Pensione mai prima dei 60

Pensione mai prima dei 60 Pensione mai prima dei 60 Proposta di Fossa sull'anzianità Sono contrari tutti i sindacati ROMA. Fissare «subito» un tetto a 60 anni per le pensioni di anzianità con il quale si risparmerebbero 4 mila miliardi l'anno e si ridurrebbe progressivamente la pressione fiscale. Lo propone il presidente della Confindustria Giorgio Fossa in un'intervista al «Mondo» nella quale, parlando di patto sociale, sollecita il governo a «scoprire le carte». «L'idea del patto - ricorda Fossa è di Ciampi, ma lui non ha ancora detto come vuole riempirlo: ci faccia la sua proposta e andiamo a discutere». «Con il governo - afferma il leader degli industriali - abbiamo aperto molti tavoli, senza chiuderne nessuno». Sul patto sociale proposto dal ministro del Tesoro il presidente della Confindustria ritiene che ci sia «un equivoco di fondo» che riguarda il nesso tra profitti delle imprese e flessibilità. Dando ragione al ministro dell'Industria Bersani secondo il quale «sulla flessibilità il governo non ha voce in capitolo», Fossa afferma che «Ciampi non può scambiare flessibilità con profitti». E sulle pensioni di anzianità - per Fossa - «se proprio non si intende cancellarle, almeno si metta subito un tetto al di sotto del quale non sia possibile percepire la pensione, indipendentemente dal) 'anzianità». Ma per i sindacati, «proprio non se ne parla». Cgil, Cisl e Uil bollano la richiesta come «fuori tempo» e «fuori luogo» e ricordano a Fossa che per i trattamenti d'anzianità già è stata fissata una tabella di marcia che va rispettata. «Al momento - dice il responsabile delle politiche sociali della Cgil, Beniamino Lapadula - non ci sono motivi per mettere in discussione le decisioni della Finanziaria '98. La proposta di Fossa, pertanto, è fuori luogo». Per il segretario confederale della Cisl, Lia Ghisani, la Confindustria «non perde occasione per ripropor¬ re logiche superate». «Fare di nuovo oggi una proposta di questo tipo osserva - significherebbe riaprire mi conflitto sociale di cui non se ne sente il bisogno. Il problema ora non è il 'taglio delle pensioni, ma la necessità di politiche per il lavoro e lo sviluppo. Fossa avanza una proposta fuori tempo». «Il governo - dice il segretario confederale della Uil, Adriano Musi - ci ha confermato che stiamo dentro le regole e previsioni economiche stabilite. L'operazione che ancora manca, invece, è la separazione tra previdenza e assistenza Facciamola e poi potremo anche avere qualche sorpresa sui reali costi previdenziali». Intanto, la commissione tecnica-scientifica creata per individuare le mansioni usuranti consegnerà il prossimo 16 ottobre al ministro del lavoro la bozza di decreto che individua le mansioni particolarmente usuranti. Lo ha detto alla Camera, rispondendo ad mia interpellanza urgente di Mussi e Cordoni (Ds), il sottosegretario al Lavoro Federica Rossi Gasparrini precisando che «per tali mansioni particolarmente usuranti è previsto mi concorso dello stato fino al 20°o dell'interno onere a carico delle categorie e dei settori di appartenenza, che non può però sforare i 250 miliardi annui». «I criteri elaborati per il riconoscimento delle mansioni particolarmente usuranti, per le quali è previsto il concorso dello stato - ha aggiunto Gasparrini - sono i seguenti: prevalenza o meno della mansione usurante; turn over; assenteismo per malattia; frequenza degli infortuni; profilo ergonomico; presenza di agenti chimici, fisici o biologici nocivi quando non sia possibile adottare misure di prevenzione; compatibilità fisico-psichica in funzione dell'età». Il sottosegretario ha poi assicurato che «il decreto sarà varato al più presto». [Ansa]

Persone citate: Adriano Musi, Beniamino Lapadula, Bersani, Ciampi, Federica Rossi Gasparrini, Gasparrini, Giorgio Fossa, Lia Ghisani, Mussi

Luoghi citati: Fossa, Roma