CAROL l'anticonformista di Marco Vallora

CAROL l'anticonformista CAROL l'anticonformista UNA buona prassi di deontologia professionale (ahimé, non da tutti osservata) consiglia che chi si è occupato, come critico, di presentare un artista in catalogo, non abbia poi il coraggio, o la sfrontatezza, di parlarne anche in sede di recensione, praticamente recensendo se stesso ed il proprio operato. Giustissimo. Ma una volta nella vita sarà concesso di trasgredire questa elegante riserbatezza, facendo omaggio se non altro (o lasciandosi plagiare) dal libero e beffardo anticonformismo di Carol Rama. Perché è di lei che si tratta e di un suo mondo assolutamente inesplorato: quello delle incisioni; ma poi un alibi in verità ce l'avrei: per uno di quegli inesplicabili (o spiegabilissimi) arcani del mestiere (ritardi colpevoli, rimandi mortificati, tracimare inarrestabile d'impegni) io il testo per il catalogo non l'ho ancora scritto, e dunque mi fingo doppiamente assolto: per ora non sono ancora implicato nella curatela di questa bellissima, sorprendente mostra, voluta e provocata dall'editore e da Paolo Fossati, che si apre nello Studio d'arte di Franco Masoero, via Giulia di Barolo 13, dal 30 settembre al 14 novembre (ore 10-12, 16-19). E dunque posso parlarne liberamente, il volume connesso essendo ancora nell'universo dei possibili platonici, come molto si addice alla carnale pittura iperurania e astrale di Carolina. Carol Rama, anni fa, nel 1947, si era già occupata di incisioni e di acquaforti, lasciando alla su¬ perficie inchiostrata traccia della sua sgorbia interiore e rabbiosa, raccontando, nel cuore tempestoso della guerra, strampalate figure di Parche macilente e moltiplicate, altro che tre! gracili ectoplasmi riposti e riesposti in un ripostiglio di marca Egon Schiele, strappati con una certa nausea furiosa al raccordo secessionista-viennese e trapiantati in un cronicario grigiastro e torinese intestato a Felice Casorati. Signorine bi-teste da inferno del Cottolengo, dita adunche e seni vizzi come gozzaniane campane di vetro, camiciole di seta stampata, perfide confidenze e pettegolezzi portati come monili, un'irrespirabile aria di provincia: Moire palazzeschiane senza conocchie, affastellate come apprendiste-parrucchiere, e tanta è la sonnolenza del tutto, che non si trova nemmeno una forbice per recidere risolutoriamente il nostro Destino. Ma alle soglie di una meritata celebrazione internazionale (prima Amsterdam, ora Boston) Carol l'infaticabile è tornata a inchiostrare la sua indomita fantasia, a riempirla di neri, tra carte da tino, acidi e lastre cerate, con foga incendiaria e l'infallibile equilibrio grafico di sempre: suggestionata dalla danza di morte e di desiderio frenetico di una mucca pazza che muore, dionisiaca, spargendo i suoi denti. Che «la realtà è costruita di desideri» predicava il suo amico Man Ray. Marco Vallora ispirazioni' fra l'altro ai lenii della 'liniera pazza» v. dr/lr «malelinmu!» CAROL l'anticonformista

Persone citate: Carol Rama, Egon Schiele, Felice Casorati, Franco Masoero, Man Ray, Paolo Fossati

Luoghi citati: Amsterdam, Boston