occorre garantire ai governi stabilità e governabilità». Roberto Ippolito Cantarella: un periodo di instabilità sarebbe quanto di più deleterio ci possa essere per tutti i cittadini e anche per le imprese Innocenzo Cipolletta, Tiziano Treu e Giorgio Fossa ieri a Capri Paolo Cantarella

Luoghi citati: Albania, Capri, Italia