IL CINEMA SECONDO BEJART di Sergio Trombetta
IL CINEMA SECONDO BEJART RASSEGNA AL MASSIMO IL CINEMA SECONDO BEJART Ifllm diretti dal coreografo e la sua «cineteca ideale» I L cinema di Béjart, il cineBJ ma con Béjart, il cinema se- ■ condo Béjart. La massiccia rassegna in programma dal 29 settembre al 15 ottobre al Massimo, organizzata dal Museo del Cinema e dal Teatro Regio in collaborazione con la Cinématèque de la Danse di Parigi, non è soltanto un omaggio del cinema a Béjart ma un omaggio di Béjart al cinema. Si vedranno i film diretti dal coreografo marsigliese, quelli realizzati sul suo lavoro e la sua cineteca ideale, una «carta bianca» data all'artista che ha scelto i propri film del cuore, quelli che per un motivo o per l'altro hanno segnato la sua vita. Nella lunga intervista rilasciata a Sergio Toiletti, e pubblicata nel catalogo del festival, Béjart ricorda l'infanzia a Marsiglia quando con la sorella convincevano il nonno a partarli al cinema con la scusa che c'era un film con Eric von Stroheim, grande passione del nonno. O di quando in vacanza al mare dalla nonna incontrava Fernandel intento a pescare sugli scogli accanto al porto di Marsiglia. Un amore per il grande schermo che lo ha seguito per tutta la vita e si è vieppiù allacciato alla sua arte nel corso degli anni. Per esempio, quando all'inizio dei 50 studiava e lavorava a Parigi, frequenteva la Cinématèque Francaise e scopriva i capolavori del muto, un'arte che, sostiene il coreografo, assomiglia più di quanto si creda al balletto. E in programma Béjart ha voluto mettere «Il circo» con Charlie Chaplin, il «più grande ballerino del mondo» sostiene il coreografo, che nell'amore per il circo si sente accomunato a Fellini con cui, racconta, ha passato notti a chiacchierare, soprattutto nel periodo in cui lavorava ai balletti con la musica di Nino Rota. Ma un rapporto fra cinema e danza si è allacciato ulteriormente in un passato abbastanza recente, quando Béjart per l'inaugurazione della sala di Losanna dove tiene abitualmente gli spettacoli la sua compagnia, un ex cinematografo, ha creato una serata di tre pezzi ispirati a Pasolini, Charlie Chaplin e Fritz Lang. Alla maniera di quest'ultimo regista il coreografo ha creato la sua personalissima versione del «Mandarino meraviglioso». Nella cineteca ideale di Béjart c'è posto per molti generi, alti e bassi: il gatto Felix e «Persona» di Ingmar Bergman, «Miracolo a Milano» e Fernandel. Ma importante nel percorso artistico di Maurice è stata certamente l'attività di regista in prima persona, un lavoro che lo ha appassionato: «Quando sono io stesso a filmare un mio balletto cerco di confrontarmi con la specificità delle due forme d'arte». Il catalogo dei film di Béjart in rassegna è molto vasto. Comprende «Le sacre du Printemps», «Le Danseur Jorge Donn», «Baudelaire», «Bhakti», «Je suis né a Venise», «Le Molière immaginaire», «Les plaisirs de l'ile enchantée». Fra quelli su Béjart, invece, non mancherà sicuramente «Symphonie pour un homme seul» filmato nel 1957 dove incontriamo uno splendido Béjart trentenne ancora danzatore, interprete con Michèle Seigneuret della propria coreografia, allora terribilmente di rottura, sulla musica altrettanto avanguardistica di Pierre Henry e Pierre Schaeffer. Non mancherà «La reine verte» che vede uniti due mostri sacri della scena francese: Maria Casarès e Jean Babylée. Ci sarà anche il filmato realizzato dalla Rai sui «Trionfi di Petrarca» dato nel 1974 ai Giardini di Boboli di Firenze sulla musica di Luciano Berio. L'appuntamento dunque è per martedì 29 alle 21 per la serata inaugurale, poi ogni giorno proiezioni dalle 16,30 sino a mezzanotte. Sergio Trombetta Nella foto Maurice Béjart Il Massimo Tre propone dal 29 settembre al 15 ottobre i film realizzati dal coreografo e (jiielli da lui preferiti
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