«Davigo ha leso i diritti di Berlusconi»

«Davigo ha leso i diritti di Berlusconi» Dura requisitoria del ministro dopo un'intervista (poi rettificata) a un giornale americano «Davigo ha leso i diritti di Berlusconi» Flick incolpa ilpm delpool ROMA. Il pm di Milano Piercamillo Davigo ha leso i «diritti» di Berlusconi, ma anche e in maniera «indiscutibile ed evidente» il «prestigio interno e internazionale dello Stato e delle sue istituzioni». Il ministro della Giustizia Flick si esprime così in quello che è forse il più pesante atto di incolpazione nei confronti di un magistrato del pool Mani pulite. Si tratta delle motivazioni per le quali il Gaurdasigilli ha promosso l'azione disciplinare nei confronti di Davigo per i contenuti di un'intervista concessa nel giugno scorso ad «America oggi» nella quale parlava dell avviso di garanzia a Berlusconi del novembre del '94 e di una successiva rettifica all'Ansa. Il quotidiano aveva scritto che Davigo aveva detto, con riferimento alla Conferenza Onu: «Berlusconi era già stato condannato per falso in bilancio dal tribunale di Milano in primo grado e sottoposto a procedimenti penali molto gravi in alcuni dei quali le prove sono molto consistenti. Le chiedo, una persona in quella situazione, deve esporsi a presiedere una conferenza internazionale? Deve esporre il prestigio del suo Paese in questo modo?». Il giorno dopo il pm smentì di aver detto che all'epoca Berlusconi era già stato condannato e rettificò il tiro: «Non sotto il profilo della legittimità, ma sotto quello dell'opportunità Berlusconi sapeva di essere oggetto di indagini e pertanto avrebbe dovuto astenersi dal presiedere quella assise». Ma, nonostante la rettifica la frittata era fatta. In tre pagine il ministro Flick espone in modo circostanziato le sue accuse e tra le altre cose dice: «E' indubbio che il dottor Davigo ha violato non solo il dovere di riservatezza sugli affari in corso e su quelli definiti, in maniera da ledere i diritti altrui, ma ha anche strumen¬ talmente abusato per la sua qualità di magistrato, componente del pool Mani pulite di Milano, che ha indagato e conduce tuttora indagini nei confronti di un parlamentare ed ex presidente del Consiglio, per esprimere valutazioni negative nei di lui confronti». Il ministro accusa poi il magistrato di aver interferito attraverso una pressione indebita «in procedimenti pendenti in fase dibattimentale col richiamo alla gravità di alcuni di essi e all'esistenza in merito di prove molto consistenti». L'elenco degli addebiti non finisce qui; dopo aver ricordato che Davigo con il suo comportamento «si è posto in aperto contrasto con le indicazioni in materia di esternazioni» date da lui stesso, il Guardasigilli sottolinea che «l'ampia diffusione avuta da quelle affermazioni rende ancora più evidente la violazione di quei doveri di riservatezza, riserbo, equilibrio e misura che si richiedono al magistrato che rilascia dichiarazioni, tanto più quando le stesse abbiano un'oggettiva idoneità a compromettere il prestigio della magistratura sotto il profilo dell'accentuazione di conflitti con altre realtà istituzionali». Insomma, con il suo comportamento Davigo «ha gravemente ed ingiustificatamente mancato ai propri doveri d'ufficio» e perciò si è «reso immeritevole della fiducia e della considerazione di cui deve godere il magistrato». Nessun commento è venuto dai diretti interessati. Nè Davigo nè Flick hanno voluto fare dichiarazioni. «Non mi pronuncio sulle azioni disciplinari che esercito», ha spiegato il ministro di Grazia e Giustizia a Perugia, prima di partecipare alla cerimonia inaugurale del congresso nazionale dell'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati). [r. int.] Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

Luoghi citati: Milano, Perugia, Roma