LA TELA DEL PREMIER di Augusto Minzolini

LA TELA DEL PREMIER LA TELA DEL PREMIER C ROMA RISI di governo». Alla fine Romano Prodi si è convinto a pronunciare addirittura in un'intervista alla tv le parole più usate del dizionario politico in cinquant'anni di Repubblica. Lo ha fatto cedendo alle pressioni a cui lo sta sottoponendo da settimane Franco Marini che non vede l'ora di imbarcare l'Udr. Si è mosso scegliendo forse una tattica più arrischiata di quella che avrebbe preferito Massimo D'Alema: il segretario diessino, infatti, in questo momento è più calcolato nelle mosse perché vuole tutto meno che ritrovarsi con strani governi o con le elezioni. La sortita di Prodi, però, è indirizzata soprattutto all'uomo che dovrebbe dargli i voti per sopravvivere, Armando Cossutta. Tenta, di fatto, di creargli le condizioni ambientali più adatte per una rottura dentro Rifondazione. Eh già, perché per un vecchio comunista come Cossutta decidere di divorziare con una parte del proprio partito - anche se è quella capeggiata dall'odiato Bertinotti -, decidendo di appoggiare il governo da solo con i suoi fedelissimi, non è cosa di tutti i giorni: si può fare, ma solo per far fronte ad una situazione drammatica in cui il primo governo con la sinistra dentro è in pericolo e i fascisti sono alle porte. Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Armando Cossutta, Bertinotti, Cossutta, Franco Marini, Massimo D'alema, Prodi, Romano Prodi

Luoghi citati: Roma