Veneto, la Lega alla resa dei conti Stefani: abbiamo tollerato troppo
Veneto, la Lega alla resa dei conti Stefani: abbiamo tollerato troppo Domani il congresso di Comencini: rifonderemo il partito Veneto, la Lega alla resa dei conti Stefani: abbiamo tollerato troppo VENEZIA. «Ci sono state sbattute troppe porte in faccia. Non abbiamo più guance da porgere. Risponderemo colpo su colpo...». Quella di Stefano Stefani, presidente del Carroccio e commissario del partito in Veneto, è quasi una dichiarazione di guerra nei confronti di Fabrizio Comencini, l'uomo della frattura: «Abbiamo cercato in tutti i modi di capire, di tollerare, di far ragionare dice Stefani - ma la risposta che è trapelata è stata: "Noi fondiamo un nuovo partito"». Tra le due fazioni è già iniziata la battaglia sul nome del partito, dato che entrambe le fazioni continuano a definirsi Liga Veneta: «I nostri avvocati hanno inviato un ricorso urgente alla pretura di Venezia. La Liga Veneta siamo noi e non è giusto che altri continuino ad usare questo nome...». La guerra diventa scontro aperto quando si scende sul terreno dei congressi. $ Che saranno contrapposti e, pare, affollati: «Noi annuncia il commissario - abbiamo invitato 3129 persone per il 10 eli ottobre a Bassano del Grappa. Se poi qualcuno vorrà andare anche a San Martino di Lupari alla riunione conviviale di Comencini è libero di farlo...». L'allusione è al contro-congresso che l'ala dei dissidenti celebrerà domani. Secca la replica di Comencini: «Come andrà a finire lo sapremo alla chiusura dei lavori attacca - ma una cosa è certa: a San Martino di Lupari ci sarà un servizio d'ordine ma non avremo le guardie padane.... Noi andiamo a costituire per il Veneto un movimento che sia positivo per la no¬ stra terra: dove andremo lo dirà la storia. «Noi abbiamo ripreso la nostra identità - continua - noi non andiamo con Prodi, D'Alema o Berlusconi e non ci interessano, così come non ci importa ciò che accade alla Lega in Friuli che pare si allei con l'Ulivo...». A San Martino i votanti prenderanno posto in platea, gli altri sugli spalti. Per votare, basterà firmare il documento di Noale quello che ha sancito la nascita della «rifondazione» leghista - all'arrivo nel Palasport. Con Comencini si sono schierati sette su otto consiglieri regionali, che hanno eletto capogruppo il vicentino Ettore Beggiato al posto dell'unico consigliere bossiano Gian Paolo Gobbo, i parlamentari Gambato di Venezia e Signorini di Verona, mentre altri due (Serena di Treviso e Manfroi di Belluno) hanno firmato il documento di Noale ma fanno ancora parte del Gruppo parlamentare della Lega: Gambata e Signorini sono invece passati al Gruppo misto. Nel consiglio federale della Lega, su quattro rappresentanti veneti (di cui due presenti di diritto), sono rimasti Stefano Stefani e Manuela Dal Lago, presidente della Provincia di Vicenza, designata da Bossi «presidente del governo della Padania», mentre Comencini e il segretario trevigiano Mariangelo Foggiato, ex fedelissimo di Bossi, guidano il movimento dei dissidenti. Altre tensioni per il partito di Bossi stanno sorgendo in Friuli. «Un intervento di Bossi contro il segretario della Lega friulana sarebbe più che ovvio», dice il deputato Rinaldo Bosco. Nel mirino il modo con cui Roberto Visentin sta gestendo la candidatura di Sergio Cecotti (ex presidente leghista del Friuli Venezia Giulia) a sindaco di Udine. Il candidato sarà appoggiato da una lista autonomista, senza il simbolo della Lega, e da due liste locali che non si riconoscono nella Lega. [r. i.l $ L'ex segretario della Liga Veneta Fabrizio Comencini
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