Doping, sospetti su due giocatori del Parma di Giovanni Bianconi

Doping, sospetti su due giocatori del Parma l'inchiesta sugli esami insabbiati si allarga a ciclismo e pugilato. Scomparso anche un campione-civetta del Ciò Doping, sospetti su due giocatori del Parma INas: positivi al test. Valori anomali per altri gialloblu ROMA. I carabinieri dei Nas hanno scritto mi altro capitolo del presunto scandalo doping nel mondo del calcio. In un rapporto inviato alcuni giorni fa alla procura di Bologna gli investigatori del Nucleo antisofisticazioni riferiscono che due giocatori del Parma sono risultati positivi a un test antidoping. In particolare, i valori dell'ematocrito dei due calciatori sarebbero stati al di sopra della norma, un dato indicativo (anche se non dà la certezza) dell'uso di sostanze considerate dopanti. Le analisi dei due atleti sono state trovate dai carabinieri durante le perquisizioni effettuate negli studi e nelle abitazioni di alcuni medici già coinvolti nell'inchiesta anti-doping in corso a Bologna. Ma non è emerso solo questo. Agli atti sono finite anche alcune ricette con la prescrizione di «fattori di crescita», che comprendono ormoni e analibolizzanti, con l'intestazione del destinatario in bianco. E sempre dalle perquisizioni sono saltate fuori altre schede di analisi con valori troppo alti per altri quattro o cinque calciatori, oltre alle schede di allenamento degli stessi atleti. Per i due calciatori del Parma, in ogni caso, si tratta solo di un indizio. Il valore alto dell'ematocrito, infatti, può essere determinato dall'uso di sostanze dopanti (in particolare l'eritropoietina) che nel ciclismo porta alla sospensione cautelativa per 15 giorni in attesa di ulteriori accer- tamenti, mentre nel mondo del calcio non ci sono regole prestabiMte. L'inchiesta bolognese ha preso le mosse dai controlli effettuati sulla farmacia «Margherita», che riforniva di integratori medici di vari sport. L'indagine è andata avanti con interrogatori e intercettazioni telefoniche dalle quali sono stati ipotizzati i reati di falso, contrabbando, esercizio abusivo della professione e altro. Ma il fascicolo aperto a Bologna è solo uno dei tanti; ci sono anche quelli di Torino e di Roma, che l'avvocato romano Giuseppe Di Noto, «nell'interesse dei dirigenti del laboratorio antidoping del Coni», ha chiesto di riunire in un unico procedimento. A Roma, la procura presso la pretura sta per trasmettere gli atti della sua inchiesta incentrata proprio sull'istituto dell'Acqua Acetosa alla procura presso il tribunale. Per un mese i pm circondariali Pesci e Cucchiari hanno indagato sul «laboratorio dei misteri», e avrebbero le idee abbastanza chiare su dove continuare a scavare. Ma devono passare la mano. I reati ipotizzati sono infatti più gravi della truffa inizialmente prevista: omissione d'atti d'ufficio e falso in atto pubblico, tanto per cominciare, e dunque dev'essere la procura di Roma a condurre l'inchiesta su una struttura dove - da quello che si racconta nel palazzo di giustizia romano - succedeva di tutto. Sarebbe accaduto, per esempio, che un campione-civetta di anabolizzanti inviato dal Ciò, il Comitato olimpico internazionale, per saggiare l'affidabilità dei test, svanisse nel nulla. Avrebbe fatto cioè la stessa fine degli altri campioni dai quali emergeva la positività degli atleti: insabbiato. Anche dalle testimonianze raccolte in pretura è emerso il caso della partita Udinese-Roma del 19 gennaio 1997: un calciatore tra i quattro sorteggiati risultò positivo, ma la cosa non ebbe seguito e la documentazione sul test è sparita. Non solo per il calcio c'era la regola dell'insabbiamento: test positivi all'antidoping sarebbero stati coperti anche nel caso di un pugile e di un ciclista. E si racconta che già diversi anni fa il velocista statunitense Ben Johnson, incastrato dalle analisi dopo aver vinto un'olimpiade, inizialmente si difese dicendo che a Roma aveva fatto i test dopo aver assunto le stesse sostanze, senza che emergesse nulla di irregolare. Davanti ai pm della pretura sono sfilati molti personaggi dello sport, da Pescante al presidente della Federcalcio Nizzola, compresi medici e tecnici del. l'Acqua Acetosa. Tra questi l'«acI cusatore» Donati e l'ex direttore Rosati, oltre a quella Francesca Buiarelli (ex dipendente del laboratorio) ascoltata l'altro giorno a Torino da Guariniello. Nel fascicolo compare anche il nome di Emilio Gasbarrone, il segretario della Federazione medici sportivi licenziato proprio ieri dal Coni. Sempre ieri, la commissione d'inchiesta istituita dal governo e presieduta dal professor Grosso s'è presentata nei locali del laboratorio per alcune audizioni, mentre gli interrogatori della procura antidoping del Coni, guidata dall'avvocato Ugo Longo, cominceranno lunedì. Giovanni Bianconi «In passato il centro del Coni anziché cercare il doping studiava il modo per eludere i controlli» «Hanno anche cercato di incastrarmi per le mie denunce su un sistema che coinvolge le Nazionali»

Persone citate: Ben Johnson, Emilio Gasbarrone, Giuseppe Di Noto, Guariniello, Nizzola, Pescante, Rosati, Ugo Longo