La rabbia del rione Sanità «Ostaggi di un inferno »

La rabbia del rione Sanità «Ostaggi di un inferno » La rabbia del rione Sanità «Ostaggi di un inferno » TRA I VICOLI IN FIAMME JS390 mm napoli MaBì'Or.T-séntitb'' TU ""■ boato, BB tot quello scoppio tremendo e mi sono affacciato subito: ho visto uscire Pasquale dà quell'inferno, dalle fiamme. Ho visto quel fumo nero nero e lui che si toccava le gambe. Allora sono corso giù, l'ho caricato sul motorino, me lo sono tenuto stretto, abbracciato, e l'ho portato in ospedale». Salvatore ha vent'anni, tre di meno del fratello che adesso è ricoverato al «Nuovo Pellegrini». Non è grave, se l'è cavata con qualche scheggia e qualche bruciatura, ma negli occhi ha ancora ben presente la paura. Nei quattro ospedali napoletani dove sono state portate le tredici persone rimaste ferite nell'esplosione s'intrecciano le storie delle vittime innocenti dell'autobomba. Tra il popolo del rione Sanità, la diffidenza e il timore di chi vive quotidianamente a contatto con l'oppressione della camorra si traducono nel rosario di «non so». Ma fra quanti sono stati colpiti ci sono anche giovani di bottega, il garzone di un bar, operai in naia, nelle fàbbriche di borse, un pensionato, un ex bidello, gente che questa volta tiene a prendere le distanze dalla violenza che la circonda. «Noi fatichiamo, facciamo scarpe e borse - insiste Salvatore Bocchetti - e il problema nostro è che c'è poco lavoro. Per questo mio fratello non stava in fabbrica ed è andato nella sala giochi. Noi abitiamo proprio di fronte e io ero in casa, con lo stereo a tuttovolume. Poi lo scoppio, terribile, i vetri rotti: sono volato giù a prendere Pasquale». Nell'androne dell'ospedale, un gruppetto di donne aspetta notizie. Tra loro c'è Maria: dietro quel vetro ci sono il padre, Gennaro Ciotola, 74 anni, e il cugino, Vincenzo D'Alessandro, 58 anni. Il primo ha il volto ustionato e nel corpo decine di schegge, ma ce la farà; l'altro è in condizioni più gravi e i medici si sono riservati la prognosi. Ha subito un arresto cardiaco poco prima dell'intervento chirurgico cui è stato sottoposto. La donna ha gli occhi arrossati dal pianto e ripete: «La verità è che ce ne dobbiamo andare tutti quanti via, perché qua non si può più stare. Qua sembra di stare in America, quando queste cose succedevano per la strada. Quelli fanno scoppiare le bombe e ci vanno di mezzo persone come mio padre, un vecchietto, una persona an¬ ziana che ha campato tutta la vita facendo il bidello e che adesso perde il tempo da pensionato». «Lui stava seduto vicino al circolo dov'è avvenuto lo scoppio - continua Maria stava là come sempre a guardare la gente. Io sono passata davanti a lui per andare dal macellaio a comprare la carne e mi sono accorta che si era addormentato. Gli ho detto: papà, vattene a casa, che ci fai qui?, ma non mi è stato a sentire. Il tempo di fare cento metri e non si è capito più nulla: un rumore fortissimo, mi sono voltata e ho visto il fuoco, il fumo». Il caso, e la malasorte. Antonio Panzarielioha 19 anni e anche lui fa l'operaio, in uno di quei laboratori dove si producono le borse e gli articoli in pelle. «Purtroppo, però, c'è poco lavoro - dice il padre che non si stacca un momento dal suo lettino - e il padrone suo gli ha dato il pomeriggio libero. Per questo stava là nel circolo, a giocare con quelle macchinette». Ma la «fatica» non ha salvato Giuseppe Boccacciari, 14 anni appena. Lui è ricoverato nell'ospedale «San Gennaro», al rione Sanità, dove i medici lo hanno operato per estrarre le schegge che si sono conficcate nelle sue gambe. Accanto al ragazzino ci sono i genitori, fuori della stanza una zia non sa darsi pace. Dice: «Povera creatura, ci è andato di mezzo perché lavora in un bar che sta vicino al posto dov'è scoppiata la bomba. Antonio fa il garzone per guadagnare qualcosa e invece, invece poteva morire in questo modo assurdo». Mariella Cirillo «Qui è diventato impossibile vivere Sembra di essere nella vecchia America quando queste cose succedevano per strada» In alto, vigili del fuoco e polizia vicino all'auto esplosa in via Cristallini. Accanto, il luogo dello scoppio nel popoloso quartiere Sanità.

Persone citate: Antonio Panzarielioha, Gennaro Ciotola, Giuseppe Boccacciari, Mariella Cirillo, Salvatore Bocchetti, Vincenzo D'alessandro

Luoghi citati: America