Schroeder: non tratto su Esteri e benzina di Emanuele Novazio
Schroeder: non tratto su Esteri e benzina «Continuità in diplomazia». Kohl anticipa i tempi e annuncia che sarà Schaeuble a succedergli Schroeder: non tratto su Esteri e benzina Le condizioni del leader Sud e di Lafontaine ai Verdi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre l'Spd ammonisce i Verdi a «dar segno di disciplina» e a «non gravare di inutili pesi» le consultazioni per la formazione del governo che si apriranno venerdì, Helmut Kohl annuncia: «Il mio successore alla guida della Cdu sarà Wolfgang Schaeuble», che conserverà la carica di capogruppo al Bundestag. La decisione del Cancelliere sconfitto, comunicata a sorpresa e con anticipo sui tempi stabiliti, ha lo scopo di evitare prolungate e laceranti contrapposizioni al vertice di un partito ancora sotto choc e alla ricerca di un profilo. Dopo la disfatta di domenica, dalla base e dai ranghi di quello che per sedici anni è stato il cuore del potere politico in Germania si sono subito levati segnali di tensione. Ma il rinnovamento di un formazione politica guidata per 25 anni da Helmut Kohl farà ancora vittime, stimolerà insoddisfazioni, acuirà rivalità. Oltre ad essere il politico tedesco più popolare (perfino più popolare di Gerhard Schroeder), Schaeuble ha sempre mostrato una sorprendente capacità di elettrizzare la base: agli ultimi congressi Cdu lo salutavano ovazioni più prolungate ed entusiaste di quelle riservate al Cancelliere. Ma al congresso straordinario del 7 novembre che dovrà sancire il cambio di generazione al vertice, non mancherà la resistenza di chi considererà una rottura troppo poco radicale col passato la consacrazione di Schaeuble nel doppio ruolo di capo partito e capogruppo. Nel frattempo, mentre il ministro della difesa Volker Ruehe mostra irritazione per l'anticipato annuncio di Kohl («La mia posizione politica dipenderà dal peso, non dal titolo», manda a dire), sono i «giovani leoni» già protagonisti di una clamorosa contestazione al Cancelliere, a reclamare maggiore visibilità: almeno due di loro chiedono la testa del segretario generale Peter Hintze e si candidano a sostituirlo. Un'altra occasione di tensione sarà la difficile convivenza fra Schaeuble e il leader bavarese Edmund Stoiber, l'astro nascente dell'Unione cristiana che due settimane prima delle elezioni nazionali vinse con clamore la sfida con l'Spd, nel rinnovo del parlamento regionale. A dividerli sarà anche il traguardo della candidatura alla Cancelleria, fra quattro anni. Ma in gioco c'è la stessa sopravvivenza dell'Unione fra Cdu-Csu. Se gli sconfitti cercano una strada, i vincitori si preparano al cambio effettivo al vertice. Non senza reciproci segnali di tensione, in previsione delle trattative per la formazione di una coalizione rosso-verde. Ieri il leader socialdemocratico Oskar Lafontaine ha ammonito con durezza gli ecologisti, che si presenteranno ai colloqui di venerdì con un programma - quello approvato al congresso di Magdeburgo condito di richieste considera- te dall'Spd espressioni di un ecoradicalismo pericoloso e sterile: «Il peso dei due partiti è differente e molto chiaro», ha detto. Lo stesso Schroeder, che alla vigilia aveva attribuito alla «logica del voto» l'offerta dell'Spd ai Verdi, ha ammesso ieri che «le trattative non saranno facili». Ma pur non fissandosi scadenze perchè «la fretta è nemica della accuratezza», l'Spd non vuole dilatare troppo la trattativa anche in previsione dei prossimi impegni europei, come ricordava ieri Lafontaine (nell'ultima decade di ottobre è previsto un vertice dell'Ue). Quanto ai Verdi, reclamano quattro ministeri fra i quali gli Esteri per Joschka Fischer e l'Ambiente. Ma se il vertice degli ecologisti insiste sulla possibilità concreta di dar vita - a tempi stretti a un governo con l'Spd, la sinistra del partito reclama attenzione alle proprie istanze. La sua rumorosa visibilità rischia di essere un ostacolo ai colloqui che s'inizieranno venerdì a Bonn: Schroeder non intende trattare su temi cruciali come politica estera, politica fiscale e prezzo della benzina, che gli ecologisti vorrebbero portare a 5 marchi. Emanuele Novazio Il presidente socialdemocratico «La differenza di peso tra i nostri due partiti è chiara» Ma Fischer chiede 4 ministeri Helmut Kohl tra Theo Waigel (a sinistra) e Wolfgang Schaeuble. Nella foto piccola, Gerhard Schroeder. Sotto, Daniel Cohn-Bendit
Luoghi citati: Bonn, Germania, Magdeburgo
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