Blair: arriva il nostro secolo in Europa di Fabio Galvano

Blair: arriva il nostro secolo in Europa CONGRESSO LABQRISTA «Sarà quello della giustizia sociale». Il premier a Blackpool: meglio essere impopolari che sbagliare Blair: arriva il nostro secolo in Europa «Dopo Schroeder 13 Paesi Ue su 15 governati dal centro-sinistra» BLACKPOOL DAL NOSTRO INVIATO Un futuro europeo del centrosinistra, soprattutto dopo l'elezione di Schroeder in Germania; ma anche un'Inghilterra che guarda a quell'Europa con la convinzione che il Paese sarà più forte in un'Unione forte. E, sul piano interno, un rinnovato impegno per le riforme e le trasformazioni anche a costo di sacrifici. «Non torneremo indietro», proclama Tony Blair applauditissimo, ma non è una sorpresa - dal podio dei Winter Gardens, dove ripete il suo credo nella «terza via» ai fedeli del New Labour. Questo, dice, è «l'anno delle grandi sfide». «Seguitemi», esorta le sue coorti. Perché, spiega, in certe occasioni «è meglio essere impopolari che sbagliare». Lo smalto del trionfo elettorale si è un po' offuscato sotto il peso delle responsabilità; o, come dice lui, «le campagne elettorali si fanno in versi, il governo in prosa». Ma la passione rimane, il tocco carismatico non svanisce, il gusto per gli slogan semmai si è accentuato. «Non torneremo indietro», ripete tre volte. E viene in mente Maggie Thatcher, quando imperiosa proclamava: «La signora non cambia idea». Il momento non è facile, osserva Blair, davanti a un mondo che è per il 25% in recessio- ne, «come se il capitalismo avesse trovato la propria versione della rivoluzione permanente». Occorre allora sapere come gestire il cambiamento. E lancia una serie di sfide: al business, che smetta di cercare alibi alle proprie debolezze nei tassi alti e nella sterlina forte; al suo stesso governo, affinché non molli il rigore economico (che consente ora, insiste Blair, d'investire 40 miliardi di sterline - quasi 120 mila miliardi di lire - in scuole e ospedali) e tenga duro nella lotta all'inflazione; alle sue truppe, affinché lo sostengano nelle riforme della scuola, del welfare («Non diteci che è un tradimento, quando in realtà lo salviamo»), della sanità. Blair dà un colpo alla botte della criminalità, annunciando nuovi piani per ridurre del 30% in 5 anni i furti d'auto e per ripulire 20 delle zone a più alto tasso di delinquenza, e uno al ferro della famiglia, come elemento di coesione di una società talora allo sbando. «Non sono sfide facili - dice - ma ne abbiamo già affrontata una altrettanto difficile». E' il processo di pace in Ulster, che segna a Blackpool l'apoteosi per Mo Mowlam, tutti in piedi ad applaudirla nel mezzo del discorso del primo ministro. Blair attacca con veemenza, quasi con cattiveria, i liberal-democratici che vorrebbero elezioni con la proporzionale. Li accusa di opportunismo: «Decideremo - dice - nell'interesse non loro ma del Paese». Ma è il momento di Schroeder, che lo fa parlare di «una nuova era», quella di un centrosinistra internazionale che «ha perso la battaglia ideologica degli Anni Ottanta ma sta vincendo quella d'oggi»: «Cinque anni fa - sottolinea - la gente diceva che soltanto i perdenti si preoccupano della giustizia sociale. Oggi, su 15 Paesi dell'Unione europea, 13 hanno governi di centro-sinistra ... Il secolo finisce con l'orologio che va nuovamente avanti». Un orologio che segna «l'internazionalismo della terza via, il nostro modo di riconnettere la gente all'idealismo politico in un'era in cui non ci si fida più dell'ideologia politica». «Il XXI secolo - affer ma con convinzione - sarà il secolo del centro-sinistra». Peste ai conservatori, cosi «arretrati» nel loro euroscetti cismo. L'Europa, dice, è una forza per la Gran Bretagna. L'Euro è un altro discorso: al momento non si può. Ma biso gna appoggiarlo, aiutarlo, prepararsi a entrarvi. Mai Blair è stato così esplicito. Certo, l'Europa va anche riformata e Londra può avere un ruolo vitale; ma dall'interno, come partner, «altrimenti non potremo mai essere leader». Ha detto quello che doveva dire e lo sgarro del la sinistra, che domenica gli aveva votato quattro attivisti nell'esecutivo, sembra dimenticato, spazzato via. Non c'è bisogno che Glenda Jackson parli del «più bel discorso nel più grande congresso del Labour»: la star non ha bisogno di claque, il New Labour è saldo nelle mani di Tony Blair. Fabio Galvano II primo ministro britannico Tony Blair a Blackpool con la moglie Cherie e il padre Leo

Persone citate: Glenda Jackson, Maggie Thatcher, Schroeder, Tony Blair, Winter

Luoghi citati: Europa, Germania, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Ulster