L'abbraccio del Papa a venti sieropositivi di Marco Tosatti
L'abbraccio del Papa a venti sieropositivi Per la prima volta incontro collettivo in piazza San Pietro: condivido la vostra sofferenza L'abbraccio del Papa a venti sieropositivi CITTA' DEL VATICANO. «Santità, aiutateci a fermare le "schedature" e a trovare un lavoro»: un gruppo di giovani sieropositivi appartenenti all'Associazione Nazionale per la Lotta all'Aids erano ieri in Piazza San Pietro, all'udienza papale; cattolici e non cattolici. Giovanni Paolo li ha ima lunga consuetudine di incontri e gesti di affetto verso coloro che sono stati colpiti dalla «peste del secolo», come è stata definita da uno studioso cattolico; ma era la prima volta che li riceveva a «casa sua» in Piazza San Pietro in gruppo, e non individualmente. I venti malati, in maggioranza donne, sono sfilati alla finn dell'udienza davanti a Giovanni Paolo II, al momento dei saluti. E' stato un momento di grande emozione, come racconta Rosaria tarpino, rappresentante dell'Anlaids. «Condivido la vostra sofferenza», ha detto 0 Pontefice. Uno dei giovani gli ha offerto il «red ribbon», la coccarda rossa simbolo in tutto il mondo della lotta contro l'Aids, e il Papa l'ha benedetto, facendo il segno della croce sulla strisciolina di stoffa. «Abbiamo chiesto al Santo Pache di lanciare due appelli, scritti in una lettera che gli abbiamo consegnato con il red ribbon - dice Rosaria Iarpino - Il primo riguarda il lavoro e cioè il reinserimenlo delle persone nel lavoro; il secondo le "le schedatine" delle persone sieropositive. Alcune regioni italiane hanno aperto dei registri dove tengono i nomi di queste persone. Sono Umbria, Lazio, Veneto e Calabria, e in molte altre regioni si sta pensando di attivare lo stesso servizio». La scusa per le schedature è «epidemiologica»; «ma in realtà questo pericolo non c'è, e non vogliamo che ci siano schedature di persone sieropositive, tantomeno di quelle negative». Ma è il lavoro, il ritorno a una vita «normale» il cruccio dei più. «Abbiamo chiesto al Papa di lanciare un appello a tutti gli imprenditori cattolici, e al mondo cattolico per permetterci di tornare a lavorare, perché con i farmaci stiamo bene ma abbiamo bisogno di una posto di lavoro, anche per normalizzarci». Nel breve colloquio hanno parlato al Pontefice delle loro difficoltà, e delle loro paure, legate anche all'apertura degli uffici di collocamento privati: «In un ufficio di collocamento pubblico uno è più tutelato; temiamo che gli uffici privati tenderanno a dare agli imprenditori persone senza problemi, e tenderanno ad escludere coloro che non garantiranno la loro presenza costantemente al lavoro». L'esponente dell'Anlaids «E' stato affettuoso Gli abbiamo chiesto aiuto per trovare lavoro ed evitare schedature» Con l'avvento delle nuove terapie un sieropositivo arriva a prendere diciotto pasticche al giorno. Questo significa avere orari prestabiliti per prendere la terapia; «e quando uno ti chiede che cosa stai prendendo devi inventare tremila scuse, e se uno solo in ufficio sa il nome di un inibitore legato all'Aids immediatamente ti sbattono fuori». Il Papa ha voluto salutare tutti i rappresentanti del gruppo, imo a uno. Dopo, molti dei sieropositivi avevano le lacrime agli occhi. «Non ci aspettavamo un'accoglienza così affettuosa, è stato come un vero padre». Anche se ci sono dei problemi, perché l'Anlaids difende l'uso del preserva- tivo e la Chiesa invece è fermamente contraria. «Ma questa è un'altra cosa. Noi siamo andati dalla massima autorità cattolica, perché il nostro Paese è cattolico, perché ci aiuti a tornare alla normalità. Non è la prima volta che il Papa incontra in udienza malati di Aids; di solito, la Santa Sede non pubblicizza la loro presenza per discrezione e rispetto. Ma fra le immaginisimbolo del Pontificato c'è l'abbraccio di Giovanni Paolo II a un bambino malato di cinque anni a San Francisco, alla Mission Dolores, nel 1987. Marco Tosatti Giovanni Paolo II durante l'incontro con il gruppo di giovani sieropositivi
Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Rosaria Iarpino
Luoghi citati: Calabria, Citta' Del Vaticano, Lazio, San Francisco, Umbria, Veneto
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Non si mangia il gelato in boutique
- Totti nemmeno convocato, Bobo Ú in dubbio
- L'ardua battaglia difensiva divampa con grande intensità
- Un nuovo premio
- Una giornata di tensione
- Via gli osservatori Cee Ora la Bosnia esplode
- Trap: «Totti? Spero in un miracolo»
- Due ex-condannati banchettano a Sanremo
- Mujib Rahman in trionfo a Dacca "Nessun legame con il Pakistan,,
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Tre domande a Capanna
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- Ticino, la minaccia è svizzera
- un po'di fantascienza
- Internet, istruzioni per l'uso
- Barlassina resterà ancora tre anni «II tempo per scalare la serie B»
- Matrimonio in chiesa per una leader torinese dei transessuali
- Tre colpi contro la moglie
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Grazie Juve, grazie Brady
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy