«MEGLIO CONFRONTARSI»

«MEGLIO CONFRONTARSI» LO DICO A TORINOSETTE «MEGLIO CONFRONTARSI» «Tra opera e musical» «Notizie nella rete» Arabo e piemontese Egregio signor Giovanni Coriasco, leggo su «Torinosette» n. 505 un suo caustico pensiero a proposito della rubrica in arabo pubblicata dal settimanale; pensiero che, non le nascondo, mi mette un po' a disagio. Sono al suo fianco nel difendere i dialetti e la loro importanza culturale ma, me lo conceda, le suggerisco di sostituire all'impostazione vagamente autistica, che lei mostra, una impostazione dinamica e propositiva, ad esempio facendosi promotore di una rubrica in italiano, in piemontese o tutte e due, su qualche giornale arabo: non abbia paura di confrontarsi. Mauro Zocca, Asti Opera e musical Ho letto con vivo interesse il dibattito sulle pagine di TorinoSette riguardante il futuro del Teatro Regio e più in generale del teatro musicale in Italia. Personalmente penso che chiunque desideri rinnovare il panorama del melodramma nel nostro Paese debba porsi la seguente domanda: «Cosa si può offrire di nuovo allo spettatore dell'opera tradizionale, senza andare contro i suoi gusti (che meritano comunque rispetto, melomania compresa) cercando anzi di ricuperare il più pos¬ sibile la caratteristica di intrattenimento popolare che l'opera aveva un tempo, avvicinando anche fasce di pubblico (i giovani ad esempio), oggi culturalmente e socialmente lontane dai teatri d'opera?». Penso che la risposta a questa domanda sia stata sfiorata da Lorenzo Ferrerò quando ha detto: «... prima o poi bisognerà fare i conti col musical o l'operarock». E' indubbio, a mio parere che nel musical anglosassone vada ricercato un modello per dare nuova vitalità e freschezza al panorama melodrammatico italiano. Gli inglesi, e il compositore Andrew Lloyd Webber per primo (con spettacoli come «Jesus Christ Superstar», «Viale del Tramonto» e «Il Fantasma dell'Opera»), possono insegnarci che per raccontare storie in musica molte nuove forme espressive possono essere adoperate, senza per questo scadere nel cattivo gusto o in astrusità dodecafoniche per palati troppo fini. Possiamo capire, guardando al musical, che è ora di finirla con spettacoli musicali in cui lo spettatore non riesce a cogliere una sola parola del libretto (come se vedesse un film senza sentirne i dialoghi!) e non può quindi capire la storia che viene raccontata. Nel musical contemporaneo accade esattamente il contrario: la musica, le parole, i movimenti coreografici, le scenografie, formano un insieme inscindibile e comprensibile a tutti che emoziona, diverte e commuove: non vale la pena allora di stimolarne la nascita e lo sviluppo anche qui in Italia? Mancano forse i creatori? Affatto, conosco molti giovani talenti in questo ambito, compositori, liricisti e librettisti, costretti a fare altro o a cercar fortuna all'estero a causa del disinteresse dei grandi circuiti, i quali preferiscono puntare sul nome o sul titolo famoso piuttosto che dare loro fiducia, salvo poi lamentarsi che il teatro, sia d'opera che di prosa (ma si tratta di due facce della stessa medaglia), sta morendo o si sta trasformando in un museo. Mancano i performers? Non più: provate ad andare alle audizioni della Compagnia della Rancia o di Garinei e Giovannini. Mancano forse i soldi? Non sembrerebbe, visto certi allestimenti faraonici di opere liriche. Manca il coraggio? Quello sì. Ma ricordate, chi non risica non rosica. Franco Travaglio Liricista e compositore ocnarf@alma.it To7 e Internet Una della cose che mi piacerebbe trovare su Internet è la programmazione musicale di TorinoSette, che consulto molto spesso, ma altrettanto spesso non ho sottomano. Giovanni Amparore amparore@petrini.it Indirizzare a «Lo dico a TorinoSette» La Stampa, v. Marenco 32 10126 Torino oppure fax 011 /6639036

Persone citate: Andrew Lloyd Webber, Franco Travaglio, Garinei, Giovanni Amparore, Giovanni Coriasco, Giovannini, Jesus Christ, Lorenzo Ferrerò, Mauro Zocca

Luoghi citati: Italia, Torino