CHE FORZA QUEL MOTORE
CHE FORZA QUEL MOTORE REGGIA DI VENARIA CHE FORZA QUEL MOTORE Una mostra e un convegno dedicati a Galileo Ferraris PER molti torinesi il nome di Galileo Ferraris evoca soltanto un corso cittadino, un liceo scientifico o un edificio dall'aspetto egizio, ma inaugurato solo nel 1931 in corso Massimo d'Azeglio e associato al segnale orario ufficiale diffuso dalla Rai. Quel nome invece dovrebbe evocarci il concetto stesso di vita moderna: una vita basata sulla produzione, distribuzione e utilizzo dell'elettricità, tutte cose per le quali a Galileo Ferraris dobbiamo gratitudine: senza di lui non avremmo linee ad alta tensione, trasformatori, motori elettrici. Arriva dunque opportuna, a ricordarci le benemerenze di Galileo Ferraris, la mostra «Forza Motrice» alla Reggia di Venaria, e fa piacere che il 25 settembre ad inaugurarla venga anche il presidente dell'Enel Chicco Testa, coivolto in un convegno con Cesare Marchetti (lisa, Austria), Piero Maritano (Comau) e Kurt Stoll (leader della Festo, la multinazionale che sponsorizza la mo- stra). Dicono che l'idea del motore elettrico Galileo Ferraris l'ebbe passeggiando in via Cernaia. La regolare scansione delle colonne dei portici gli suggerì la «gabbia di scoiattolo», parte essenziale del suo famoso «motore asincrono a induzione». Sotto queste tre pa¬ role dal suono arcano si nasconde in realtà una delle macchine oggi più comuni: il 60 per cento dell'elettricità serve a far girare motori elettrici. Un po' come il borghese gentiluomo di Molière, che parlava in prosa senza saperlo, tutti noi usiamo " quotidianamente con totale inconsapevolezza, una decina di motori asincroni a induzione. Sono loro a far funzionare il frigorifero, l'asciugacapelli, la lavatrice, il frullatore e una quantità di altri arnesi domestici. Sigfrido Leschiutta - direttore dell'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris ama ricordare che la potenza messa a nostra disposizione da questi motori casalinghi equivale al lavoro di 15 schiavi. 0, se preferite un paragone più democratico, di 15 collaboratrici domestiche. Le quali, però, diversamente dai motori elettrici, hanno giustamente diritto a stipendio, ferie e contributi previdenziali. Che Ferraris abbia concepito il campo magnetico rotante osservando il succedersi delle colonne di via Cernaia non è sicurissimo ma è verosimile se si considera il suo modo di ragionare per associazioni: a metterlo in evidenza fu uno scrittore illustre, Carlo Emilio Gadda, che per inciso era anche un ingegnere: «La mente di Galileo Ferraris operava secondo categorie analogiche, trasferendo concetti e gruppi di concetti da uno ad altro campo scientifico ed applicativo». Sono parole tratte da un testo che Gadda scrisse per il Terzo Programma della radio. Galileo Ferraris non brevettò la sua invenzione, che fu invece sfruttata da Tesla. Morì il 7 febbraio 1897, ad appena 50 anni. Appassionato di musica lirica, se lo portò via una polmonite all'indomani di una serata trascorsa a teatro per assistere a «Sansone e Dalila». Piero Bianucci fi : : ■ > Venerdì 25 settembre nella Sala Diana della Reggia di Venaria, con un convegno (ore 10-13), si inaugura la mostra dal titolo «Forza motrice, il trasporto dell'energia da Sogno a Realtà. Omaggio alla modernità di Galileo Ferraris». La rassegna, che si svolge tra le scuderie e i cortili della Reggia, sarà visitabile dal 26 settembre al 4 ottobre. Orario: 10-18. Ingresso 15 mila. 40
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