Catasto, le penne d'oca battono il computer. Zeri, genio indipendente

Catasto, le penne d'oca battono il computer. Zeri, genio indipendente AL GIORNALE Catasto, le penne d'oca battono il computer. Zeri, genio indipendente Napoleone si era organizzato meglio Napoleone è riuscito a fare il catasto con impiegati armati di penne d'oca; siamo, nel 2000, con le modifiche fatte da qualche decennio a questa parte, riusciti a metterlo in coma. Quando arriveranno le direttive dell'Euro si raggiungerà il caos! Grazie ai cervelli top (con stipendi?), e a tutti i mezzi elettronici a disposizione al giorno d'oggi! Povera Italia! Lorenzo Pomatto «Promessi sposi» una prima fortunata Nell'intervista con Riccardo Cocciante (La Stampa, 26 settembre) era detto che il musical apre vie impensabili osando anche con I promessi sposi. E' il caso di ricordare che dal capolavoro di Alessandro Manzoni sono stati tratti libretti d'opera, il più famoso dei quali composto da Antonio Ghislanzoni e musicato da Enrico Petrella, cui Palermo diede i natali nel 1813. Alla «prima», data nel 1869 a Lecco, Teatro Sociale, assistette lo stesso Manzoni, il quale si complimentò con il maestro palermitano per la sua bella musica. Ma tutt'altro apprezzamento si meritò il noto capocomico Luigi Vestri a motivo dell'insuccesso teatrale della versione sceneggiata de I promessi sposi realizzata da lui, tanto che don Lisander, presente alla recita, disse all'improvvisato riduttore: «Ali, briccone, come mi avete assassinato!». Angelo Giumento, Palermo Sos per salvare «Terza pagina» Forse questa notizia è sfuggita, invece vorrei che non passasse sotto silenzio: «Terza pagina» in onda dal lunedi al venerdì su Radio 3, chiude. Da venerdì 2 ottobre la rubrica (quasi) giornaliera, ideata e condotta da Michele Gulmucci su Radio 3 è stata bocciata dal nuovo direttore dei programmi radio Giancarlo Santalmassi. Tutto nuovo e allora via il vecchio, si fa per dire, Gulinucci & C. In 15 minuti «Terza pagina» mette a disposizione del commentatore (msieme a Gulinucci si sono alternati protagonisti della cultura italiana come Daria Galateria, Sandra Petrignani, Mario Fortunato, Valerio Magrelli, Marcello Veneziani, Mario Ajello e tanti altri), le pagine culturali dei quotidiani del giorno: è stato affrontato un argomento che mi interessa? E' stato intervistato un autore o ricordato un artista che mi appassiona? Gulinucci & C. mi informano e se mi garba scendo all'edicola o mi collego la sera a casa a Internet e mi scarico l'articolo o l'intervista che mi interessa. Perché eliminare una trasmissione culturale da una rete radiofonica che per tradizione fa cultura? Una trasmissione che da pochi mesi interagisce con gli ascoltatori tramite una segreteria telefonica (06/3244974) su cui lasciare incisi richieste, osservazioni e commenti. I messaggi sono sempre ascoltati e non è infrequente essere contattati direttamente dal conduttore principale. I messaggi sono molti, ma 15 minuti, dal 5 ottobre, ruberanno spazio a chi, a cosa? A chi dà fastidio «Terza pagina»? Gran parte dell'editoria (quotidiani, settùnanali, mensili, libri, ecc.) viene nominata e giudicata: io ho acquistato giornali, riviste e libri che mai avrei pensato di leggere. Non si favorisce anche così la più importante legge di mercato: vendere, vendere e, ancora vendere? Per concludere, se c'è qualcuno che come me è contrariato o soltanto dispiaciuto per la fine forzata di «Terza pagina» lo invito a scrivere al nuovo direttore dei programmi. Laura Ivani Genova sparodi@rubens.arch.unige.it L'ambiguo linguaggio della comunicazione Com'è ambiguo il linguaggio e difficile la comunicazione. Nell'articolo «Toscani, l'ultmia provocazione ha il volto dei bambini Down» (12 settembre) nell'intento di spiegare la nuova campagna Benetton con i suoi originali pro¬ tagonisti leggo: «Bambini disabili, dunque. Bambini Down...». Ho difficoltà a capire: nel centro di riabilitazione