«Sulle tariffe Telecom deciderà I'Authority» di R. Ipp.
«Sulle tariffe Telecom deciderà I'Authority» Aumenti, intervento di Maccanico «Sulle tariffe Telecom deciderà I'Authority» I consumatori sul piede di guerra L'azienda: è solo disinformazione ROMA. Salirà o non salirà? Di molto o di poco? Per ora non c'è nessuna certezza su come cambieranno le tariffe, voce per voce, tanto che il ministro delle comunicazioni Antonio Maccanico non dà nulla per scontato: «Le richieste della Telecom Italia sono una cosa, le decisioni dell'Authority un'altra». L'Authority è quella delle comunicazioni: si tratta dell'organismo di garanzia del mercato nato nell'imminenza della privatizzazione con una legge di poco più di un anno fa, ma appena entrato in funzione, al quale spettano le decisioni in materia di tariffe telefoniche. E' all'Authority, presieduta da Enzo Cheli, che si è rivolta la Telecom, per ottenere la revisione delle diverse voci. Ed è dall'Authority che sarebbe avvenuta una fuga di notizie sulle richieste dell'azienda presieduta da Gian Mario Rossignolo. Fuga di notizie che fa infuriare la Telecom: c'è «solo disinformazione», si legge in una sua nota, e le polemiche sarebbero state aperte «con leggerezza sulla base di grossolane approssimazioni». E non sono state fatte smentite per «rispetto degli impegni di riservatezza». Resta un fatto che non è nota la verità sulla questione delle tariffe: esistono versioni diverse e contrapposte. Il capitolo più delicato resta quello delle telefonate urbane. Stando alle indiscrezioni e alle accuse dei consumatori, la Telecom avrebbe chiesto un aumento del 22%. Nel comunicato di ieri, l'azienda obietta invece che per le urbane si sollecita «un lieve aumento», quindi una percentuale più contenuta. La Telecom ricorda anche che questo ritocco all'insù fa parte di un «ribilanciamento» delle diverse voci: ovvero è compensato dalla «significativa diminuzione» delle conversazioni interurbane e inter¬ nazionali. Ma alla fine quale sarà il saldo per il cliente? Non ci rimetterebbe con l'eventuale accoglimento delle sue richieste, giura la Telecom: queste «prevedono comunque che la bolletta media dei clienti diminuirà». La Telecom, per fronteggiare la concorrenza già attiva sulle telefonate a lunga distanza, sarebbe pronta perciò 3 sopportare un taglio netto alle relative tariffe, compensato da un aumento meno forte per le urbane. Ma le associazioni dei consumatori non credono affatto che, a conti fatti, i clienti possano guadagnarci. Anzi sostengono il contrario. La bolletta media salirà di 6.500 lire a bimestre (cioè del 5,3%) secondo l'Unione nazionale consumatori. L'Adusbef calcola un aggravio di 624 miliardi per il solo aumento del canone che, secondo le indiscrezioni, sarebbe pari all'I 1% per le abitazioni e al 14% per l'utenza affari (inoltre sempre stando all'Adusbef, che querelerà per diffamazione la Telecom per alcuni suoi giudizi, la diminuzione richiesta per le intenirbane è del 10% e per le internazionali del 14). L'Arìuc parla di «scippo alla borsa degli utenti», il Codacons contesta I'Authority. Ma la Telecom deve anche subire le critiche della Confcommercio clic definisce «sconcertanti» le sue richieste che «avrebbero un notevole impatto inflazionistico». Poi ci sono le contestazioni politiche: il deputato verde Paolo Galletti vuole l'abolizione del canone, per Alleanza nazionale Italo Bocchino e Enzo Savarese si chiedono «dove siano finiti i benefici per gli utenti auspicati con la liberalizzazione del settore». In realtà non è ancora successo nulla: «Per ora sappiamo che la manovra si farà in tre fasi (ottobre, febbraio e luglio) ma sui suoi contenuti nulla è definito» puntualizza Maccanico. [r. ipp.]
Persone citate: Antonio Maccanico, Enzo Cheli, Enzo Savarese, Gian Mario Rossignolo, Italo Bocchino, Maccanico, Paolo Galletti
Luoghi citati: Roma
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