La mano del morto che ci turba i sonni di Piero Bianucci

La mano del morto che ci turba i sonni TRAPIANTO-CHOC La mano del morto che ci turba i sonni IL primo trapianto di una mano è la notizia scientifica della settimana. L'intervento, realizzato all'ospedale «Edouard Herriot» di Lione, ha richiesto 13 ore di lavoro a una équipe di quattro chirurghi, tra i quali c'era anche l'italiano Marco Lanzetta. Il paziente, l'australiano di 48 anni Clint Hallam, era mutilato dal 1984. L'intervento è tecnicamente riuscito ma l'esito effettivo si conoscerà soltanto tra 15-18 mesi. In mezzo ci sono ancora parecchi ostacoli: può non funzionare la circolazione sanguigna, può verificarsi un rigetto, la riabilitazione, che richiederà un anno e mezzo, può fallire. Ci sono stati ormai molti trapianti multipli di cuore e polmoni, pancreas e reni; il fegato di un donatore viene talvolta suddiviso per salvare due pazienti. Eppure nessuna acrobazia chirurgica ha destato tanta emozione quanto il primo trapianto di un arto. Ci si è subito mterrogati con mquietudine sulla «mano di un morto» che - se tutto andrà bene - tornerà a stringere, ad accarezzare, magari a colpire. Reazione comprensibile, ma irrazionale. Non è ancora chiaro che la persona non è nei suoi organi e neppure nella loro somma? La stessa ammirazione per l'ùitervento, certo delicatissimo, è forse mal diretta. Nessuno pensa che un'operazione del genere ha a monte qualcosa di più importante: il controllo del sistema immunita¬ rio. Questa sì, è una grande conquista. Ma anche un caro prezzo da pagare per il trapiantato, che per tutta la vita dovrà ingollare farmaci immunosoppressori. Notizie come quella giunta da Lione sono anche dei test che ci dicono come la scienza sia percepita in modo parziale e distorto dal pubblico e, prima ancora, da giornali e tv. Questo è un paese dove Dario Fo predica in tema di biotecnologie e Beppe Grillo contesta Murray Geli-Mann, premio Nobel per la scoperta dei quark. Non stupiamoci, quindi, se scarseggia la consapevolezza di ciò che scienza e tecnologia realmente significano nella nostra vita. Del resto questa consapevolezza talvolta non l'hanno neppure gli scienziati. Al Ceni, Robert Cailliau e Tini Berners-Lee hanno ideato il World Wide Web di Internet per favorire gli scambi di informazioni tra scienziati. Oggi Internet è un salotto, un mercato; un pornoshop, e persino un tribunale che può far vacillare il Presidente degli Stati Uniti. Al Cern per principio non si vuol brevettare nulla, si lavora per il bene collettivo. Ma Cailliau e Tim BernersLee avevano immaginato gli sviluppi commerciali di Internet? Oggi, se ogni volta che si batte www ci fosse anche solo un piccolo diritto d'autore da pagare, il Cern non avrebbe problemi di finanziamenti. Piero Bianucci ccj

Persone citate: Beppe Grillo, Cailliau, Clint Hallam, Dario Fo, Marco Lanzetta, Murray Geli-mann, Robert Cailliau, Tini Berners-lee, Wide

Luoghi citati: Lione, Stati Uniti