La Consob indaga sui piani Comit di Valeria Sacchi
La Consob indaga sui piani Comit Lo scontro per la Commerciale continua a Piazza Affari. Cade il Mibtel, crolla la Snia La Consob indaga sui piani Comit Spaventa: «Se avete parlato di San Paolo, ditelo» MILANO. Irrompe la Consob nell'affair Comit. La commissione presieduta da Luigi Spaventa ha inviato ieri alla Commerciale una nota nella quale si chiede «se il cda abbia dicusso di un progetto Morgan Stanley di aggregazione con altro istituto e di una lettera inviata in proposito da Luigi Arcuti a Luigi Fausti, e da questi sottoposta al consiglio. E, qualora non lo avesse fatto, se e quanto intenda discuterne». Facendo riferimento al documento letto da Fausti in consiglio, chiede inoltre se siano state discusse altre «aggregazioni» e se risponda a verità che la Deutsche Bank abbia richiesto «la cooptazione di un proprio rappresentante nel cda» e se «tale richiesta, qualora pervenuta, sia stata esaminata». La nota Consob arriva alla fine di una giornata apparentemente «tranquilla» nella quale sembra che solo la Borsa si affanni intorno alla querelle che coinvolge, oltre all'istituto di piazza Scala, Mediobanca, San Paolo di Torino, Imi e Bancaroma. In un mercato che cede fin dalla prime battute, i titoli del puzzle bancario del momento si muovono decisi in controtendenza, evitando all'indice maggiori dolori. Comit sale del 3,52%, Bancaroma del 3%, Mediobanca guadagna il 2%, Imi e San Paolo l'uno e mezzo ciascuna. Una vivacità meno paranoica dei sobbalzi di martedì, spia di una maggiore incertezza. Il listino continua a credere nel megapolo Milano-Torino al quale dovrebbe poi agganciarsi anche il gruppo romano, ma appare meno sicuro di chi sarà il vero vincitore e preferisce puntare le carte un po' su tutti i protagonisti della guerra in corso. E difatti, in chiusura, anche per questi valori arriva, compatta, l'inversione di tendenza e il ribasso, con Comit e Mediobanca che perdono circa il due e mezzo per cento, e la sola Bancaroma che riesce a mantenere un segno positivo per un quinto di punto (+0,21%). Mentre un altro titolo vicino a un fedele di Medioban¬ ca, la Snia, precipita del 7,8% dopo il disimpegno di Gemina, annunciato da Cesare Romiti. Fuori dai circuiti telematici, dopo il duro confronto che il giorno precedente aveva visto il consiglio Comi destituire il presidente Luigi Fausti e nominare Luigi Lucchini, la calma sembra tornata. Ma è calma di superficie. Mentre il fondo statunitense Janus Capital comunica di essere sceso nel capitale Comit dal 2,92% all'1,96% a seguito di una transazione eseguita ieri (nel giugno scorso il Janus aveva rilevato il 2,1% ceduto dalla Banca di Roma), ecco spuntare nel capitale della Comit Giampiero Pesenti, fedelissimo di Medio- banca, con lo 0,4%. Un investimento di circa 81 miliardi per otto milioni di ordinarie Comit, attuato da Italmobiliare attraverso la controllata Società de Partecipation Financiere Italmobiliare. Sotto le ceneri, insomma, il fuoco cova e le parti in lizza accumulano munizioni per rafforzarsi in attesa dello scontro finale che, prima o poi, dovrà emergere. Ferme, almeno apparentemente, le grandi banche straniere azioniste della Commerciale, compresa Deutsche. La quale le sue munizioni le ha già messe al riparo. E sarà interessante vedere quali nuovi volti spunteranno nel capitale della Commerciale (e forse anche di qualcun altro) dove, secondo autorevoli fonti, sarebbe già presente il Credit Suisse. La vicenda che ruota intorno ai destini della Comit coinvolge in prima persona anche i destini della banca di Enrico Cuccia. E gli eserciti si schierano. Non è un caso se Pietro Marzotto, che già si era defilato da via Filodrammatici non sottoscrivendo l'ultimo aumento di capitale, dichiara: «Ritengo che un istituto così glorioso e così importante come la Banca Commerciale debba esplorare tutte le opportunità di alleanze, aggregazioni o di fusioni che creino valore per gli azionisti». E subito dopo, a proposito del consiglio Mediobanca nel quale è in scadenza, aggiunge: «Sono una persona che si sta ritirando. E quindi, anche lì, prima di non essere riproposto, glielo dirò io». Valeria Sacchi Il presidente uscente della Comit, Luigi Fausti Sopra, il numero uno della Consob, Luigi Spaventa
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