Lo Stato e l'assistenza cattolica
Lo Stato e l'assistenza cattolica LA LETTERA DI O.d.B. Lo Stato e l'assistenza cattolica Sig. Del Buono, mi permetta di rivolgerele alcune considerazioni sul dibattito aperto su «Carità e contenuti spirituali». Ho l'impressione che questo risveglio della «carità cristiana» da parte di moltissime organizzazioni cattoliche sia «viziato» da due cause ben determinate: la prima riguarda la necessità del mondo cattolico di trovare messaggi meglio codificabili e più condivisibili da una società culturalmente più evoluta ed intelligente; l'altra nel progressivo deperimento delle strutture deputate alla cura delle persone meno protette (Stato Sociale)... Marco Fasulo, Novara GENTILE Signor Fasulo, la sua lettera è molto più lunga di quanto lo spazio mi concede. Ci torneremo sopra al più presto: «(Il deperimento)», dice lei, «avviene attraverso la "privatizzazione" da parte dello Stato di pezzi importanti di assistenza sociale "assegnati" alle organizzazioni cattoliche, il tutto tradotto in uno slogan liberista, "l'industria al privato, il sociale alla Chiesa" (con "sociale" sono da intendere tutti quelli che vengono espulsi dalle politiche neoliberiste dove predomina una sorta di darwinismo sociale). Queste mie considerazioni ultimamente hanno trovato conferma nella lettura della delibera della Giunta Regionale del Piemonte n. 22-24597 del 18/5/98 sull'assistenza cattolica nelle corsie degli ospedali. La invito a leggerla con spirito critico. Lo Stato attraverso la Regione si dà il compito di garantire Lo Se l'assicatto tato stenza olica onerosamente l'assistenza cattolica attraverso l'assunzione di personale religioso. Infatti, in tale delibera (e solo per quella cattolica, nonostante si parli di libertà di culto) vengono stabilite quote di "assistenti religiosi" a seconda del numero di posti letto ed è per loro prevista una accoglienza "alberghiera" davvero invidiabile. Non vorrei che, per ovviare ad una "decattolicizzazione" del nostro Paese, insieme alla mancanza di vocazioni provveda al ridimensionamento della propria offerta assistenziale diretta (che ha bisogno per poter operare di criteri di efficienza, qualità e garanzie specifiche) e dall'altro finanzi, sempre a suo carico, quella privata cattolica che a volte non è delle migliori. Disapprovo inoltre perché siamo in un periodo di forte compressione della spesa sanitaria ed assistenziale e mi pare perciò assurdo che gli ospedali e le Asl si gravino di oneri impropri rispetto alla loro attività. Se ne ha tempo e voglia, apra una discussione su questo aspetto che va ben oltre lo spirito concordatario e sfaterebbe miti anche a molti credenti... E' giusto, è sbagliato? Faccia giudicare ai lettori. Io credo sia sbagliato...». Beato lei, gentile Signor Fasulo. Lei è così sicuto. A me pare, invece, che le cose siano molto più complicate. Ortste del Buono
Persone citate: Del Buono, Fasulo, Marco Fasulo
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