Tokyo al G7: un fondo per salvare l'Asia

Tokyo al G7: un fondo per salvare l'Asia Tokyo al G7: un fondo per salvare l'Asia E l'indice Nikkei scivola al minimo record dal 1986 ROMA. Delusione per le decisioni della Fed sui tassi, bacchettate da Moody' s, il barometro della Borsa, in Giappone, indica ancora bufera. Ieri l'indice Nikkei del mercato di Tokyo ha preso un altro brutto colpo, perdendo il 3 per cento e scivolando ai minimi storici del 1986. Eppure le aspettative erano tutte per un rialzo, dato che al 30 settembre corrisponde la chiusura dei bilanci societari del primo semestre e quindi, sulle basi dei dati, parte la corsa all'acquisto dei titoli più sicuri, invece lo stagnare dell'indice è stato interpretato come un segno negativo dagli operatori, che alla fine hanno venduto in massa. Come se non bastasse a peggiorare la situazione è arrivato il declassamento da Al ad A3 nella pagella di Moody's del rating sul debito a lungo termine della Nomura Securities, la più grande casa di brokeraggio giapponese. «Le perdite sostanziali registrate nelle sue attività immobiliari negli Stati Uniti e nella compravendita di titoli in proprio, sono indicative del livello di rischio per la Nomura e della sua vulnerabilità alle avverse condizioni del mercato», sentenzia Moody's motivando il giudizio e prosegue: «Sebbene la Nomura rimanga la società di brokering predominante in Giappone i suoi ricavi sono sottoposti a una severa pressione a causa della prevalente recessione dell'economia interna». In questa pioggia di notizie negative sono affondate le banche, già sotto choc per il fallimento della finanziaria Japan Leasing. E la Banca del Giappone fa sapere che l'attività sul mercato valutario di Tokyo fra l'aprile 1995 e l'aprile 1998 è diminuita del 7,9% a 148,7 miliardi di dollari al giorno, mentre è salita del 37% a Londra e del 43% a NewYork. Ora le attese degli operatori sono rivolte al rapporto economico governativo Tankan che verrà presentato oggi e che potrebbe dare una svolta positi-, va alla situazione, o peggiorar¬ la. Intanto il Giappone si fa portavoce della crisi asiatica ed ha pronta una richiesta da presentare sabato alla riunione del G7 che si terrà a Washington: istituire un fondo speciale da 30 miliardi di dollari che dovrebbe andare prioritariamente a beneficio di Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia e Corea del Sud. L'iniziativa del governo di Tokyo mira a cancellare l'accusa che viene fatta al Giappone di essere il responsabile della crisi asiatica, anzi, si fa notare che fu proprio il Giappone, nell'estate del 1997, a lanciare l'allarme per il peggioramento delle economie asiatiche, proponendo la costituzione di un fondo di salvataggio, ma senza essere ascoltato. Ora il ministro delle Finanze, Miyazawa, rilancia la proposta: i fondi sarebbero messi interamente a disposizione dal Giappone, attraverso la Export-Import Bank of Japan, per garantire i debiti dei sei Paesi asiatici, comperare loro titoli pubblici e pagare gli interessi sui crediti concessi dall'Occidente. «Prenderemo l'iniziativa - ha spiegato Miyazawa - sebbene la nostra situazione interna sia difficile perché sentiamo di avere questa responsabilità sulla scena internazionale». Vanni Cornerò - TRggflìfggr ' i Il ministro giapponese delle Finanze Miyazawa

Persone citate: Miyazawa, Moody, Nomura, Vanni Cornerò - Trggflìfggr