Sevizia il bambino che lo accusa
Sevizia il bambino che lo accusa Dopo la deposizione in aula, l'uomo lo ha avvicinato e lo ha bruciato con la sigaretta Sevizia il bambino che lo accusa Palermo-, la vendetta del pedofilo PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Se continui, avrai guai». E per rafforzare la minaccia, che gli ha rivolto con espressione rabbiosa, gli ha spento una sigaretta su un braccio e sul petto. «Attento a te!». Protagonisti: uno degli 11 pedofili sotto processo da un anno e mezzo a Palermo e una delle loro 40 vittime, un bambino di 8 anni che quella mattina camminava vicino alla stazione centrale, con il fratello di 13 anni. Mentre lo torturava, al riparo da sguardi indiscreti dietro un muro, il pedofilo avrebbe anche preteso dal piccolo l'assicurazione che avrebbe ritrattato quanto aveva riferito agli inquirenti sul conto suo e di altri «nonni», «zii» e «amici» del «giro» in cui le decine di bambini erano rimasti invischiati nel rione Ballare. Lì si è nel cuore del mandamento Albergheria: un centinaio di ettari di tuguri e vicoli maleodoranti, di vecchie costruzioni in attesa di un improbabile risanamento edilizio, alternate a splendide chiese ed edifici nobiliari. L'episodio, che conferma la tracotanza del clan di pedofili finito in tribunale con una pesante sequela di imputazioni, è stato raccontato agli investigatori e l'ulteriore denuncia è stata inserita dal sostituto procuratore Marzia Sabella in un rapporto che ha consegnato ai giudici che si stanno occupando degli abusi sessuali su numerosi bambini tra gli 8 e i 14 anni. Ma il processo procede a singhiozzo in un clima apertamente ostile, alimentato non soltanto da parenti e amici dei pedofili, ma anche da alcuni genitori e congiunti delle vittime. I pedofili si dichiarano innocenti su tutta la linea. Intanto, la documentazione, consegnata al tribunale dal pm Sabella, che come nel passato si è avvalsa degli accertamenti eseguiti dall'Ufficio minori della questura, è stata corredata dal referto medico stilato nel posto di pronto soccorso in cui era stato medicato il bambino seviziato con il mozzicone di sigaretta e dai verbali.del nuovo interrogatorio, in cui il piccolo aveva confermato le sue accuse, assistito da uno psicologo esperto in pediatria. Ma non tutto è filato liscio. Il bambino, infatti, è caduto in un'evidente contraddizione, perché ha riconosciuto in una foto l'imputato Roberto Lo Vecchio, ma ha contemporaneamente fatto il nome di un altro, Salvatore Maniscotti, anche lui rinviato a giudizio e da tempo a piede libero. Il bambino ha parlato di «nonno siccu», che è il soprannome di Maniscotti, ma tra le decine di foto segnaletiche che gli sono state mostrate dai poliziotti ha indicato quella di Lo Vecchio. E nel dubbio gli inquirenti hanno deciso di non arrestare per le sevizie né l'uno né l'altro. A Lo Vecchio era stato imposto il divieto di soggiornare a Palermo, dove può tornare soltanto per essere presente alle udienze del processo che, dopo varie pause, riprenderà lunedì prossimo. Di lui avevano parlato numerosi bambini, che nel retrobottega della sua tabaccheria trasformata a quanto pare in set per filmini pornografici sarebbero stati violentati e costretti a performances sessuali. Il tutto in cambio di poche lire e a volte di dolciumi e gelati. Ma i difensori degli 11 sotto processo - e gli stessi accusati - hanno più volte sottolineato che non un solo filmino o una solo foto compromettenti sono stati mai trovati per il semplice fatto che sarebbero niente altro che il frutto della fervida fantasia dei bambini. La vicenda, comunque, venne alla luce quando alcuni alunni della scuola elementare «Verga» disegnarono nei loro album figure maschili e femminili in pose decisamente oscene. Gli insegnanti chiesero loro spiegazioni e venne a galla la sconvolgente verità. Antonio Ravidà Franco Nardacci, il papà di Simeone
Persone citate: Antonio Ravidà, Franco Nardacci, Lo Vecchio, Maniscotti, Marzia Sabella, Roberto Lo Vecchio, Sabella, Salvatore Maniscotti
Luoghi citati: Palermo
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