Strappo a Barcellona: autodeterminazione

Strappo a Barcellona: autodeterminazione SPAGNA m I partiti baschi chiedono a Gerry Adams e a Clinton di mediare per una pace sul modello dell'Ulster Strappo a Barcellona: autodeterminazione Clamorosa delibera del Parlamento regionale MADRID NOSTRO SERVIZIO I due partiti al governo nei Paesi baschi e in Catalogna, i democristiani del Pnv e il CiU di Pujol, alzano il tiro contro la Costituzione del '78, che pure garantisce un'autonomia molto ampia. Nel discorso di martedì alle Camere a Roma, re Juan Carlos aveva lodato la Carta Magna spagnola. Ma il Pnv l'ha aspramente criticato perché «lo stato d'autonomia è ben lungi dall'essere applicato». Il partito catalano, poi, che appoggia dall'esterno Aznar, ha fatto approvare ieri sera dal Parlamento regionale una risoluzione (a favore anche gli indipendentisti di Pi e Ere, socialisti e comunisti astenuti, popolari contrari) che rivendica il diritto all'autodeterminazione della Catalogna. Mossa a sorpresa? No, perché il partito catalano con il Pnv ed il galiziano Bng, rivendica da giugno uno Stato plurinazionale federale. A due settimane dalla storica tregua «indefinita e incondizionata» proclamata dalla organizzazione indipendentista bascospagnola Età, mentre il premier Aznar continua a ribadire il rifiuto ad ogni negoziato con gli «etarras» e con il loro braccio politico Herri Batasuna (HB) e la pace è ancora molto lontana, 24 partiti ed organizzazioni basche (tutte le forze politiche di Euska- di meno socialisti e popolari) lanciano una clamorosa iniziativa: chiedono una mediazione di Clinton proprio perché il suo intervento diretto fu fondamentale nel processo di pace in Irlanda, considerato come un modello da seguire. Non solo: il latore della richiesta sarà un ambasciatore d'eccezione, l'irlandese Gerry Adams, il presidente del Sinn Féin, da sempre vicino ai baschi. I «Ventiquattro» hanno sottoscritto il 12 scorso, cinque giorni prima della tregua dell'Età, il cosiddetto «Documento di Lizarra», il testo che sarà sottoposto a Clinton nel corso di un incontro che il capo del Sinn Féin terrà a Washington martedì prossimo. Adams lo riceverà lunedì a Bilbao, ove incontrerà i «Ventiquattro» e visiterà l'amico personale Karmelo Landa, uno dei 23 membri del comitato centrale di HB, in galera da dicembre per «collaborazione con la banda armata Età». Il presidente del Sinn Féin, subito dopo la tregua, aveva suggerito al governo di Madrid: «Non ricorrete a risposte evasive, né ad ostacoli, né a ritardi. Negoziate rapidamente; imparate dagli irlandesi e dagli inglesi». Il «Documento di Lizarra» parte proprio dall'esperienza irlandese. Sette i punti dei «fattori propiziatori dell'accordo di pace in Irlanda», tra cui, di particolare importanza, il settimo: «La presenza di alcuni fattori internazionali giocò un molo fondamentale, il primo dei quali fu l'impegno deciso del governo e del Presidente degli Stati Uniti». Nella seconda parte, dal titolo «Potenziale applicazione ai Paesi Baschi», si dice: «Il conflitto basco è un conflitto storico di origine politica. La sua risoluzione dev'essere politica. Il processo di pacificazione si realizzerà in assenza di violenza (cioè del terrorismo dell'Età, N.d.r.). La negoziazione risolutiva darà ai cittadini baschi l'ultima parola verso nuove formule che offrano risposta alle aspirazioni di indipendenzadel popolo basco». Sia i popolari di Aznar che i socialisti hanno stigmatizzato il «Documento di Lizarra» perché «mette nero su bianco la strategia dell'Età» e perché è stata la precondizione richiesta da Età per la tregua. Ma, contrariamente ad Aznar, è stato considerato «molto positivo» da Washington. E, significativamente, Crowley, portavoce del Consiglio della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca ha dichiarato: «Ricordatevi delle parole di Clinton a Belfast: "Se l'Irlanda ha potuto superare 30 anni di violenza, ci sono speranze in altri posti del mondo"». Gian Antonio ©righi Il leader indipendentista basco Jordi Pujol