per disabili in Baviera, «nella casetta di marzapane con i fiori alle finestre, che a nessuno farebbe mai venire in mente una fiaba» (e perché mai?) gli ospiti sono tutti persone Down, oppure qualsiasi tipologia di menoma- zione può essere generalizzata in Down? Poi parla Toscani che, non per giustificarsi, cita il (datato) movimento Dada: «Gli stupidi vedono il bello solo nelle cose belle». Come dire che c'è del bèllo anche nelle cose brutte, come dire che gli ospiti del centro bavarese, si sa, sono cose brutte? (e se così fosse, co¬ munque, sono cose a cui ci si può permettere di «rubare l'anima», non come certe top model che invece ci rubano i soldi!). E ancora la signora Tamaro che ha deciso di cambiare idea: far pubblicità è una forma di prostituzione ma, fatti i conti con il suo specchio in bagno (la strega cattiva di Biancaneve?) decide di vendere le sue parole per «un mondo senza difese, senza confini, senza preconcetti, un mondo che viene alla luce offrendo l'immediatezza del suo amore» (si riferisce forse alla multinazionale Benetton?). Ma ciò che ha scatenato in me questa voglia di riflettere sull'ambiguità del linguaggio (o di certa cultura?) è la dichiarazione, in chiusura di articolo, della signora mamma Balbo che sostiene: «Questa campagna serve anche a colpire il disinteresse di chi in Italia certe cose le vuole solo nascondere» e «Sono venuta qui perché in Italia i bambini come Stefan sono abbandonati a loro stessi...». Subito mi sono sentito offeso. Sono padre di un ragazzo Down. Con mia moglie, l'altro mio figlio, con i nonni e gli zii, gli amici, la scuola ecc. Abbiamo lavorato tanto per consentire a Marco di costruirsi la sua identità, di scegliere e verificare il suo percorso di vita, di diventare cittadino di Aosta e poi dell'Italia e poi del mondo. Vorrei chiedere alla signora Balbo di cercare di giustificare le sue scelte (se può) senza il bisogno di offendere quelle di altri genitori. I percorsi di vita sono assolutamente individuali, in ogni caso: la generalizzazione può condurre, troppo sovente, a falsi stereotipi. Non dico che siano sempre «fiori alle finestre»: a volte la «testarda allegria» del sorriso di mio figlio mi fa più male che bene. Però abbiamo scelto: Marco vive in Italia, a casa nostra, con noi, ci aiuta a vivere, a confrontarci con il mon do, a trovare attorno a noi (con un pizzico di fortuna) persone, ritmi, luoghi, amici. E tutto ciò senza alcun bisogno di pubblicità. Questa sì che è una fortuna! Paolo Salomone, Aosta Un difensore dei tesori artistici E' sempre interessante leggere una notizia concernente Federico Zeri, Accademico di Francia, o una critica, un'invettiva del grande maestro al quale va la stima di molti illustri personaggi della cultura e della politica internazionale. In Italia è il più acceso e competente difensore dell'uomo, dei tesori del passato e delle testimonianze delle nostre origini culturali. La filippica contro i tribuni del «governo di sinistra» è scritta da un accademico che, dall'alto del suo ingegno indipendente, soffre per l'abbandono in cui vengono lasciati centri e popolazioni, colpiti da disastri naturali, spesso aggravati dall'insipienza delle amministrazioni centrali e periferiche. Tarcisio Bertoli, Padova Pescante non tornerà in corsa per il Coni Credo utile, e giornalisticamente interessante, dare direttamente a voi risposta alla domanda con la quale il giornalista Vanni Loriga chiude il pezzo apparso ieri a pagina 27 de La Stampa e dedicato alle vicende che stanno purtroppo animando la vita del Coni assegnandomi un ruolo di protagonista. Scrive l'articolista: «... Fra un mese si sarà pronunziata la commissione Grosso. In caso di assoluzione, non avremo un Pescante nuovamente in corsa per il Coni?». La mia risposta è no. Mario Pescante, Roma presidente del Coni Le lettere "■%vanno inviate a: LA STAMPA ViaMarenco32, 10126TORINO*. 1 fax 011 -6568924 e-mail lettere@lastampa.it