E la strage continua

E la strage continua E la strage continua Altri civili uccisi e mutilati Belgrado: sì a un'inchiesta ZAGABRIA Il governo: «Falsità Nella regione ci sono solo polizia regolare e agenti del traffico» NOSTRO SERVIZIO Nuovi massacri di civili albanesi nel Kosovo sono stati scoperti ieri, mentre Belgrado sostiene di aver completato il ritiro delle forze militari dalla regione. Le salme mutilate di quattro uomini sono state ritrovate su una collina nei pressi del villaggio di Vranic, nel Kosovo meridionale. Gli abitanti del posto hanno portato sul luogo dell'eccidio un gruppo di giornalisti stranieri. «Tra lunedì e martedì le truppe serbe hanno attaccato un convoglio di civili in fuga da Vranic. Hanno separato gli uomini dalle donne. Poi ne hanno uccisi quattro», ha confermato un osservatore di «Human Rights Watch» stazionato nella zona. Secondo i racconti dei giornalisti, ai cadaveri sono stati amputati nasi e orecchie. Dopo aver saccheggiato il paese gli uomini di Milosevic hanno dato fuoco alle case. «I serbi hanno portato via cinquecento dei nostri uomini. Soltanto duecento sono ritornati», affermano le donne. Il Centro informativo del Kosovo ha riportato la notizia di altri 12 cadaveri scoperti in tre località della regione di Drenica, tutti uomini adulti, tranne un ragazzo di una quindicina di anni. Fonti albanesi parlano inoltre di 24 salme ritrovate nei pressi di Glogovac. Eppure le autorità governative affermano che nel Kosovo è rimasta soltanto «la polizia regolare e quella addetta al traffico». Che ci sia un viavai di truppe lungo la strada principale della regione è stato confermato dagli osservatori internazionali. Ma nessuno sa con precisione dove siano dirette. «Le dichiarazioni serbe sulla fine delle attività militari e il ritiro delle unità dal Kosovo non sono vere. Ci sono ancora movimenti di truppe, mentre nuove forze continuano ad arrivare nella regione», ha detto Fehmi Agalli, capo della delegazione albanese scelta per le trattative con i serbi. Di certo è che ancora ieri ci sono stati violenti combattimenti tra le forze di Belgrado e i guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo lungo il confine con l'Albania. Sei soldati dell'esercito jugoslavo sono stati uccisi e sette feriti. Le autorità serbe hanno accusato Tirana di aver appoggiato i «terroristi albanesi» nei loro attacchi contro le forze jugoslave. Inorridita dagli ultimi massacri in cui donne, bambini e anziani sono stati brutalmente uccisi e poi mutilati, l'Alto Commissario per i diritti dell'uomo dell'Onu, Mary Robinson, ha chiesto un'azione immediata affinché vengano impediti nuovi eccidi. Per Belgrado «l'isteria sul Kosovo è al suo apice. Si è creata una vera psicosi. Non esiste alcuna prova che i massacri siano stati compiuti dalle forze serbe, ma i giornalisti occidentali scoprono ogni giorno nuovi siti di presunte uccisioni di massa. Si tratta di una vera demonizzazione dei serbi», afferma l'agenzia ufficiale di stampa jugoslava Tanjug. In serata, però, probabilmente come risposta alle minacce di guerra provenienti da Washington, dal Palazzo di Vetro e dalla Nato, la Jugoslavia ha accettato almeno in parte la proposta di un'inchiesta internazionale sulle stragi, sinora sempre respinta, e ha annunciato di avere già invitato «eminenti esperti» finlandesi in medicina legale a parteciparvi. Ingrid Badurina Il governo: «Falsità Nella regione ci sono solo polizia regolare e agenti del traffico» Il ministro degli Interni Giorgio Napolitano

Persone citate: Fehmi Agalli, Giorgio Napolitano, Glogovac, Ingrid Badurina, Mary Robinson, Milosevic