Come usare i fondi nell'era dell'Orso di Glauco Maggi

Come usare i fondi nell'era dell'Orso Le categorie a confronto con gli indici finanziari Azionari primi a 5 anni ma solo di Borse «sicure» Come usare i fondi nell'era dell'Orso SONO, i «fondisti» di oggi, tutti risparmiatori soddisfatti? Le cifre delle performance recenti e meno recenti (vedere le tabelle degli andamenti delle 19 categorie raffrontati con i principali indici finanziari) suggeriscono di no. Ma non solo: possono anche aiutare a verificare e a definire meglio un paio di dubbichiave, la cui comprensione consentirà a tutti di sfruttare adeguatamente le caratteristiche dello-*-■'■strumento fondo. - 1) Il lungo periodo paga sempre. Voro o falso? Scorrendo i dati da sinistra a destra, ossia dalle più vicine (8 mesi) alle più lontane scadenze (5 o 10 anni), si vede che, in grande maggioranza, le performance crescono. Sempre nel caso degli obbligazionari, ma non sempre in quello degli azionari. Il che sembra sovvertire un «credo» più volte espresso da operatori e commentatori (Tuttosoldi compreso), secondo cui dare tempo alle Borse (e ai gestori) assicura un ritomo finanziario migliore rispetto all'impiego in obbligazioni. Le cifre, lette in dettaglio, confermano in buona sostanza il principio. Con qualche evidentissima anomalia. — La prima sono i dati fortemente positivi relativi ai risultati a 10 anni dei titoli di Stato italiani: comprendendo «l'età dell'oro», dei tassi a due cifre tra l'88 e il '93, sbaragliano l'indice Comit delle azioni e danno 47 punti percentuali di distacco ai fondi azionari italiani. — La seconda tocca la nuova frontiera del capitale di rischio, <CONPEWNIE ossia i Paesi emergenti e l'area del Pacifico, per i quali la progressione delle performance è confermata, ma con il segno negativo: più si va indietro e più si perde (-31% a un anno, -35% a 3 e -37% a 5!). Dieci anni fa, i fondi specializzati su quelle aree non esistevano, ma difficilmente avrebbero il segno «+», poiché Tokyo è ai minimi da 12 anni a oggi. Esaminando i mercati'pifii!Sffidabili, Europa e Stati Uniti, la crescita delle performance dei fondi azionari specializzati, sui S.anni, è sempre più veloce rispetto a quella dei fondi obbligazionari: i puri italiani, cioè i cosiddetti monetari, hanno dato il 45% contro il 94% dei fondi specializzati sulla Borsa italiana. Sui tre anni (la scadenza più lunga utilizzabile in questo caso per il confronto), i fondi specializzati negli Usa hanno realizzato il 52% (86% sui 5 anni) mentre gli obbligazionari specializzati in dollari il 22%. STATISTICHE a) Il lungo periodo neutralizza i più acuti momenti di crisi delle Borse ma ciò che vale per la secolare City e per New York non vale automaticamente per Corea, Brasile o Giappone. Solo futuri dati statistici si incaricheranno di stabilire qual è la «lunga scadenza» necessaria per premiare anche chi punta su queste piazze. b) Nella «gara» tra azioni e reddito fisso, infine, la «legge» è rispettata con due eccezioni: la già citata fase storica dei tassi italiani alle stelle e l'alta rischiosità dei fondi obbligazionari «high risk», che investono in titoli dei Paesi emergenti. Essendo pochi e recenti non trovano ancora posto in classifica, ma le loro performance sono d'elevata volatilità (si pensi alla débàcle russa o alle perdite del rand sudafricano). 2) Con I fondi si può operare come con le azioni e i Inoli di Stalo. Voro. o falso? «AJJla domandaci può rispondere, dopo> una^ldoppia premessa. La prima: esistono fondi diversi tra loro per l'oggetto dell'investimento e ciò esclude generalizzazioni. Limitandosi all'aspetto del rischio, che-si esprime con gli indici di variabilità dei prezzi, tra un fondo specializzato in un singolo mercato o in un unico settore industriale e un fondo monetario che detiene esclusivamente titoli obbligazionari a tripla A e con durata sotto i 18 mesi corre una distanza, in termini di potenziale guadagno (o perdita), che può raggiungere persmo i 30 punti percentuali nell'arco di un mese. Sono due famiglie-limite, tra le quali i risparmiatori hanno a disposizione la gamma di scelte rappresentata in tabella. Seconda premessa: di investitori, come di fondi, c'è una grande varietà. CINQUE POSSIBILITÀ' A voler semplificare, esistono almeno cinque approcci-base. a) Il fondista-cassettista. Investe con la mentalità di chi «parcheggia» i suoi capitali nei fondi considerandoli uno strumento finanziario statico, quasi fosse un conto corrente. b) Il fondista-formica. Si impone di risparmiare forzosamente attraverso i piani di accumulo e ha un'ottica previdenziale. c) il fondista-diversificatore-pigro. Ha una strategia di impiego ben definita, un'ottica di lungo termine, grande fiducia nel suo gestore e nei tempi lunghi, olimpico distacco dai crack e dai rialzi. d) Il fondista-diversificatcredinamico. Alla lucidità del prece- i. dente, aggiunge l'accortezza della: movimentazione ragionata del portafoglio, magari appoggiandosi alla formula della «gestione in fondi comuni». Capitalizzando, quindi, le fasi Toro e tenendosi più liquido all'arrivo dell'Orso. Il problema è indovinare bene i tempi. e) Il fondista fortunato. Come insegna l'articolo sulle diverse performance, fondo per fondo, che pubblichiamo alle pagine 2 e 3, alla buona scelta dell'indirizzo strategico deve anche seguire la mano felice nell'azzeccare il gestore giusto. 0, almeno, la prontezza nel correggersi, ora che la storia dei fondi consente di valutare le qualità di chi li gestisce. CONCLUSIONE I titoli singoli e i fondi sono strumenti diversi, ma non è certo vietato guadagnare con i fondi anche nel breve o medio termine. Le opportunità ci sono: il difficile è coglierle, proprio come fa chi riesce a entrare e a uscire a tempo dalle azioni, senza stravolgere la strategia a lungo, tipica del buon fondista. Glauco Maggi

Luoghi citati: Brasile, Corea, Europa, Giappone, New York, Stati Uniti, Tokyo, Usa