Chi ha ucciso Terza Pagina?
Chi ha ucciso Terza Pagina? polemica. Radiotre cancella la rassegna stampa culturale. Protestano intellettuali e scrittori Chi ha ucciso Terza Pagina? Al suo posto la lettura dei giornali nelle scuole TROMA ERZA pagina, addio. Chiude i battenti la rubrica che, da alcuni an Ini, su Radiotre alle 10,15, trasmetteva la rassegna delle pagine culturali dei quotidiani, scelte e commentate da Michele Gulinucci. Non occupava molto spazio la trasmissione che ieri ha salutato i suoi affezionatissimi fans. Il programma, cancellato nella ridefinizione delle reti dal direttore Giancarlo Santalmassi, durava quindici minuti e completava idealmente Prima pagina, la tradizionale lettura mattutina dei quotidiani. Gli appassionati delle vicende culturali potevano usufruire in modo invitante e garbato di tutte le informazioni più utili sull'ultima mostra, sulla polemica letteraria in corso, sul romanzo più letto, sullo spettacolo più seguito. Ma adesso quel risicato quarto d'ora, per le necessità superiori dell'azienda, viene strappato alla letteratura, all'arte, alla filosofia. Che ne sarà? Sarà riassorbito dalla lettura dei quotidiani fatta dagli scolari. A partire dal 20 ottobre, infatti, inizierà una nuova trasmissione, Giornale in classe, ovvero la lettura in diretta della stampa nelle aule dalle 9,45 alle 10,30. L'iniziativa si muove nella direzione indicata dal ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, che vorrebbe portare più giovani a interessarsi della carta stampata in particolare ai quotidiani e, tramite l'approccio scolastico, far conoscere anche le vicende della politica. Sarà utile il sacrificio di Terza pagina? «Non scherziamo! Non è affatto un sacrificio delle ragioni della cultura a quelle della scuola», commenta Santalmassi. «Di cultura alla radio se ne fa moltissima e io stesso, in seguito all'accordo con il direttore della testata, ho ceduto al Gr un'ora di palinsesto per la redazione cultura del Giornale Radio su Radiouno. Ma non basta. Jefferson, trasmissione di Radiodue, si occupa di cultura undertrenta per ben due ore al giorno. Lampi organizza dibattiti in cui si prende spunto dalle pagine della cultura. E' sufficiente? Abbiamo cultura dappertutto e in particolare Radiotre è, nel suo complesso, proprio la gigantesca e ricca Terza pagina di Radiorai. Se seguissi un criterio uniforme dovrei offrire ai nostri ascoltatori anche la presentazione radiofonica delle pagine dello sport, di quelle economiche, di nera, di cronaca. Non mi sembra un gran servizio e poi, non è una forma di cultura commentare con gli scolari l'articolo di un quotidiano che parla della violenza negli stadi o dell'assassinio del bambino di Ostia? Le conclusioni dell'articolo di Ferdinando Camon, apparso su Tuttolibri di giovedì scorso in cui si afferma che la radio taglia le gambe alla cultura sono, a mio avviso, assolutamente sbagliate». Camon non è stato l'unico a far sentire la sua voce di dissenso contro l'affossamento della trasmissione: numerose sono le proteste di intellettuali e scrittori, da Beniamino Placido a Rosetta Loy ai più giovani narratori come Tiziano Scarpa. Si ha la sensazione che, con la defenestrazione di Terza pagina, finisca una tradizione di cultura: la rassegna era nata nel 1994 ma prima ancora c'era stata la sorella maggiore Taglio di Terza, che andava in onda da parecchi anni. Prima pagina, poi, non potrà dar conto che in via del tutto eccezionale delle notizie che riguardano il settore-cultura: raramente il mondo delle lettere, della psicanalisi o dell'antropologia fa capolino sulle prime pagine. «La soppressione della trasmissione mi addolora», osser¬ va Gulinucci. «Terza pagina era una vetrina completa. Seguendo le nostre indicazioni si poteva avere un'intera panoramica del dibattito che si svolgeva sulle questioni culturali». Non sono stati, comunque, nemmeno i dati di ascolto (circa 150 mila ascoltatori come risulta dalla rilevazione del febbraio-marzo di quest'anno) a spingere la direzione a tracciare un segnaccio nero sulla trasmissione. Infatti Radiotre punta a un pubblico selezionato che ama la musica classica e che guarda con un tratto di snobbismo al chiacchiericcio interattivo che imperversa sugli altri canali con la linea telefonica sempre rovente. «Era un programma molto piacevole e preciso e serviva, com'è facilmente intuibile, a chi non compra più di un giornale», osserva Paolo Mauri, responsabili delle pagine culturali di Repubblica. «Lascia un vuoto. La lettura per le scuole non mi sembra, invece, un'alternativa efficace. Leggere i giornali in classe è veramente un'impresa molto seria e non si può fare in tempo reale. Sarà un'iniziativa fallimentare e molto più costosa di Terza Pagina». Meno pessimista Massimo Di Forti, vice caposervizio della cultura del Messaggero. «La sostituzione con la lettura per gli scolari, in effetti, mi pare il male minore. Però poi non lamentiamoci se la gente non legge! A questo contribuisce anche la cancellazione di rassegne utili come quelle di Terza Pagina». E aggiunge Dino Messina, vice caporedattore della cultura del Corriere della sera: «La trasmissione centrava sempre gli argomenti più interessanti: era un'amplificazione di notizie che hanno un pubblico, in effetti non molto ampio». Mirella Serri Santalmassi: «Ma non è un sacrificio, alla radio abbiamo cultura dappertutto» La rubrica durava un quarto d'ora ed era seguita da 140 mila ascoltatori Qui accanto Giancarlo Santalmassi direttore di RadioRai Al centro Ferdinando Camon: lo scrittore ha criticato la soppressione di «Terza Pagina». A destra Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione
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