BONETTI EI SUOI PAESAGGI RIFUGIO

BONETTI EI SUOI PAESAGGI RIFUGIO BONETTI EI SUOI PAESAGGI RIFUGIO Nascono dal nostro profondo e portano alla calma e alla pace UNO degli archetipi della pittura, il paesaggio con «rifugio» (sia esso una casa, una tana o un bosco) è il soggetto esclusivo dei dipinti di Ferruccio Bonetti, un Maestro torinese (ma di origine veneta) che ritorna dopo quattro anni alla galleria Dantesca Fògola con una serie di ventidue perfette variazioni. Il tema sembra far parte del nostro inconscio ed è radicato, come indicano recenti ricerche di sociologia dell'arte, nelle stesse ragioni di sopravvivenza in un ambiente che ci accomunano agli animali. Credo che la parola «variazioni» non mi sia venuta fuori per caso. L'elemento musicale in questa seconda infornata di Bonetti è più evidente che nella prima: tanto da portare i suoi raffinati dipinti verso una decoratività vicina al Giappone o, se preferite, ai primitivi toscani. Bonetti si è un po' allontanato dalla matericità di uno dei suoi maestri spirituali, Mattioli, per acquistare una levità cadenzata da rigature sottili ma nette. Alcuni suoi quadri, sempre eseguiti con lavoro pazientissimo e molteplici strati, può stupire per la banalità della composizione: si veda per esempio «Scende la sera» oppure «Il silenzio che vorrei». Altre tavole hanno una complessa e originale struttura segnica, imprevedibile nelle sue circonvoluzioni, come esemplifica il bellissimo «Rifugio del mio gufo». Potrei definire questi quadri come oggetti di contemplazione per ottenere la calma e la pace dell'anima: sono come delle porte aperte per accedere alla contemplazione dell'assoluto. Mi piacerebbe a questo punto scrivere (o riscrivere?) quella che io penso possa essere una accettabile definizione dell'arte, di ogni tipo di arte: «L'arte è la prova che la giustizia può esistere, l'indizio materiale più tangibile che alla fine sarà fatta giustizia». Una definizione di questo tipo lega indissolubilmente l'arte alla morale, addirittura alla religione, alla fede nel Bene. La pittura di Ferruccio Bonetti appartiene a questo livello di comunicazione, dà questa forza, questa consolazione. Rappresenta una necessità, non un gioco, come buona parte del fare artistico d'oggi. Magistrali nella composizione e nel raffinato accostamento dei colori, queste opere d'arte sono fatte per «benevolenza» verso le persone che vogliano chieder all'arte le cose più alte che essa può veramente dare. La mostra di Bonetti è esposta dal 24 al 27 settembre anche a «Artissima», al Lingotto Fiere, nello stand della galleria Dantesca Fògola. Chi la volesse vedere in anteprima, potrà visitarla in questa grande fiera dell'arte. Beppi Zancan Ferruccio Bonetti: Paesaggi Galleria Dantesca Fògola piazza Carlo Felice 19 Orario 10-19,30; domenica 10,30-13 lunedì 15-19,30 Inaugurazione il 1e ottobre Fino al 18 ottobre Qui a /alo due paesaggi di Ferruccio Bonetti In allo da sinistra «Sala/ubo St. l'ani» del /976 di André ( lelpke e«London s llyde. Park» scattata nel 192$ da Alfred Eisenslaecll

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