RIGONI STERN: L'ULTIMO TESTIMONE LUNGO I SENTIERI SOTTO LA NEVE

RIGONI STERN: L'ULTIMO TESTIMONE LUNGO I SENTIERI SOTTO LA NEVE RIGONI STERN: L'ULTIMO TESTIMONE LUNGO I SENTIERI SOTTO LA NEVE L nuovo libro di Mario Rigoni Stern, Sentieri sotto la neve, si apre con una delle più belle reinvenzioni del grande tema dell'odissea, cioè del ritorno del superstite da una guerra (perduta), attraverso Paesi, popoli, pericoli, fatiche, freddo, fame, equivoci, fino all'approdo a casa nella semplicità dell'accoglienza del fratello, che riassume in una frase tuttavia emblematica tutto l'itinerario di patimenti e di mortali rischi: «Che magro che sei, fratello!». SENTIERI SOTTO LA NEVE Mario Rigoni Stern Einaudi pp. 127 L. 22 000 Il viaggio di ritorno è scan dito da episodi e vicende perfettamente adeguate, nella loro immediatezza e rapidità di svolgimento e di soluzione, alla figura del reduce solitario, diffidente dopo tante sofferenze patite e dopo aver creduta imminente e inevitabile la morte: il poco cibo racimolato dapprima fra le macerie di un bombardamento a Graz, la fetta di pane nero offerta da un contadino austriaco, uno stabbio già al di là del confine per ripararsi e dormire nella fredda primavera della montagna, il gruppo di partigiani che lo prendono sul loro carretto, ma sono poi la causa dell'equivoco con gli occupanti inglesi, che non capiscono nulla e lo imprigionano come fascista, la fuga con l'aiuto di un ufficiale italiano, e le strade senza fine e infide, le notti in una stalla, il passaggio ottenuto dagli americani, poi da un quasi compaesano con un camion, altri avventurosi aiuti fino alla vista delle proprie montagne e all'approdo a casa, il cui pensiero sempre più ossessivamente aveva riempito la mente del reduce in mezzo alla confusione anche pittoresca della guerra appena finita. Sono pagine di un'epica del ritorno di rigorosa ed essenziale bellezza, fra la delineazione rapida e incisiva dei personaggi incontrati e scorci improvvisi di paesaggi altrettanto felici nel rendere grandioso lo sfondo del viaggio. Gli altri racconti appartengono in gran parte al dominio della memoria, intrisa del rimpianto per un mondo della montagna che sta scomparendo e del quale lo scrittore è consapevole di essere l'ultimo (o quasi) testimone. La memoria si oggettiva ora in un personaggio emblematico del passato, come il pastore di nome Carlo, o nel falegname Loren¬ zo, il montanaro stregato da una bellissima ragazza di città incontrata qualche volta, per caso; oppure è la vicenda di un'osteria di confine, un tempo luogo di ritrovo di austriaci e italiani, prima della prima guerra mondiale, poi testimone degli incontri malinconici dei reduci, sopravvissuti alla strage; infine luogo di convegno dei fantasmi di coloro che la guerra fecero, generali, scrittori, imperatori, semplici montanari. In altre pagine scatta il ricordo di un'impressione della vita della montagna, il volo degli urogalli, per udire il quale il cognato del nonno era ritornato dall'Argentina [Ragazzo). Oppure la memoria è attaccata alla sequenza dei diversi nomi che la neve assume, nella parlata dello scrittore, a seconda del periodo in cui cade, dal primo autunno fino alla primavera avanzata (Ne¬ vi). L'attualità offre gli animali del bosco che visitano lo scrittore: caprioli, un crociere, una volpe, scoiattoli, uccelli. Domina in tali pagine la commozione trepida di Rigoni Stern nel descrivere gli abitanti delle sue montagne, quelli che rendono ancora simile al paese di un tempo la vita. Come dice nell'ultima pagina del libro, sotto la neve che cade ancora abbondante vivono i ricordi, come il grano, che poi germoglierà a primavera e darà frutto; e così la memoria nutre la scrittura limpida, commossa, al tempo stesso malinconica e serena di Rigoni Stern. Il rischio è in qualche scatto di patetico, che si avverte, per esempio, in Polenta eformaio zè boni, per l'eccesso di idillio fra vecchi e giovani nel ricordo del tempo della resistenza sulle montagne; oppure ne L'altra mattinata sugli sci con Primo Levi, che pu- Altre, n di Marie il testirr «Sentiei esce da SENTIERI SOTTO LA NEVE Mario Rigoni Stern Einaudi pp. 127 L. 22 000

Persone citate: Loren, Mario Rigoni Stern, Primo Levi, Rigoni Stern

Luoghi citati: Argentina