«I Sette non restino a guardare» di Andrea Di Robilant

«I Sette non restino a guardare» L'ALLARME DEL FONDO «I Sette non restino a guardare» Camdessus: i tassi da soli non bastano più WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Michel Camdessus, direttore del Fondo monetario, applaude la decisione della Federai reserve di abbassare i tassi ed esorta gli europei a fare altrettanto. I Paesi più ricchi, avverte, devono fare molto di più per accelerare la loro crescita e contenere la crisi globale. «C'è spazio - ha detto Camdessus nella conferenza stampa inaugurale del meeeting annuale dell'Fmi - per una riduzione dei tassi in Europa». Ed ha incoraggiato «una convergenza» del costo del denaro nella zona Euro «sui livelli della Francia e della Germania» - i cui tassi, ricordiamo, sono più di un punto al di sotto di quelli italiani. Ma Camdessus ha smentito di essere favorevole «ad un piano grandioso per il coordinamento dei tassi» tra i Paesi industrializzati. «'Coordinamento' non può essere la parola giusta in questo contesto perché ognuno si trova in una fase diversa del ciclo di crescita. L'espansione in Europa è all'inizio, mentre negli Stati Uniti l'economia è entrata in ima fase di declino». L'appello di Camdessus è venuto alla vigilia di un vertice del Fondo monetario da cui i mercati si aspettano molto - segni concreti da parte delle autorità finanziaria per arginare la crisi finanziaria globale. Ieri è stata un'altra giornata nera su quasi tutte le piazze internazionali. E a Wall Street il Dow Jones ha preso un'altra batosta perdendo il 3 per cento. «Ma se durante questa riunione dell'Fmi», ha detto Camdessus, «i vari leader si pronunceranno in modo chiaro e il G7 assumerà un ruolo-guida per stimolare la crescita e aiutare i paesi in crisi ad uscirne allora i mercati smetteranno di avere queste reazioni eccessive». Molti operatori si aspettavano che il segretario al Tesoro americano Robert Rubin desse un segnale forte ieri. Ma in realtà ha semplicemente ricordato l'urgenza del momento senza annunciare nuove iniziative: «La sopravvivenza di un libero mercato internazionale è seriamente minacciata dagli sconvolgimenti sistemici che abbiamo visto nel corso dell'ultimo anno. Dobbiamo muoverci in modo energetico per costruire un'architettura moderna, meno sensibile all'instabilità sistemica». Le parole di Rubin, considerato una sorta di guru a Wall Street, questa volta non hanno sortito alcun effetto positivo. La borsa ha continuato a perdere punti per tutta la giornata. E l'agitazione che continua a prevalere sui mercati fornisce una cornice sempre più drammatica ai lavori del Fondo monetario quest'anno.yjOv stesso Fondo è del resto sotto attacco per la sua gestione della crisi finanziaria internazionale, per non aver previsto la catena degli eventi che ha fatto crollare le economie in Asia e che adesso ha portato quelle dell'America latina sull'orlo dell'abisso. Ieri Camdessus ha cercato di difendere al meglio l'istituzione che dirige. «Mi pento dei miei peccati personali», ha detto con un filo di stizza, «ma non per le scelte fatte dal Fondo monetario. Gli studiosi discuteranno per anni ma a me non sembra che siamo stati incapaci di prevedere gli eventi. «Semmai non siamo stati capaci di prevedere la virulenza di una crisi che si è rivelata così poderosa e così rapida. Non avevamo previsto che un'ondata speculativa a Hong Kong avrebbe accelerato il collasso in Corea. Non avevamo previsto che la crisi in Russia avrebbe generato una crisi in America Latina. In questo senso non c'è dubbio: abbiamo molto da imparare. Ma se dovessimo tornare indietro, al luglio del 1996, penso che rifaremmo esattamente le stesse cose. La nostra prescrizione moneta- ria fu certamente corretta». Camdessus rimane convinto che il Fondo dovrà continuare a svolgere un ruolo centrale nella «nuova architettura internazionale» di cui si parla in termini per la verità ancora molto fumosi negli ambienti finanziari. «E da questo punto di vista sono molto incoraggiato dal fatto che sono ben 77 i Paesi che han¬ no messo in atto o stanno negoziando programmi di risanamento finanziario con il Fondo». Camdessus vuole - assieme alla Francia che l'Interim Committee, un organo essenzialmente consultivo del Fondo monetario, abbia maggiori poteri esecutivi, diventando di fatto una sorta di governo finanziario del pianeta. Ma agli Stati Uniti l'i¬ dea non piace, e il progetto potrà difficilmente decollare. Le proposte alternative ci sono e sono anche numerose, ma l'impressione generale è che tutti i Paesi più importanti si presentano in ordine sparso. E questa confusione di certo non rassicura i mercati. Andrea di Robilant fll ||lf H B m>e> Camdessus fll direttore ||lf generale H del Fondo B monetano