Chiusano attacca: basta inchieste da Medioevo di Marco Ansaldo

Chiusano attacca: basta inchieste da Medioevo Chiusano attacca: basta inchieste da Medioevo TORINO.Davamo per scontato che la Juventus contrattaccasse le voci diffuse da una radio privata romana sulla positività di due suoi giocatori a un controllo antidoping: la gravità delle accuse e l'inesistenza di una prova che le suffraghi trasformano qualsiasi querela in un esercizio scolastico. Dunque non poteva essere la semplice solidarietà a Monterò e a Tacchinardi la ragione principale della conferenza stampa organizzata ieri sera dall'avvocato Chiusano, presidente del club bianconero e legale della famiglia Agnelli. Infatti la strategia della Juve, stremata dalle illazioni e dalle fughe di notizie, batte due strade: la prima è di rispondere per via legale alle accuse; la seconda (ed è la novità) è di attaccare l'inchiesta del pm Guariniello che ha già condotto in Pretura parecchi bianconeri. ((Abbiamo sempre collaborato, andando anche oltre quanto ci potevano chiedere, perchè il problema del doping non ci trova insensibili ha spiegato Chiusano -. Ma non sono d'accordo con un certo modo di condurre queste inchieste che sembrano non avere un limite di competenza e non si sa quanto dureranno: due anni, cinque anni? Nell'ordinamento italiano non esiste la possibilità che un magistrato con¬ duca un'indagine conoscitiva e vada alla ricerca di un reato. Anche su questo la Juventus farà sentire la propria voce». A più di un mese dalla convocazione di Zeman, che aprì ufficialmente l'indagine del magistrato, i campioni d'Italia hanno perciò deciso di contestarne i metodi. In che modo? Chiusano ha negato un ricorso al ministro della Giustizia («Flick ha altre cose cui pensare») e non ci sono i titoli per interessare il Csm. Sul piano procedurale la Juve, finché non avrà assunto la posizione dell'indagato, non può far molto. Ma ci sono altre strade e si potrebbe arrivare a chiedere il trasferimento dell'inchiesta a un'altra sede, magari a Roma, visto che tutto ruota attorno ai controlli truccati del laboratorio dell'Acqua Acetosa. Di certo i rapporti con Guariniello si sono guastati. Gli juventini ritengono che il suo modo di condurre l'inchiesta contribuisca ad alimentare «le voci, i mormorii, le maldicenze». «Si favorisce la propagazione di notizie prive di ancoraggi sicuri - ha detto Chiusano -. Si sa soltanto quello che scrivono i giornali o riportano le tv, come accadeva nel Medioevo con gli editti: si facciano invece i nomi, i cognomi, si conoscano i latti, gli addebiti. Non si può turbare la serenità e i ritmi di un ambiente di lavoro, soprattutto se è particolare, com'è una squadra di calcio. L'equilibrio nervoso e comportamentale dei giocatori è turbato dai si dice». Il presidente juventino ha aggiunto che la situazione del Coni, decapitato al vertice, ha creato un vuoto di potere. «E mi auguro che non ci sia un disegno contro la Juve, del quale non vedrei la ragione. Sarebbe la ciliegina su ima torta già abbastanza amara». Ora partiranno le querele nei confronti dell'emittente che ha accusato Monterò e Tacchinardi. «Di fronte alle offese violente, sanguinose e turpi - ha annunciato Chiusano - noi saremo al fianco dei giocatori. E lo saremo in futuro se proseguirà questo sistema in cui si diffama la gente a tradimento e senza il minimo supporto probatorio. Non è possibile sentire che i nostri giocatori sono dediti alla cocaina sulla base dell'informazione data da uno sconosciuto. La Juve non è più disposta a tollerare le maldicenze». Sull'argomento è intervenuto con un'interrogazione parlamentare il senatore De Carolis, che ha chiesto sanzioni contro chi, alla Rai, «ha raccolto e diffuso con troppa leggerezza la notizia data da un'emittente». Marco Ansaldo Il presidente della Juventus Vittorio Chiusano contesta i metodi di indagine del magistrato torinese Raffaele Guariniello

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