E DIONISO AFFERRA LE MONACHE di Sandro Cappelletto
E DIONISO AFFERRA LE MONACHE FERMATA A RICHIESTA E DIONISO AFFERRA LE MONACHE L lungo periplo che nel suo ultimo libro (I Dionisiaci, I ed. Einaudi) Elémire Zolla percorre attorno a Dioniso ■E immerge scandagli ■ la letteratura e nelle arti fiH curativi- Lo scrittore inseBB gue la sua immagine ovunJH que, da Roma a Bombay, dal Gabon a Atene, infinite volte rappresentata, descritta. Quel dio, però, appare solo se lo ascolti: è suono, danza, forma in movimento. Desiderio tuttora insopprimibile, si nasconde in luoghi impensabili. Appare nel monastero di s. Stefano, Meteora arrampicata sulla roccia a mezz'aria fra terra e cielo, durante il rito vespertino intonato dalle monache greco-ortodosse. Imprevedibile, dopo infinite invocazioni del Kytie eleison, la mano di una giovane monaca afferra il turibolo dell'incenso e lo svela come strumento, sistro e sonaglio agitato nell'aria che. inatteso, libera il petto di quelle dionisiache novizie (lunghe sopracciglia sottili e nasi tagliati come nere Madonne in icona) in un canto dal ritmo più avvolgente dulia danza dell'eletta raccontata da Stravinskij nel Sacre du prituemps. Lasciato il monastero, il dio riappare nei villaggi arrampicati tra le valli dell'Olimpo, dove ogni estate i greci emigrati ovunque tornano a riverirlo. Nella grande piazza di Karia, sotto le frasche di viti e platani, come comanda la tradizione, ma sopra un tavolaccio plastificato, ragazze cresciute magari a Sydney o Toronto rendono omaggio all'immortale scatenanao i fianchi e gli occhi che si spiritano, inverando co! gesto il vortice ritmico avviato da un clarinetto, una fisarmonica: un canto che ha tracciato la sua strada dalle steppe asiatiche ai Balcani, all'Anatolia. Come le monache, si fanno Dioniso, lo sentono e accolgono in sé. Quel elio non si legge, si suona. Sandro Cappelletto
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