Ri-proposta per il Regio
Ri-proposta per il Regio Ri-proposta per il Regio LA proposta di cambiare le scelte artistiche del Teatro Regio - consacrando l'ente lirico torinese all'esecuzione della musica contemporanea - non era destinata a finire con l'estate: i firmatari del progetto - Baricco, Campogrande, Casorati, Papuzzi e Voltolini - tornano alla carica in un incontro alla Galleria d'arte moderna (corso Galileo Ferraris 30) martedì 29 alle 17,30. Abbiamo parlato della questione con alcuni rappresentanti della cultura musicale; primo fra tutti Claudio Desderi, direttore artistico dell'ente lirico. «Sono appena giunto a Torino - risponde il cantante - e non voglio favorire polemiche su un argomento che non conosco molto bene. Ritengo che ogni suggerimento fatto da persone intelligenti vada accolto senza preconcetti, anche se occorre valutare con calma la fattibilità di ogni idea». Più netto il giudizio di Luciano Fornero, direttore del Conservatorio: «Ci può essere spazio per tutto. Il Regio è stato costruito per la lirica e la lirica deve ospitare; d'altronde il pubblico è ancora legato a questo tipo di musica, stupendo anche se tradizionale. Non capisco perché questa polemica sia nata proprio a Torino, dove il Regio ha sempre svolto in modo egregio, tanto più in tempi recenti, la funzione divulgativa del repertorio contemporaneo». Giorgio Pugliaro, direttore artistico dell'Unione Musicale: «Ci si deve arrendere al fatto che la specificità dei programmi favorisca l'intervento dei privati. Però il teatro d'opera è molto legato al territorio, quindi non è utile dire che la Scala può fare meglio del Regio ed è a soli cento chilometri: ci sono i melomani che girano l'Italia inseguendo gli allestimenti, ma c'è un pubblico che vuole la lirica nella propria città. I mezzi multimediali rappresentano un ausilio enorme, ma non possono sostituire lo spettacolo dal vivo. Il teatro di regia, mi fa un po' paura: può funzionare con registi di genio e su alcuni tipi di spettacolo, ma non con la maggior parte della produzione operistica, che è basata soprattutto sulla musica». Paolo Gallarati, docente di storia della musica e della drammaturgia musicale: «E' un po' ingenua la distinzione tra teatro museale e teatro rivolto al nuovo: in realtà non esistono teatri di tipo totalmente museale, quasi tutte le stagioni ospitano lavori nuovi, di rottura. Parlerei piuttosto di spettacoli buoni o cattivi: alcuni allestimenti, pur con impianti tradizionali, possono attualizzare l'opera più di altri che partono con un partito preso di modernità e poi travisano il testo». Alfredo Ferrerò Ri-proposta per il Regio
Persone citate: Baricco, Campogrande, Casorati, Claudio Desderi, Giorgio Pugliaro, Luciano Fornero, Paolo Gallarati, Papuzzi, Scala, Voltolini
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