L' inviato Spd: «Blair, vieni con noi» di Fabio Galvano
L' inviato Spd: «Blair, vieni con noi» Il premier britannico soddisfatto dell'offerta: «Non siamo più ai margini d'Europa» L' inviato Spd: «Blair, vieni con noi» Scbarping al congresso laborista: asse Parigi-Londra-Berlino BLACKPOOL DAL NOSTRO INVIATO E' il numero tre della Spd ed ex leader del partito, Rudolf Scharping, ad allargare le braccia della nuova Germania all'Inghilterra di Tony Blair. Mentre a Parigi Chirac, Jospin e Schroeder rinsaldano i vincoli delibasse» che domina la scena europea, Scharping sale a sorpresa, applauditissimo, sul podio al congresso laborista di Blackpool. Per dire che il suo governo vuole con Londra un rapporto «uguale a quello con la Francia». E allude a una sorta di triumvirato europeo, con buona pace dell'Italia, dimenticata in questo storico frangente europeo come già lo era stata nei giorni scorsi da Blair e dal ministro degli Esteri britannico Robin Cook. E' vero: Scharping si salva in corner parlando di «altri Paesi» che possono spartire il comune cammino. Ma poi se li scorda e continua a parlare, ripetutamente, di «Gran Bretagna, Francia e Germania». Solo in seguito, intervistato, fa retromarcia: «l'Italia? Certo, anche l'Italia. E altri». Una gaffe? Una sottolineatura voluta? Un avvertimento a Roma? Difficile dire. Si va davvero verso un triumvirato Bonn-Parigi-Londra? E' il portavoce di Tony Blair a ricucire lo strappo in agguato: «Fin dal giorno delle elezioni tedesche c'è stato un preciso sforzo per sottolineare l'importanza dell'Italia e di altri Paesi nella costruzione europea. Quello che sta accadendo nell'Unione europea è che i partiti di centro e centro-sinistra controllano i giochi. Siamo lieti dei nuovi sviluppi ma devo ricordare che i rapporti di Blair con Romano Prodi sono ottimi». Certo è che la vittoria di Schroeder rappresenta, per Blair, una ventata d'ossigeno: «Dopo anni in cui il nostro Paese è visto ai margini dell'Europa - dice il suo portavoce - il primo ministro desidera essere coinvolto nella direzione che anche Scharping auspica». Il messaggero di Schroeder è molto chiaro: «Vogliamo e ci serve una grande leadership in Europa che comprenda una partecipazione britannica. Sono lontani i tempi quando i conservatori dicevano no a tutto ciò che riguardava l'Europa e un cancelliere conservatore tedesco rispondeva: "Non m'importa". Ora da Schroeder e da Tony Blair ci si aspetta un si a un'Europa comune, alla eoo- m perazione multilaterale, alla coi- laborazione in Europa. L'Europa dev'essere la nostra sfida comune, la nostra comune responsabilità e abbiamo bisogno di un sì comune a un futuro comune». In piedi i più di mille delegati applaudono con calore. Il nuovo dialogo con Bonn era nell'aria; ma nessuno se l'aspettava così esplicito, ' Sulla carta tutto è facile. Scharping ricorda i quattro obiettivi di Schroeder: 1) modernizzazione, rafforzamento dell'economia, stabilizzazione finanziaria, welfare e pubblica istruzione forti e moderni; 2) lotta alla criminalità; 3) con¬ tinuità in politica estera; 4) lotta alla disoccupazione. Sono obiettivi che Blair può sottoscrivere senza difficolta. Soprattutto l'ultimo; e le armate del New Labour esultano quando Scharping proclama: «Dobbiamo lavorare con i governi francese e britannico e con gli altri partner europei nella lotta per l'occupazione». Sull'Euro supera i tradizionali ostacoli. «Noi lo sosteniamo - dice - ma non basta. Il suo successo dipende dall'attuazione di un rigido programma politico. Bisogna prendere urgenti iniziative per coordinare l'economia e le politiche finanziarie, sociali, estere e di sicurezza». E' più di quanto un altro tema a margine del congresso - l'Ulster abbia riservato ieri a Tony Blair. Dopo un suo incontro con Gerry Adams del Sinn Féin e con il leader unionista David Trimble che è anche first minister della nuova assemblea di Belfast, il suo portavoce sfoggia ottimismo. «Non siamo ancora a una svolta ma si intravvede il desiderio di affrontarla. E questo è un buon segno», è la sua valutazione. Ma c'è impasse nell'attuazione dell'accordo del Venerdì Santo: con gli unionisti che chiedono - come parte dell'intesa - il disarmo dell'Ira prima che si possa formare il nuovo esecutivo nordirlandese; e il Sinn Féin che ribatte definendo la richiesta «un'altra pre-condizione» di cui l'accordo non parla. «Rispettino l'accordo - dice scuro in volto Adams, che oggi a Belfast avrà il suo terzo incontro con trimble - e diano vita all'esecutivo». E Blair, quale garante, è in mezzo. Fabio Galvano m li vice primo ministro britannico John Prescott applaudito da Tony Blair dopo il suo intervento al Congresso di Blackpool
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