Sette giorni da leggere

Sette giorni da leggere Sette giorni da leggere COMINCIAMO dai luoghiperché Giovani Parole, la settimana letteraria che si svolge da giovedì 1 a mercoledì 7 ottobre a Torino, è un movimento, non un evento letterario, tipo Mantova, né un Salone del Libro, dove ci sono i libri da sfogliare e gli autori da incontrare e i problemi dell'editoria da risolvere. Giovani Parole porta a Torino molti giovani dal resto d'Italia, come avvenne con la Biennale dei Giovani Artisti nel 1997, e occupa spazi abitualmente ad altro dedicati: i bar, le piazze, i cartelloni pubblicitari. D'altronde, dall'Osservatorio Letterario Giovanile, che festeggia con questa manifestazione i suoi dieci anni di vita, non poteva che nascere qualcosa di estremamente dinamico: è dalla stasi dell'osservazione che nasce la forza di andare in giro con coraggio e chiedere a tutti che partecipino alla nascita di un movimento. Giovani Parole ha alcuni centri di pensiero: la lettura teatrale dei copioni realizzati dai giovani autori selezionati per l'iniziativa «Parole in teatro»; il dibattito sulla letteratura per ragazzi in Italia, legato al concorso «Scrivere la fiaba»; i consigli ai giovani critici dati da Giorgio Bàrberi Squarotti e Giusi Baldissone agli allievi del seminario «Scrivere la critica letteraria»; gli incontri dei poeti con i finalisti di «Scrivere di sé in poesia»; la discussione sui racconti dei partecipanti all'abituale e duratura forma di promozione di giovani autori che è Microracconti, edita ogni anno a chiusura di manifestazione da Rubbettino editore; infine, la premiazione del concorso «PerQuenau», nuovi esercizi di stile ispirati da un breve racconto di Frutterò e Lucentini. Ma dimenticatevi la noia della presentazione letteraria o del dibattito su come sarà il vero romanzo del futuro: Giovani Parole si nutre di passioni che si trasformano in scrittura solo perché saper scrivere è ancora il miglior modo per trasformare il proprio pensiero in un oggetto. La scrittura è parola, è piacere, è gesto: ecco che il cartellone pubblicato nella pagina qui a fianco dimostra tutta la sua vitalità. Volendo scegliere, e volendo far torto a qualcuno, tra i protagonisti della kermesse ci sarà certamente Tiziano Scarpa, che ha in uscita due libri (i racconti pubblicati da Einaudi dal titolo «Amore marchio registrato» e la divertente guida «In gita a Venezia» edita da Gribaudo Paravia) e che sabato 3 ottobre, alle 18,30, si esibirà in «Pop Corn», la sua commedia radiofonica che ha vinto il Prix Italia l'anno scorso. Scarpa è un teatrante di razza, a metà fra l'operetta e lo straniamento brechtiano, e le sue performances non si possono perdere. Un altro personaggio da conoscere è Ricardo Monserrat, animatore di ateliers letterari che mirano al recupero sociale di giovani il più delle volte completamente alienati dalla vita contemporanea. Attivo a Lione, a Parigi e a Chambéry, Monserat verrà intervistato da tre scrittori torinesi, Giuseppe Culicchia, Marco Neirotti ed Enrico Remmert: si cercherà di capire come Monserat lavora e se gli ottimi risultati da lui ottenuti sono esportabili anche in città come la nostra. La serata si terrà venerdì 2 ottobre, presso il Teatro Salvario, presso la parrocchia di San Pietro e Paolo, ed è organizzata da «TorinoSette». Fernanda Pivano, dalla sua vena di talent-scout americanista, tira fuori dal suo cilindro magico un nuovo grande scrittore, assente a Torino ma di cui si presenta la prima opera tradotta in italiano dalle edizioni Minimum Fax: si tratta di David Foster Wallace, già autore di culto negli Stati Uniti, trentenne che presto speriamo di incontrare: il suo «Una cosa divertente che non farò mai più», esilarante reportage di una crociera ai Caraibi, sarà presentato dalla stessa Pivano sabato 3 ottobre in un incontro all'Unione Culturale. Infine, una vera parata di protagonisti della letteratura italiana contemporanea parteciperà al già citato incontro di premiazione del concorso «PerQuenau»: Francesco Biamonti, Roberto Denti, Carlo Frutterò, Gina Lagorio, Franco Lucentini, Aldo Nove, Domenico Starnone, ed Emilio Tadini presentati e introdotti da Nico Orengo parleranno mercoledì 7 ottobre dei «Diletti del lettore». Intanto, ogni giorno, veri e propri «Effetti collaterali» contageranno la città: uomini sandwich a spasso per le vie del centro con la letteratura indosso, i versi di Boris Vian scritti su via Garibaldi tra piazza Castello e via Milano accompagneranno il passaggio della gente; piazza Palazzo di Città si trasformerà in una guida a cielo aperto con cui racconterà tutti i passaggi di scrittori e poeti a torino. E ancora: poeti di fama nazionale incontrano il pubblico torinese, passeggiate letterarie, librerie in festa, scrittori che fanno ritratti letterari ai passanti, lo spettacolo Come un romanzo di Giorgio Gallione tratto da Pennac e il concerto di chiusura dedicato a Chet Baker e alla sua autobiografia «Come se avessi le ali». Giovani Parole nasce sotto un buon auspicio. Aiutatelo a crescere. Paolo Verri