Ma Bruxelles è divisa di F. Man.

Ma Bruxelles è divisa Ma Bruxelles è divisa De Silguy ostenta freddezza Favorevoli gli eurodeputati BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Divide i palazzi dell'europotere la proposta di Romano Prodi di utilizzare parte delle riserve delle Banche centrali europee per un grande piano di investimenti infrastrutturali. Ma positivi o negativi che siano i primi commenti all'idea del governo italiano, un punto è chiaro: la vittoria dei rosso-verdi in Germania e lo spostamento ancor più deciso a sinistra dell'asse politico europeo provocheranno nei prossimi mesi non pochi conflitti con l'appena istituita Banca centrale europea a cui ò affidata la politica monetaria dell'Euro. E nello scontro potrebbe giocare una parte anche la Commissione europea, che dalla firma del Patto di stabilità si sgola a ripetere che la disoccupazione si combatte con politiche di bilancio rigorose e non con politiche economiche espansive. Così ieri il portavoce del Commissario agli Affari monetari Yves-Thibault de Silguy ha usato toni piuttosto freddi per commentare l'ipotesi che arriva da Roma: «La gestione delle riserve valutarie è una questione che riguarda le banche centrali», ha detto. E pur ammettendo che quella delineata da Prodi «è un'idea che circola», ha aggiunto anche che «per adesso non sono arrivate proposte specifiche e formali in questo senso». E in Commissione l'idea di Prodi è stata accolta con qualche stupore; c'è anche chi ricorda che ipotesi simili erano state prese in considerazione in passato e poi accantonate. Un problema, del resto, si pone immediatamente: l'articolo 31 dello Statuto del Sistema europeo di banche centrali prevede infatti che eventuali cessioni di riserve da parte di ogni istituto nazionale «sono soggette all'approvazione della Bce al line di assicurarne la coerenza con le politiche monetaria e di cambio della Comunità». E non è facile immaginare il presidente della Bce Wim Duisenberg che dà allegramente il via libera all'investimento di qualche decina di migliaia di miliardi per consentire all'economia europea di accelerare il passo. Per trovare un'accoglienza più benevola all'idea di Prodi bisogna spostarsi in Lussemburgo, sede della Banca europea per gli investimenti. «L'idea ha un suo valore - commenta il presidente della Bei Massimo Ponzellini - in quanto la nuova moneta che sarà forte e avrà una base diversificata potrà permettere alla Bce di detenere meno riserve di quelle che sono adesso in mano al Sistema europeo delle banche centrali, anche se chiaramente alla Bce preferirebbero tenere intatte le riserve per la naturale prudenza dei banchieri centrali». Ponzellini vede un compromesso possibile nell'utilizzo assai graduale dei 200 mila miliardi ipotizzati da Prodi, «tenendo comunque presente che sarebbero cifre da investire e non da spendere, e che darebbero quindi ritorni non solo in termini di maggior numero di occupati e quindi di maggiori introiti fiscali e minore spesa sociale, ma fornirebbero anche un vantaggio competitivo alle aziende e ai Paesi». Vicina all'idea del Presidente del Consiglio è anche la maggioranza del Parlamento europeo. All'inizio di quest'anno l'assemblea ha infatti approvato un rapporto presentato dall'eurodeputato dell'Ulivo (e presidente del Cer) Giorgio RuffoIo, nel quale si sottolinea come nel caso delle riserve in dollari delle banche europee «all'esigenza di rafforzare la nuova moneta si contrappone l'occasione di liberare risorse importanti ai fini dello sviluppo economico» e si indica come «una lacuna che lascia un pericoloso vuoto nel sistema» il fatto che manchi un soggetto politico in grado di controbilanciare «la discrezionalità della Bce». [f. man.]

Persone citate: Giorgio Ruffoio, Massimo Ponzellini, Ponzellini, Prodi, Romano Prodi, Thibault, Wim Duisenberg

Luoghi citati: Bruxelles, Germania, Lussemburgo, Roma