« Serve un direttore d'orchestra » di Fabio Galvano

« Serve un direttore d'orchestra » « Serve un direttore d'orchestra » Il governatore: regole alla finanza globale MERCATI SELVAGGI OLONDRA CCORRONO «direttori d'orchestra», dice il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, per gestire le crisi finanziarie. Sordo a chi cerca di avere da lui particolari e spiegazioni sulla malaugurata decisione dell'Ufficio italiano Cambi (Uic) di investire nel fondo Ltcm rimettendoci centinaia di miliardi, ammette che «le recenti difficoltà di quello hedge fund mostrano la rilevanza delle minacce alla stabilità dei mercati»; e che quindi «in assenza di un'adeguata regolamentazione e vigilanza può essere messa a rischio la stabilità dei mercati». Di qui la necessità, a suo avviso, di dare un colpo di freno alla globalizzazione selvaggia. Con l'aiuto, appunto, di quei «direttori d'orchestra»: qualcuno, spiega, che «capisca, in una situazione che è senza precedenti di liberalizzazione ai movimenti di capitali, come funziona il sistema e che cosa accade globalmente». Fazio presiedeva a Londra una grande conferenza organizzata dalla Camera di Commercio italiana sulla competitività delle banche e delle industrie europee di fronte al mercato globale, cui hanno partecipato anche il presidente della Coiisob Luigi Spaventa, che ha ugualmente sottolineato la necessità di una maggiore vigilanza («C'è una nuova economia mondiale, ma non c'è un ruolo simile delle istituzioni; lo stesso trattato di Maastricht ha ancora un concetto troppo stretto della Banca centrale»); il consigliere di Confindustria per la globalizzazione, Rosario Alessandrello; e, per parte inglese, il presidente della Bei (Banca europea per gli investimenti) Sir Brian Unwin e il ministro per l'Occupazione nel governo-ombra conservatore David Willetts. Ad essi si è successivamente affiancato Renato Ruggiero, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (Wto). Il governatore della Banca d'Italia ha osservato - mentre da tutta Europa arrivavano notizie allarmanti sulla crisi delle Borse - che «finora siamo vissuti sotto l'illusione che il mercato del denaro e del credito si possa regolare da solo con le forze di mercato». In realtà, ha additato in uno dei suoi interventi, i rischi derivanti dalla crescita del mercato finanziario globale sono enormi, in seguito a posizioni speculative a brevissimo termine e di ammontare tale «da influenzare anche Paesi con strutture finanziarie solide». Di qui l'«assoluta necessità» di prevenire altri casi d'instabilità sistemica, con «uno scrutinio costante delle economie emergenti e di quelle in transizione e il rafforzamento della vigilanza su mercati e intermediari». Anche il Fondo Monetario, ha affermato Fazio, «deve assumere maggiori responsabilità nell'analisi e nella prevenzione delle crisi». Il suo messaggio da Londra, alla vigilia del G7 di Washington e dell'assemblea annuale del Fondo, è che la globalizzazione finanziaria è ottima per l'economia, ma va però guidata entro canali sostenibili, altrimenti diventa un rischio e provoca «momenti dolorosi». A questo, ha detto il governatore della Banca d'Italia, si sommano nell'attuale frangente le pressioni delle economie aggressive, che potrebbero portare a effetti sul mercato del lavoro. In questo quadro generale - ha aggiunto - l'Europa «si muove con due fardelli sulle spalle: un alto onere fiscale e una rigidità dell'attività economica, che hanno chiari effetti sulla competitività». Il peso dell'onere fiscale, ha indicato, è del 43-48% nell'Europa continentale, contro il 37% in Gran Bretagna e appena il 32% negli Stati Uniti. «Tramite la competitività esso pesa sulla crescita», ha detto. Per garantire una maggiore flessibilità del mercato del lavoro è necessario «cambiare la struttura salariale, creando tra impresa e lavoratori un legame di economia condivisa». Fazio ha anche lanciato un appello al rinnovamento del sistema pensionistico. «Altrimenti - ha detto - a lungo andare ci saranno problemi crescenti sul fronte del debito pubblico». Ma anche di fronte ai terremoti di questi giorni egli insiste che le banche italiane sono state «abbastanza salde» e ricorda che «dagli Anni Trenta non c'è un risparmiatore italiano che abbia perso una lira a causa delle crisi finanziarie mondiali e questo spiega l'alto tasso di risparmio in Italia». Con buona pace delle avventure dell'Ufficio Italiano Cambi sul terreno minato degli hedge fund. Fabio Galvano Il governatore di Bankitalia Antonio Fazio (foto sopra) e, qui a fianco, il numero uno della Bundesbank, Tietmeyer

Persone citate: Antonio Fazio, Brian Unwin, David Willetts, Luigi Spaventa, Renato Ruggiero, Rosario Alessandrello, Tietmeyer

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Italia, Londra, Stati Uniti, Washington