Il Tesoro dà l'addio alle banche di Luigi Grassia

Il Tesoro dà l'addio alle banche Liquidato anche il 5% residuo in Telecom. Croff: buona operazione nonostante il mercato volatile Il Tesoro dà l'addio alle banche Dopo Bnl via tutte le altre partecipazioni ROMA. Il Tesoro lancia un altro round di privatizzazioni e esce dal settore bancario e da Telecom Italia. Dopo aver messo sul mercato nel '98 la quarta tranche delle azioni Eni, avviato l'operazione Alitalia e collocato, con l'imminente opv di fine ottobre, l'85 per cento di Bnl, il dicastero di Carlo Azeglio Ciampi farà una sorta di quarta grande dismissione dell'anno, liquidando la somma delle sue residue partecipazioni in tutti gli istituti di credito e poi nell'Ina e nel gruppo di Rossignolo. Lo aveva promesso il Dpef in aprile e lo delibera il Cipe con la relazione previsionale e programmatica, approvata la settimana scorsa e resa nota ieri. Una strategia con due obiettivi: fare cassa per ridurre il deficit e il debito come vuole Maastricht, ma anche, si legge nel Documento di programmazione economica e finanziaria, «promuovere la cultura dell'investimento azionario fra i risparmiatori individuali, consentendo al sistema produttivo di accedere in misura sempre maggiore a fonti di finanziamento alternative a quelle bancarie». Da qui la doppia rilevanza, all'interno di questo lotto, delle nuove dismissioni nel settore bancario. Significativo, anche, che l'annuncio di questa messa in vendita segua di 24 ore l'addio alla «golden share», che rende non più strategiche certe partecipazioni minoritarie dell'attore pubblico. Ricordiamo che questo strumento permetteva al Tesoro di essere «più uguale» degli altri azionisti, conferendogli una serie di privilegi con cui controllare certi settori economici, ritenuti strategici per il Paese, anche dopo le relative privatizzazioni; un meccanismo che all'Unione europea non piaceva, perché ritenuto distorsivo della libera concorrenza. Per cui ieri l'abolizione è stata salutata dall'elogio all'Italia del commissario europeo Mario Monti (che ha anche ricordato le bacchettate per la golden share somministrate da Bruxelles pure a Gran Bretagna e Francia). Passando al dettaglio delle privatizzazioni, il Tesoro ha in corso la cessione, per trattativa diretta, del 53 per cento del Credito industriale sardo (Cis) e per offerta pubblica del 7,32% della Meliorbanca di Pierdomenico Gallo (sede operativa a Milano e due propaggini a Roma e Londra). E' inoltre allo studio, dice la relazione del Cipe, la privatizzazione del Mediocredito centrale (posseduto al 100% dal Tesoro) e la cessione delle quote residue detenute nel Banco di Napoli (17,43 per cento), nell'Imi (0,68%), nell'Ina (l'I, 1%) e in Telecom Italia 15,17%). Quella in Telecom, che fra le società interessate al prossimo round di dismissioni è l'unica al di fuori del settore bancario e assicurativo, è la partecipazione più rilevante nell'azionariato del gruppo di Rossignolo. Il 2,76% è in gestione speciale per l'attribuzione gratuita della bonus share legata all'opv dell'autunno scorso; il 2,4 residuo doveva essere acquistato dai partner stranieri At & t e Unisource, ma non se n'è fatto nulla e sarà messo sul mercato. Quanto alla Banca nazionale del lavoro, il boccone più grosso, il suo amministratore delegato Davide Croff ha detto ieri: «Siamo pronti. Fissare la data dell'offerta pubblica di vendita è competenza del Tesoro insieme con i global coordinator. Il prezzo di collocamento viene fatto al momento dell'opv e non può essere annunciato prima. Ma per il resto, ci auguriamo che le condizioni ci consentano di andare avanti rapidamante». Croff ha osservato: «Non possiamo ignorare che le condizioni del mercato sono volatili. Tuttavia l'offerta Bnl ha elementi di grande interesse, e nei momenti difficili le offerte buone vanno avanti. Se il titolo è buono credo che ci siano delle buone possibilità di fare un'operazione di successo». Restano in lista d'attesa certe privatizzazioni delicate come Enel, Aeroporti di Roma e Società Autostrade. Luigi Grassia

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Croff, Davide Croff, Mario Monti, Pierdomenico Gallo