Pirandello teatrante d'Europa di Nuccio Messina

Pirandello teatrante d'Europa Rivoluzionario e moderno: un convegno a Torino ne analizza le fortune Pirandello teatrante d'Europa Dagli Anni 20 il più studiato all'estero s\ | TORINO I & UANDO Antonio TabucI I chi scrisse il dramma 11 ■ I signor Pirandello è desiY I derato al telefono, traeva V dalle nebbie della finzione un impossibile rapporto tra l'autore dei Sei personaggi e il poeta Fernando Pessoa che, con l'ossessione del suo «io plurale», di personaggi ne ha incarnati molti di più. Per quanto arbitraria, quella relazione nasceva da un fondamento: dal fatto che Pirandello, a partire dagli Anni Venti, è stato il drammaturgo italiano più noto, più rappresentato, più studiato in Europa. Era il primo rivoluzionario che irrompeva sulla scena mentre si sfilacciava l'espressionismo. Con i suoi personaggi frantumati, le torture dell'ipocrisia borghese, l'invenzione del teatro nel teatro, suggeriva nuove possibilità espressive, ponendo i presupposti di una fortuna che, da allora, non sembra essersi esaurita e con la quale facciamo ancora i conti. Non è un caso che lo Stabile di Torino, il Dams e il Crut abbiano sentito la necessità di riaprire il capitolo. L'occasione è offerta dal debutto a Piacenza, il 13 ottobre, di Non si sa come, regista e interprete Gabriele Lavia. Ma dev'esserci una ragione più profonda, un rovello ancora da sciogliere, se, a margine di questo debutto, si accendono le micce di un convegno che oggi e domani farà affluire al teatro Carignano alcuni fra i più accreditati studiosi pirandelliani. Gigi Livio illustrerà le «Ragioni della grandezza di Pirandello»; Roberto Tessari disegnerà il rapporto d'arte e d'amore (amore intensissimo e casto) tra il drammaturgo e l'attrice Marta Abba; Antonio Attisani spiegherà perché Quando si è qualcuno sia un testo da riscoprire; Roberto Alonge getterà un ponte tra l'immaginario femminile e Non si sa come; Federica Mazzot.ti illustrerà i Pirandello messi in scena da Stre- hler. Se non bastasse, i registi Massimo Castri, Gabriele Lavia, Beppe Navello e Luigi Squarzina racconteranno i loro duelli con una drammaturgia accidentata, ostinatamente chiusa in quelle ossessioni che Giovanni Macchia inchiodò nella «stanza della tortura». Coordinerà il dibattito (l'ingresso è libero) Nuccio Messina. Da noi Pirandello è la moneta teatrale più spendibile e più spesa. Né in Europa, superato lo shock degli Anni Venti, è una ri¬ serva. Giovanni Cappello e Wolfgang Sahlfeld, che dall'università di Neuchatel approderanno ■ domani al convegno, ci illustreranno il tracciato non uniforme di un successo senz'altro solido. «Oggi in Germania Pirandello è un classico, come Schiller», afferma Sahlfeld. Stesso discorso, all'incirca, per la Francia, che ha avuto in Bernard Dort, campione di sottigliezze analitiche, il più straordinario esegeta dell'opera pirandelliana. Ma, a parte l'assiduità delle messe in scena, è l'influenza esercitata da Pirandello sugli altri scrittori a sollevare la nostra curiosità. Cappello dice che, senza di lui, Gabriel Marcel e Jean Anouilh avrebbero preso strade diverse, lontane dalla «tematica della personalità» e dalla relazione tra realtà e finzione. Più intricato appare il rapporto con la Germania, che dopo avere in qualche modo formato il talento di Pirandello, ne fu successivamente conquistata. L'allestimento dei Sei personaggi ad opera di Max Reinhard, nel '24, alimentò una moda. Spiega Sahlfeld che Georg Kaiser e il Bertolt Brecht di Un uomo è un uomo contrassero sicuri debiti pirandelliani. La moda si spiega col fatto che, esauritosi l'espressionismo, l'unico autore nuovo era Pirandello: «Gli scrittori lo leggevano, lo discutevano, lo immettevano nel loro linguaggio». E' il caso di Cari Zuckmayer, autore nel 1926 del Vigneto gioioso, inequivocabilmente ispirato da Liolà e dal terzo capitolo del Fu Mattia Pascal. Soltanto Brecht riuscì a mettere in ombra Pirandello: Brecht e l'esilio dei registi ostili al nazismo (Piscator per esempio). Ma al primo appannamento del fulgore brechtiano, ecco tornare prepotenti le suggestioni del teatro nel teatro, le scissioni dell'essere e dell'apparire, fino alla consacrazione sul piedestallo dei classici, «come Schiller». Osvaldo Guerrieri Anche il Brecht di «Un uomo è un uomo» risente della sua influenza «In Germania oggi è un classico, come Schiller» » r Nella foto grande Luigi Pirandello. Sopra Gabriele Lavia, regista e interprete di «Non si sa come» che esordirà il 13 ottobre a Piacenza. A lato Nuccio Messina