«La legislatura vada avanti» di Renato Rizzo

«La legislatura vada avanti» «La legislatura vada avanti» Scalfaro: bisogna fare le riforme PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO Elezioni anticipate? Il ricorso alle urne evocato in queste ore da molti leader per mostrare i muscoli o esorcizzare i timori? I partiti si mettano il cuore in pace, Scalfaro non ha nessuna intenzione di sciogliere prematuramente questo Parlamento: «Ci possono essere delle patologie», ammette osservando la politica che gioca un'affannata partita tra intrecci di bluff, messaggi trasversali e trattative più o meno segrete. Ma, poi, aggiunge: «La puntualità delle scadenze è un elemento importante della vitalità e della difesa della democrazia». E, ad uso di chi, magari, ancora non avesse compreso il punto di vista dell'Arbitro, precisa: «Questa legislatura va ben oltre il mio mandato presidenziale». Nessuna chiamata al voto, allora, a ridosso del fatidico semestre bianco: i partiti risolvano in Parlamento le loro divergenze. Ma «come», raggiungere quest'accordo? Hanno ragione Prodi e Veltroni che puntano sull'attuale maggioranza o D'Alema e Marini che ipotizzano aperture all'Udr di Cossiga? Il Quirinale, ovviamente, non si pronuncia anche se questo «no» al voto anticipato sembra in qualche modo scaricare la pistola del presidente del Consiglio che sventolava il ricorso alle urne come minaccia per il riottoso leader di Rifondazio¬ ne. Parla a Perugia, Oscar Luigi Scalfaro, e il suo discorso, tra molti sottintesi e pochissimi riferimenti espliciti, si infila con forza nell'attualità. A fare da corollario e da sostanza a questa dichiarata contrarietà ad elezioni anticipate, il Capo dello Stato pone altri temi: innanzitutto le riforme interrotte a causa degli interessi personali di Berlusconi (collegate, magari, ad un accarezzato anche se non dichiarato desiderio di proroga del mandato quirinalizio); quindi la tetragona intransigenza di Bertinotti che assedia il governo minacciando crisi sulla legge finanziaria. Berlusconi, Bertinotti: Scalfaro legge le loro mosse con le lenti bifocali della politica. Guarda al primo, ma, contemporaneamente, scruta anche il secondo. «Ogni politico - afferma davanti agli amministratori umbri - ha il dovere di dire le proprie opinioni, di lottare per poter prevalere e convincere. Ma nessuno di noi ha il diritto, per una visione personale, di gruppo o di settore, di mettere in forse questioni che toccano il benessere di un intero popolo». Si riferisce alla necessità di riprendere la strada interrotta delle riforme il Capo dello Stato ma è difficile non vedere rispecchiata, accanto alla figura del Cavaliere evocata in modo chiarissimo, anche quella di Fausto Bertinotti. Se non altro perché le parole ri¬ calcano quasi pedissequamente quelle pronunciate solo pochi giorni fa come «appello» al leader di Rifondazione. Il Presidente incalza in questo intervento a due facce: «La politica ha una morale. E la morale della politica è la stessa del privato cittadino. Altrimenti c'è la morale familistica, quella del singolo, quella della professione: troppo comodo, il metro dev'essere sempre lo stesso». Riflessioni dure che, recitate alla vigilia del comitato politico di Rifondazione e interpretate, seppure parzialmente, come una bacchettata al leader di Prc, potrebbero avere effetti deflagranti. Oscar Luigi Scalfaro, poco dopo, si preoccupa quindi di spegnere sul nascere le polemiche: «Io, dicendo quelle cose, parlavo esclusivamente delle riforme» ripete per ben tre volte con inusitata foga cancellan¬ do prudentemente qualsiasi scenario d'attualità. Le riforme, un chiodo fisso del Presidente che chiamato in causa dagli amministratori umbri, torna sul tema. Ricorda: «E' nata una legislatura al grande grido: "Dobbiamo riformare", ma, poi, si è verificata questa rottura». Una interruzione colpevole avvenuta sul nascere quando il Parlamento ancora «non si era neppure espresso nella prima tornata». L'inquilino del Quirinale fa professione di ottimismo negli uomini e nelle cose: «Bisogna cercare sempre la parte positiva che c'è in ognuno di noi. Ed io non perdo la speranza che questa legislatura, che va ben oltre il mio mandato, non si chiuda senza dare una risposta» e consenta la ripresa «di un cammino fondamentale». Renato Rizzo «Ci sono patologie ma in democrazia le scadenze vanno rispettate» Il presidente della Repubblica Scalfaro durante la visita in Umbria

Luoghi citati: Perugia, Umbria