Baggio: la mia droga si chiama sudore di Pierangelo Sapegno
Baggio: la mia droga si chiama sudore Baggio: la mia droga si chiama sudore «Non conosco le sostanze di cui si parla in questi giorni» 1 IL CAMPIONE AS. PATRIGNANO rimìni DAL NOSTRO INVIATO Il campione sorrise in mezzo a loro. «Possiamo fare una foto?», chiese uno. I giornalisti lo assediavano per il doping nel calcio. «Io mi sento a posto», disse Roberto Baggio. Daniela aveva perso il taccuino per l'autografo. Mario era un tifoso del Milan. Antonio sognava di giocare assieme a lui. Il campione ogni tanto non osava neppure guardarli: erano così sbrindellati da far tenerezza. «Se c'è qualcuno che ha sbagliato nel mondo del calcio è un problema suo», disse. I miliardari del pallone, in fondo, non meritano lo stesso rispetto dei giovani della collina. In questo villaggio, quelli che hanno perso hanno già bruciato qualcosa alle loro spalle. Chissà se il campione lo sa. I ragazzi sgarruppati di Sampa. Ciondoloni, qualche voce impastata, qualche occhio smarrito, qualche sorriso che rinviene. Affastellano domande come sogni di bambini, cosa possiamo imparare da te?, puoi finire la tua carriera nel Vicenza?, posso darti un bacio sulle guance?, che consigli ci dai per uscire fuori dalla droga? Ma anche nel regno di chi perde c'è molto da imparare. E così, in un giorno qualsiasi del ciclone doping, Roberto Baggio se n'è venuto a San Patrignano, fra i ragazzi che hanno lasciato la scimmia e non hanno ancora perso le occhiaie, fra i disperati della droga e dei mondi perduti. Tutto in grigio, i capelli corti e l'orecchino che penzola. Ci sono i Moratti che fanno gli onori di casa, c'è Candido Cannavo, direttore della Gazzetta dello Sport, che lo aspetta sul palco per il dibattito. Dentro la sala, stanno pure appesi dietro le transenne. «Il coraggio di perdere» è un tema intrigante, ma potrebbe essere soprattutto una lezione per chi ha già perso senza coraggio. Cannavo ricorda gli esempi dello sport, Pantani che si ruppe le ossa e riuscì a risorgere, un altro ciclista, Armstrong, colpito dal tumore ai testicoli che è tornato a correre e vincere. Ne potrebbe citare ancora tanti altri, Manuela Di Centa, o Turrini, o Penev, o persino Kanu, che hanno visto il dolore o la morte da vicino e sono tornati lì dove si combatte solo per passione. Baggio il campione è un caso diverso: sconfitto perché è incompreso, perché è l'ultimo degli artisti. Gli sgarruppati di Sampa lo possono capire: sono tutti un po' artisti, e un po' maledetti, nella loro sconfitta. Si sentono vicini a lui, e allora gli chiedono: ti senti un esempio da seguire? Risposta: «Sei un esempio se in una carriera piena di successi, anche tu sai accettare le tue sconfitte». Poi, è una raffica di domande. Finirai la carriera all'estero? «No, credo che finirò la mia camera all'Inter. Ho avuto la fortuna di trovare questa grande squadra a 31 anni». Non ricorda che due anni prima l'aveva rifiutata. Continua: «Sono stato mandato via da una squadra e volevo dimostrare quel che valgo. Ho dovuto guadagnarmela, sudarmela un anno. Un anno fa avevo grandi obiettivi, e la gente mi considerava un po' patetico. Volevo il terzo Mondiale. E ci sono riuscito». I ragazzi gli fanno domande come se fosse lui il loro profeta. «Tutti dobbiamo avere obiettivi. E bisognava averli sempre, andare avanti a tutte le età». Domanda: che stato d'animo avevi quando dal Milan sei passato al Bologna? «E' stato faticoso, difficile, in un momento in cui ti ritrovi solo. Ma si può trasformare tutto, anche se sei l'unico a crederci». Saranno contenti a Bologna. Ancora Baggio: «Io a 18 anni ho rischiato di smettere di giocare. Furono 2 anni difficUissimi. Ci vuole coraggio, tenacia, voglia di farcela. Credo che in quei momenti una persona deve avere quella molla dentro per riuscirci». Quando una sostanza si può considerare doping? «Io tutto quello che ho costruito l'ho costruito con la sostanza del sudore, della fatica e dell'orgoglio. Di tutto quello che non appartiene a questo non me ne intendo, non so risponderti». Coincidenza: è la stessa risposta che diede poco tempo fa alla tv Calori, dell'U¬ dinese, ingiustamente infangato per lo scandalo doping. Stefano: quali sono i valori fondamentali che ti hanno aiutato nella tua rivincita? «Dentro te stesso devi avere la voglia di raggiungere qualcosa. Io ho avuto la fortuna di conoscere una fede importantissima che mi ha aiutato». Che cosa bisogna fare? Lezione di sport: «Sfidarsi ogni giorno, non sentirsi mai arrivato, dimostrare a se stessi che si possono superare certi limiti». Tu come vivi il problema della tossicodipendenza? Che consigli ci dai? «Tutti commettiamo errori nella vita. Anch'io ne ho fatti. Non mi sono mai abbattuto per questo, non ho mai basato la mia vita sulla sconfitta». Silvia: Che cosa ti ha spinto a venir qui da noi? «Raccontare la mia esperienza. Confrontarmi con voi. Scoprire quello che non riesci a capire da fuori». Che consigli dai ai giovani per sfondare nello sport? «Lo sport è divertimento. Si possono avere chance anche in un altro campo. Però devi fare ogni cosa con lo spirito di dare tutto». Valentina: Quanto ha influito la tua fede nel buddi¬ smo? «Ho avuto la fortuna di conoscere questa fede nel momento più brutto della mia vita. Attraverso la fede ho trasformato la mia sofferenza in un trampolino per vincere. Ho un amico che ha un negozio di dischi. E' lui che mi ha raccontato il buddismo. Ho iniziato il 1° gennaio dell'88 e non ho ancora smesso». Finale. Qual è l'emozione più forte che hai provato > «Una cosa negativa. Il rigore sbagliato a Pasadena. Era sempre stato il mio sogno vincere i Mondiali». I ragazzi sgarruppati applaudono, sorridono. Il campione se ne va firmando gli autografi. Ah, ci sono pure i giornalisti, Baggio ne farebbe a meno. Il calcio è davvero così brutto come lo dipingono le inchieste?, chiede uno. Risponde scappando via: ((Aspettiamo a giudicare. Sono da tanti anni in questo mondo e un mucchio di volte ho visto scandali finiti in una bolla di sapone». 1 ragazzi di Sampa sono ammucchiati là dietro. Paff. Il campione è già svanito. Appunto: come una bolla di sapone. Pierangelo Sapegno wn^\ Roberto Baggio al momento dell'arrivo nella comunità di San Patrignano dove ha parlato a centinaia di giovani
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