Telecom, giallo sulle tariffe urbane
Telecom, giallo sulle tariffe urbane Ma l'azienda replica: sono numeri non veritieri. Ora a decidere sarà l'Authority Telecom, giallo sulle tariffe urbane / consumatori: chiesti rincari del 22% ROMA. Resta il mistero sulle richieste di riequilibrio tariffario della Telecom Italia e sugli orientamenti dell'Authority. Ma le associazioni di categoria temendo un forte aumento delle tariffe telefoniche, al termine di un incontro con il garante delle telecomunicazioni Enzo Cheli, avanzano un'ipotesi pesante. Ecco, secondo l'Adusbef, la rivoluzione targata Telecom: «L'aumento delle tariffe urbane sarà del 22%, quello del canone abbonamento dell' 11% per l'utenza residenziale e del 14% per l'utenza affari». Sull'altro piatto della bilancia, la società telefonica porrebbe un allargamento delle aree urbane e una riduzione delle interurbane pari al 10% e delle internazionali al 14%. Le associazioni dei consumatori forniscono anche indicazioni sul caro-bolletta generasto dalla riforma: «Le telefonate urbane salirebbero per ogni scatto da 127 a 155 lire più Iva, mentre il canone urbano passerebbe da 32.600 a 36.000 lire a bimestre per l'utenza residenziale e da 50.800 a 58.000 lire per quella affari». La manovra, che prevede tre fasi e sarà completa entro luglio '99, secondo l'Adusbef avrebbe un impatto sull'inflazione dello 0',3% nel '98 e dell'1,4% nel '99. La Telecom starebbe pensando inoltre al passaggio del calcolo della Tut (la tariffa urbana a tempo) dall'attuale sistema a scatti alla tariffazione a secondi. In questo caso si pagherebbe in base ai reali minuti di conversazione. Telecom Italia interviene con una smentita: «Sono dati del tutto inesatti, cifre non veritiere», ma non precisa, non spìiega quali sono i dati veri e rinvia tutto alle decisioni dell'Au thority. A pronunciarsi sulla revisione, invece, è proprio il com missario dell'Authority Paola Manacorda: «Secondo la so cietà telefonica l'aumento del le tariffe urbane verrebbe compensato dall'allargamento della Tut alle aree contigue a quelle urbane. Agli utenti dei dintorni di Roma che ora telefonano in città verrebbe così applicata la tariffa urbana e non più quella interurbana. La minore spesa derivante da questo passaggio che interesserà tre milioni di utenti è del 58%». Oltre all'aumento delle tariffe urbane sono previste riduzioni sulla spesa per le conversazioni a lunga distanza, insieme con «pacchetti di offerta». Il commissario è cauto: «Innanzitutto è necessario verificare i costi di Telecom e per questo ci stiamo avvalendo di una società di revisione. Inoltre dobbiamo valutare l'impatto di un eventuale paniere differenziato». Dall'Authority dunque nessuna risposta certa, ma solo utili indicazioni, per chiarire che le tariffe di prossimità devono essere calcolate anche in base a valutazioni demografiche e la flessibilità tariffaria per l'utenza affari va applicata con criteri non discriminanti. Un invito alla pazienza arriva dal presidente Enzo Cheli: «Anche noi vogliamo giungere ad una maggiore trasparenza sulle tariffe, a procedure di conciliazione e a garanzie non solo per le imprese ma anche per gli utenti». Far calare nel tempo il costo delle telecomunicazioni per le imprese è anche il monito che giunge dal presidente del Gruppo società dell'snformazione di Confindustria Francesco Caio. Intanto, le associazioni di consumatori scalpitano: «Noi siamo contrari ad una rimodulazione delle tariffe e agli aumenti di canone». Tra le incertezze sulla manovra anche la data di partenza. Sicuramente sarà posticipata in quanto per ottobre la certificazione dei conti Telecom non sarà pronta. E ieri si è appreso che per il '99 la società telefonica per la concessione dovrà versare allo Stato un 3% di contributo. Ovvero un esborso di 700 miliardi. Però dalla Telecom assicurano: «Non ci sarà nessuna ripercussione sulla bolletta», [g. 1.] Enzo Cheli (Authority)
Persone citate: Enzo Cheli, Francesco Caio, Paola Manacorda
Luoghi citati: Roma
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