Ovazione per il re nelle vie di Napoli di Fulvio Milone

Ovazione per il re nelle vie di Napoli Visita di Juan Carlos alla chiesa in cui sono sepolti i suoi avi. Cena di gala a Palazzo Reale Ovazione per il re nelle vie di Napoli NAPOLI. Il re, anzi «'o rre», è tornato fra i suoi avi che fecero la storia di Napoli e di un regno morto e sepolto con l'unità d'Italia. Ha trovato ad accoglierlo una città ben disposta, a tratti entusiasta e un po' nostalgica per la passata grandezza, in una magnifica giornata di fine settembre. Lui, Juan Carlos di Borbone, accompagnato dalla regina Sofia, ha ripagato con la stessa moneta: passeggiando per i vicoli del centro antico, fra la basilica di Santa Chiara e la chiesa di San Domenico dove sono sepolti i suoi antenati, ha accarezzato e baciato un bambino e sorriso alla folla che ha applaudito e ha gridato a lungo: «Viva 'o rre». Una voce fuori dal coro: quella dei consiglieri comunali di Rifondazione comunista, che hanno contestato la decisione del Comune di conferire la cittadinanza onoraria a Juan Carlos. Dopo gli impegni politici e la stressante ufficialità dei Palazzi romani, Juan Carlos e Sofia di Spagna hanno voluto concedersi una visita privata a Napoli e, dalla tarda mattinata di oggi, a Palermo. L'aereo dei sovrani è atterrato a Capodichino alle 13,40. La prima tappa è stato lo stesso grande albergo del lungomare che ospitò Bill Clinton durante il G7: stesso albergo e stessa suite, la «Caruso». Poi, nel tardo pomeriggio, la visita in città. L'appuntamento era nel Maschio Angioino, il «Castelnuovo» restaurato e addobbato a festa per il conferimento della cittadinanza onoraria. «Fra il '500 e il '600 l'identità di Napoli si è formata proprio in rapporto alla Spagna, e non è un caso che il '600 sia stato il "secolo d'oro" per questa città», ha detto il sindaco Antonio Bassolino. «La magnificenza di queste sale evoca per noi immagini della storia del nostro Paese: siamo qui per conoscere il vostro passato ma anche il presente, perché sappia¬ Un pizzaiolo riesce a eludere il servizio d'ordine e lo avvicina: «Maestà, volete favorire una pizza?» li re di Spagna Juan Carlos riceve la pergamena della cittadinanza onoraria dal sindaco di Napoli Antonio Bassolino mo dei nuovi impulsi che stanno attraversando Napoli», ha risposto il re prima di ricevere una pergamena e un dono: una formella in bronzo antico che raffigura un particolare della porta del Maschio Angioino. Dopo avere ammirato un'esposizione dei reliquiari della Casa aragonese e una mostra dei codici miniati, allestita dallo storico dell'arte Gennaro Toscano, Juan Carlos e la regina Sofia si sono spostati a piazza del Gesù, l'antico cuore di Napoli, accompagnati da Bassolino. Poliziotti e carabinieri hanno sudato sette camicie per fare largo alla coppia reale diretta nella basilica di Santa Chiara: una tappa d'obbligo, visto che lì riposano i re di Napoli. Poi, attraverso via Benedetto Croce, fra strette di mano e sorrisi del re e un rapido ma violento scambio di improperi fra i fotografi spagnoli e gli uomini del servizio d'ordine italiano, la coppia ha raggiunto piazza San Domenico Maggiore. Qui tre donne in costume d'epoca sono schizzate fuori dalla pasticceria Scaturchio, la più nota in città, e hanno bloccato il corteo piazzando un vassoio colmo di babà e sfogliatelle sotto il naso dei sovrani: «Maestà, gradite», ha sussurrato una delle ragazze. E Juan Carlos e Sofia hanno gradito. Dopo una breve visita nella basilica di San Domenico e nella vicina cappella di San Severo, Juan Carlos e consorte hanno ricevuto un altro dono: un pastore e un Gesù bambino in terracotta modellati dai fratelli Ferri gno, i migliori artigiani di via San Gregorio Armeno, dove ancora si fabbricano i classici presepi napo letani. Un pizzaiuolo è riuscito ad avvicinare il re: «Maestà, se volete favorire per una pizza...», ha detto. Ma lui, impettito nel suo doppiopetto grigio, ha risposto in italiano «Grazie no, sono un po' stanco». La giornata napoletana dei so vrani di Spagna si è conclusa con una cena di gala nel Palazzo Reale a cui hanno partecipato duecento in vitati. Durante il brindisi, Juan Carlos ha parlato ancora una volta del filo che unisce Napoli alla Spa gna. Fulvio Milone