La felicità di un libertino di Bruno Quaranta

La felicità di un libertino La felicità di un libertino STORIA DELLA MIA VITA Giacomo Casanova Tre volumi Meridiani Mondadori L 255.000 RRIPETIBILE, la vita di Casanova. Certo, ogni vita lo è. Ma quella dell'avventuriero veneziano soprattutto, scolpita com'è, come fu, da una torma di demoniaci angeli, mille volte trasfigurata, costretta in una irrefrenabile giostra mascherata, sfidante in una tavolozza di trame, di esoterismi, di colpi di teatro, di siderali insofferenze verso i comuni, scipiti copioni. Non a caso Gustavo Rol, fra i maggiori sensitivi novecenteschi, sconsigliò Fellini di «immaginare» l'irrequieta parabola. Non a caso il film che, a dispetto dei meditati suggerimenti, apparve innescò timidi applausi. «Lei - così si rivolse il supremo Giacomo al regista riininese in una seduta - ha parlato male di me, ma io la perdono. Forse non meritavo un diverso approccio. Ho compiuto atti che non ripeterei più». Chissà. E comunque: irripetibile, Casanova. Pulsante nella Storia della mia vita, uscita per i tipi mondadoriani - correvano gli Anni Ottanta -, curatori impeccabili Piero Chiara e Federico Roncoroni. «Chiara - avverte Roncoroni, professore di Didattica dell'italiano negli Stati Uniti - ha reso un autentico omaggio filologico al suo eroe. Il monumento nei Meridiani si fonda sull'edizione principe dell'Histoii-e, la Brockhaus. Già negli Anni Sessanta lo scrittore di Luino aveva varato un pregevole lavoro, salvo, successivamente, maturare la necessità di rinfrescarlo, ad esempio sostituendo il voi francese con il lei». «Io nacqui da questo matrimonio (da Gaetano e Zanetta Farussi, ndr) dopo nove mesi, il 2 aprile del 1725». Giacomo Casanova racconterà la vita toccatagli in sorte «fino all'anno 1797». Morirà nel 1798, nel castello di Dux, infine pago: «Mi sono trovato con piacere in condizione d'essere lo scolaro di me stesso e in dovere di amare il mio precettore». (Roncoroni, in dicembre, lo commemorerà all'Istituto italiano di cultura parigino). Quel Settecento. Perché Casanova può dirsene figlio? «Ne incarna alla perfezione lo spirito libertino. In senso lato, beninteso. La sfera erotica e oltre. La curiosità onnivora, il gusto di viaggiare, l'urgenza di seguire strade traverse, di tentare la sorte, di forzarla, l'estrema fiducia nella capacità dell'uomo di sciogliere i lacci oscurantisti: ecco le stimmate del secolo». Libero, assolutamente libero, libero fino a contraddirsi: «Come dimostra la disposizione verso la magia. Anche se non sempre limpida, genuina. Non mancò di concimare gli imbrogli che via via escogitava servendosi delle pratiche occulte». Libertino, Casanova, nel tempo di Sade. «Ma - osserva Roncoroni - rispetto al Divin Marchese si distingue perché sacerdote di un erotismo felice, solare, di con- tinuo reinventato e festeggiato, rifuggendo qualsivoglia variazione contronatura. Le degenerazioni sessuali non gli appartengono». Libertino, Casanova, dopo il secentesco Don Giovanni. «Ma, rispetto alla creatura di Tirso de Molina, peraltro letteraria, non in carne e ossa - ancora precisa Roncoroni - colmo di implicazioni sentimentali: custodiva fedelmente nella memoria le donne che lasciava». (Come ha «stabilito» Giovanni Macchia: «Casanova allontana da sé Don Giovanni perché tragico e triste. Lunga era la lista delle donne ch'erano morte per lui. Mentre Casanova non provocava vittime. Egli era il piacere, non la noia. Commetteva peccati e non delitti. Era gaio, eterno, affascinante, eterno fuggitivo»). Non avaro di candelieri, di lumi che gli impedirono però di «vedere» la Rivoluzione francese («La intende alla stregua di una violenza che distrugge il mondo di ieri a lui caro»), Giacomo Casanova sulla pagina come nell'agone quotidiano avanza sorretto da pochi, scelti consiglieri: «Giorgio Baffo, il poeta licenzioso, "grande e senza pari", Orazio, Omero e, in cima, l'Ariosto. Quell'Or/on do aperto a caso ogni volta che una matassa lo assillava per cercare la via d'uscita». A caso. La vocazione di un'intera esistenza. «Non ho mai avuto uno scopo preciso, l'unico criterio cui mi sono attenuto, se di criterio si può parlare, è stato quello di lasciarmi portare dove mi spingeva il vento». Bruno Quaranta Roncoroni curatore con Chiara di «Lo storia della mia vita»: «La curiosità, il gusto di viaggiare, di tentare la sorte, oltre all'erotismo leggiadro, lo incoronano uomo del Settecento» STORIA DELLA MIA VITA Giacomo Casanova Tre volumi Meridiani Mondadori L 255.000

Luoghi citati: Luino, Stati Uniti